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Arriva il concordato preventivo biennale: innovazione o rischio?

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente dato il via libera definitivo a un importante decreto legislativo che riguarda il nuovo procedimento accertativo e il concordato preventivo biennale per le partite Iva.

Arriva il concordato preventivo biennale: innovazione o rischio?Arriva il concordato preventivo biennale: innovazione o rischio?
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Il Consiglio dei Ministri ha recentemente dato il via libera definitivo a un importante decreto legislativo che riguarda il nuovo concordato preventivo biennale per le partite IVA.

Questa decisione rappresenta un capitolo fondamentale della riforma fiscale promossa dal governo Meloni. L’obiettivo primario di questa riforma è stabilire a priori le tasse da pagare per i titolari di partite IVA.

Il testo del decreto, dopo un’accurata revisione da parte del vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, ha accolto le osservazioni provenienti dai pareri delle Commissioni parlamentari. Una modifica significativa riguarda l’eliminazione del riferimento al “punteggio otto” degli Isa (Indici di Affidabilità Fiscale) come criterio di accesso al concordato.

Questa scelta ha permesso di ampliare la platea dei contribuenti che possono usufruire di questo strumento.

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Le novità del concordato preventivo biennale

Una delle novità più discusse del concordato preventivo è l’apertura a tutti i lavoratori autonomi e i titolari di redditi di impresa, inclusi quelli che sono stati giudicati “inaffidabili” secondo la valutazione Isa.

In precedenza, solo i contribuenti con un voto Isa pari o superiore a 8 erano considerati affidabili e, quindi, ammissibili al concordato preventivo. Tuttavia, su richiesta del Parlamento, il governo ha deciso di estendere questo diritto a tutti i contribuenti, indipendentemente dal loro punteggio Isa.

Con questa estensione, il nuovo strumento riguarderà i 2,5 milioni di contribuenti già inseriti nel regime Isa, per i quali il concordato sarà biennale, e gli 1,7 milioni nel regime forfettario, per i quali sarà annuale.

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Funzionamento e limitazioni del concordato preventivo

Il concordato preventivo opera in modo che l’Agenzia delle Entrate, al momento di proporre al contribuente l’importo delle tasse da pagare, possa considerare un eventuale aumento del reddito rispetto all’anno di riferimento. Tale aumento può essere fino al massimo del 10%, salvo proposte diverse motivate e discusse con il contribuente prima della formalizzazione.

Tuttavia, non tutti i contribuenti possono accedere a questa opportunità: sono esclusi coloro che hanno debiti tributari superiori ai 5 mila euro.

Per il 2024, la data limite per decidere se aderire al concordato è stata posticipata al 15 ottobre, anziché il 31 luglio. È importante notare che l’adesione al concordato non garantisce una completa esenzione da ulteriori accertamenti.

Se l’Agenzia scopre omissioni superiori al 30% delle entrate del contribuente, questi verrà escluso dal concordato. Inoltre, in caso di un crollo significativo del fatturato (superiore al 60%), il contribuente può decidere di uscire volontariamente dall’accordo.

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Critiche e considerazioni sul nuovo Concordato Preventivo

Nonostante le intenzioni positive, il nuovo meccanismo del concordato preventivo ha suscitato diverse critiche. Alcuni, come il Partito Democratico, hanno espresso preoccupazioni che il nuovo sistema possa in realtà favorire gli evasori fiscali.

Secondo questa visione, il meccanismo potrebbe penalizzare i contribuenti affidabili, poiché coloro che hanno evaso di più nell’anno di riferimento potrebbero trarre maggior vantaggio dal concordato.

Altri suggeriscono che, per aumentare efficacemente il gettito fiscale e combattere l’evasione, il concordato dovrebbe essere proposto solamente a quei contribuenti con un punteggio Isa inferiore a 8, stabilendo per loro un reddito e un valore della produzione pari a quelli di un contribuente simile ma con un Isa uguale o superiore a 8.

Da un punto di vista numerico, in Italia ci sono quasi 1,3 milioni di autonomi esclusi dalla flat tax al 15% e 453.429 società di persone che, secondo le stime, evadono il 69,2% dei loro redditi, pari a 32,4 miliardi di euro.

In aggiunta, ci sono 674.551 società di capitali che evadono il 23,8% dei loro redditi, per un totale di 8,98 miliardi di euro. Il governo sostiene che il nuovo concordato renderà più difficile per questi evasori continuare le loro attività illecite. Tuttavia, solo i dati futuri sul gettito fiscale potranno confermare o smentire l’efficacia di questo nuovo approccio.

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Conclusione

In conclusione, il nuovo decreto legislativo sul concordato preventivo biennale rappresenta un cambiamento significativo nella gestione fiscale delle partite Iva in Italia. Sebbene sia stato concepito per semplificare il rapporto tra il Fisco e i contribuenti, estendendo l’accesso a un numero maggiore di lavoratori autonomi e imprenditori, il decreto non è privo di critiche.

Le preoccupazioni riguardano principalmente il rischio che il nuovo sistema possa favorire gli evasori fiscali e la necessità di misure più efficaci per combattere l’evasione fiscale.

I prossimi mesi e anni saranno cruciali per valutare l’impatto di questa riforma sul gettito fiscale e sull’economia italiana nel suo complesso.



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TAGS: Concordato Preventivo, concordato preventivo biennale

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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