Tutti i rendiconti e gli atti di approvazione costituiti ogni anno dai Comuni in riferimento alle tasse comunali possono essere consultati in qualsiasi momento dai cittadini interessati mediante gli appositi portali online.
Tutti i rendiconti e gli atti di approvazione costituiti ogni anno dai Comuni in riferimento alle tasse comunali possono essere consultati in qualsiasi momento dai cittadini interessati mediante gli appositi portali online.
Con particolare riferimento alle principali tasse comunali che ogni cittadino è tenuto a pagare, come l’IMU (Imposta Unica Principale), la TARI (Tassa sui Rifiuti) e la TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili) – quest’ultima ormai abolita nel 2020 e integrata all’IMU – è possibile con una semplice ricerca conoscere gli atti e le decisioni adottate dal proprio Comune, nonché scoprire se questo ha rispettato i relativi adempimenti e le tempistiche obbligatorie.
Vediamo come fare.
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Sommario
Come sappiamo, l’IMU è l’imposta dovuta da tutti i possessori di case e terreni, ad eccezione delle prime abitazioni principali non di lusso.
Esistono anche altre tipologie di immobili che possono godere dell’esenzione dal pagamento dell’IMU (approfondisci qui), mentre in molti altri casi è possibile beneficiare di agevolazioni e riduzioni degli importi dovuti ai Comuni (approfondisci qui).
A partire dal 2020, la TASI è stata effettivamente abolita, ma non perché sia stata realmente eliminata. Questa infatti è stata semplicemente accorpata all’IMU, con un conseguente incremento dell’importo dovuto in precedenza dai cittadini per l’imposta unica municipale.
È nata quindi una Super-IMU che ad oggi comprende anche la TASI, che risulta pertanto comunque dovuta dai soggetti assoggettati al pagamento, ed è stato concesso inoltre, a favore dei Comuni, di poter ridurre o aumentare gli importi dovuti.
Advertisement - PubblicitàLa TARI è appunto la tassa sui rifiuti, dovuta anche da tutti i possessori di case, terreni o aree scoperte in cui si producano, o in cui si potrebbero produrre, dei rifiuti.
In sostanza, il pagamento della TARI è legato al principio che solo chi produce rifiuti debba pagare la tassa. Per poter dimostrare però che un locale o un immobile non è produttore di rifiuti, non basta che questo non ne produca.
Gli immobili infatti, per essere esentati dal pagamento della TARI, non solo dovranno risultare inutilizzati, dovranno essere anche attestati come “inutilizzabili”. Nello specifico, l’immobile inutilizzabile è quello in cui siano del tutto assenti sia gli arredi che le utenze.
Nel caso in cui invece un immobile risultasse utilizzabile, anche per la sola presenza di un utenza allacciata, la TARI sarebbe dovuta dal proprietario o possessore, a prescindere dal fatto che l’immobile venga utilizzato o meno e a prescindere anche dal fatto che lì siano o meno prodotti dei rifiuti.
Leggi anche: “TARI: chi deve pagarla? Come si considerano le pertinenze?”
Advertisement - PubblicitàTramite gli appositi portali messi a disposizione sul sito del Dipartimento delle Finanze, ogni cittadino ha la possibilità di consultare in qualsiasi momento gli atti, le aliquote e le delibere adottate dal proprio Comune in riferimento alle tasse comunali, quali IMU (con TASI) e TARI.
Tutti i Comuni italiani infatti sono tenuti ogni anno a trasmettere i regolamenti e le delibere di determinazione delle aliquote dei tributi comunali al Dipartimento mediante il Portale del Federalismo Fiscale.
Nello specifico, è possibile consultare tutti gli atti pubblicati dal 2012 al 2024.
Sono presenti diverse sezioni, in cui si possono visualizzare gli elenchi generali relativi a ciascuna annualità, che si aggiornano automaticamente in base alle pubblicazioni effettuate quotidianamente dai comuni.
Ma è anche possibile allo stesso modo effettuare la ricerca per singoli comuni, digitando direttamente il nome del Comune di proprio interesse per visualizzarne tutti gli atti, le aliquote e le deliberazioni adottate.
In particolare:
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