La TARI (Tassa sui Rifiuti) è l’imposta comunale dedicata al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. È dovuta da chiunque possieda o detenga un immobile (tra locali chiusi o aree scoperte) a qualsiasi titolo e con qualsiasi destinazione d’uso (abitativa, commerciale, ecc.) che sia suscettibile alla produzione di rifiuti.
Nello specifico, sono suscettibili alla produzione di rifiuti tutti gli immobili che vengono utilizzati e che, dunque, non risultino abbandonati o inagibili.
Per quanto riguarda le abitazioni, ad esempio, non è sufficiente dimostrare che nell’unità non ci viva nessuno per poter essere esenti dal pagamento della TARI. Sarà necessario infatti fare specifica richiesta e, soprattutto, dimostrare che la casa risulti inutilizzabile per via della mancanza degli arredi e di tutte le utenze (approfondisci qui).
Vediamo quindi chi ha diritto alle riduzioni o all’esenzione dal pagamento della TARI.
Advertisement - PubblicitàTARI, riduzioni ed esenzioni: ne esistono obbligatorie e facoltative
L’applicazione della TARI è disciplinata in particolare dalla Legge di Bilancio 2014 all’art. 1, commi 639 e seguenti.
Qui si dispone che le amministrazioni comunali abbiano l’obbligo, in determinati casi, di applicare la riduzione dell’importo a favore di determinati soggetti e tipologie di immobili.
Ai Comuni è data inoltre la facoltà di scegliere, a favore di ulteriori specifici casi, se concedere o meno la riduzione dell’importo o la totale esenzione dal pagamento della TARI.
Advertisement - PubblicitàRiduzioni ed esenzioni TARI: quando il Comune è obbligato?
Si ha diritto, per legge, a beneficiare della riduzione dell’importo dovuto per la tassa sui rifiuti in tutti i seguenti casi:
- Negli immobili in cui si producono rifiuti speciali in via continuativa e prevalente – se i produttori possono dimostrare di provvedere allo smaltimento dei rifiuti speciali a proprie spese e nel rispetto della normativa vigente – nel calcolo dell’importo dovuto per la TARI non si dovrà tener conto della parte di superficie in cui vengono prodotti tali rifiuti.
- I produttori di rifiuti speciali assimilati agli urbani possono beneficiare di una riduzione nel valore della quota variabile (necessaria per la determinazione dell’importo dovuto per la TARI), se dimostrano di aver avviato al riciclo i rifiuti sulla base della normativa vigente. L’entità della riduzione sarà proporzionale alla quantità dei rifiuti speciali riciclati. La disposizione è obbligatoria, tuttavia viene lasciata ai Comuni la libertà di determinare i valori delle riduzioni applicabili.
- L’importo dovuto per la TARI viene ridotto dell’80% (e quindi sarà dovuto nella misura del 20%), a favore degli individui interessati dalle seguenti condizioni:
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- Mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti;
- Svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti in violazione delle normative vigenti;
- Interruzione del servizio di raccolta per motivi sindacali o per altri impedimenti organizzativi imprevedibili, in cui si sia creata una situazione di pericolo (o rischio di pericolo) ai danni delle persone o dell’ambiente, che sia stata riconosciuta dall’autorità sanitaria competente.
- L’importo dovuto per la TARI viene ridotto del 60% o più (e sarà dovuto quindi nella misura massima del 40%) a favore delle zone in cui la raccolta dei rifiuti non viene effettuata. In questi casi, la riduzione viene calcolata in proporzione alla distanza che c’è tra l’area non servita e la zona più vicina in cui si effettui la raccolta. La disposizione è obbligatoria per il Comuni, che però, anche in questo caso, avranno la possibilità di decidere autonomamente se:
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- Aumentare il valore della riduzione;
- Determinare la tariffa in maniera graduale.
- In riferimento al calcolo della tariffa dovuta, infine, il comma 658 dispone che si debbano obbligatoriamente prevedere delle riduzioni a favore delle utenze domestiche, e quindi delle abitazioni. Anche qui, comunque, la gestione viene lasciata al comune.
Leggi anche: “IMU, TARI, TASI: come consultare gli atti adottati dal proprio Comune”
Advertisement - PubblicitàUlteriori riduzioni o esenzioni che il Comune può disporre
I Comuni potranno inoltre compiere diverse altre scelte, oltre alle opzioni già citate nelle forme di esenzione obbligatoria.
In particolare, le amministrazioni devono rispettare gli obblighi ma possono anche gestire autonomamente il proprio regolamento, con la facoltà di applicare ulteriori riduzioni ed esenzioni a favore di alcuni individui assoggettati alla TARI.
È possibile per i Comuni introdurre nel proprio regolamento:
- Riduzioni ed esenzioni a favore dei casi nei quali si registri un’attitudine minore a produrre rifiuti, come:
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- Le abitazioni con 1 solo occupante;
- Le abitazioni utilizzate stagionalmente o, comunque, in maniera limitata e discontinua;
- I locali e le aree scoperte (diversi dalle abitazioni) che vengono utilizzati in maniera stagionale, oppure in maniera ricorrente ma non continuativa;
- Le abitazioni che sono occupate per meno di 6 mesi all’anno perché detenute da soggetti che siano residenti o abbiano la propria dimora all’estero per più di 6 mesi all’anno;
- I fabbricati rurali utilizzati a scopo abitativo;
- I casi nei quali si siano adottati dei sistemi di prevenzione nella produzione dei rifiuti, come ad esempio le abitazioni in cui si effettua il compostaggio domestico. In questi casi, la riduzione dovrà essere proporzionale alla quantità di rifiuti che, grazie al compostaggio, si evita di produrre.
- Riduzioni ed esenzioni a favore di specifici casi che vengono considerati, dall’amministrazione comunale, meritevoli di tutela a prescindere dalla quantità di rifiuti che producono. Sono ricomprese qui le condizioni nelle quali il comune decida autonomamente di finanziare progetti per coprire le entrate mancanti relative alla TARI, ricorrendo a risorse che derivino dalla propria fiscalità generale e che, nello specifico, non riguardino le entrate TARI.