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Incapsulamento amianto: come funziona la procedura, vantaggi e svantaggi

L’incapsulamento dell’amianto è una delle tecniche di bonifica e consiste nel trattare i materiali con prodotti ricoprenti o penetranti capaci di formare una pellicola di protezione sulla superficie.

Incapsulamento amianto: come funziona la procedura, vantaggi e svantaggiIncapsulamento amianto: come funziona la procedura, vantaggi e svantaggi
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Fino a qualche anno fa l’amianto è stato impiegato nel campo dell’edilizia per la realizzazione di tramezzature, coperture, rivestimenti e impianti. Tuttavia per la sua stessa natura ha comportato diversi problemi per la salute e l’ambiente, tali da richiedere con il tempo numerosi e ripetuti processi di bonifica.

L’incapsulamento dell’amianto è una delle tecniche di bonifica e consiste nel trattare i materiali con prodotti ricoprenti o penetranti capaci di formare una pellicola di protezione sulla superficie. Si tratta di una procedura complicata, da attuare in osservanza alla normativa di riferimento e con tutte le attenzioni richieste dal caso.

Ma di cosa si tratta, come funziona, qual è la normativa di riferimento e quali sono i pro e contro dell’incapsulamento amianto?

Di seguito troverete tutte le spiegazioni a queste domande.

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L’incapsulamento amianto: di cosa si tratta

L’incapsulamento amianto è una procedura di bonifica impiegata per la gestione sicura dell’amianto presente negli immobili o all’interno di qualche struttura, senza procedere con interventi di rimozione e smaltimento.

In altre parole l’incapsulamento è un intervento per mantenere l’originaria copertura, possibile grazie all’applicazione di prodotti ricoprenti che consentono di sigillare in modo appropriato e sicuro le fibre di amianto. Con questo trattamento, le fibre di amianto vengono fissate e sigillate mentre la copertura originaria viene preservata per altri diversi anni.

Rispetto ai processi di bonifica di rimozione e confinamento, l’incapsulamento dell’amianto presenta dei costi più contenuti ed è una procedura più veloce da attuare.

Di contro però, a differenza della rimozione, i rischi di esposizione all’amianto non vengono azzerati completamente perché con gli anni il liquido coprente utilizzato perde le sue capacità, con il rischio concreto di altre dispersioni delle fibre di amianto.

La ragione per cui le norme vigenti, in caso di incapsulamento dell’amianto, prevedono periodici controlli e costanti interventi di manutenzione. Quindi si tratta di una procedura di bonifica con pro e contro, aspetti positivi e negativi che analizzeremo nel dettaglio più avanti.

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Le fasi della procedura di incapsulamento dell’amianto

La bonifica attraverso l’incapsulamento amianto è una procedura complessa realizzabile in varie fasi:

  • la prima fase riguarda il sopralluogo propedeutico alla valutazione dei materiali contenenti l’amianto;
  • al sopralluogo segue un trattamento inziale per capire la reale fattibilità dell’incapsulamento. Potrebbero, infatti, insorgere complicanze che ne sconsigliano la fattibilità. In caso positivo, si continua il processo con un trattamento a spruzzo con l’uso di un primer formulato isomerico per sigillare bene le fibre di amianto e per formare una solida base per i successivi trattamenti;
  • la fase successiva prevede invece l’applicazione di un primer fissativo con delle resine a base d’acqua;
  • si prosegue poi applicando un primer consolidante, sempre a base d’acqua per salvaguardare maggiormente l’ambiente. I tipi di prodotti usati penetrano nelle lastre d’amianto rafforzando la matrice cementizia contenente le fibre;
  • la procedura viene ultimata con la stesura di una guaina liquida impermeabilizzante.

Ma quanto dura l’incapsulamento dell’amianto?

La durata di una procedura simile dipende molto dai prodotti impiegati ed è influenzata anche da fattori esterni: in genere con l’utilizzo di prodotti standard la durata è di venti anni circa, mentre quando gli interventi vengono effettuati con prodotti ad elevate prestazioni la durata dell’incapsulamento dell’amianto può arrivare fino a trent’anni.

In ogni caso, nel corso degli anni è fondamentale intervenire con dei periodici controlli e con costanti attività di manutenzione da prevedere con lo specifico piano degli interventi.

Leggi anche: Piano di lavoro amianto: cos’è, quando è obbligatorio e come si redige

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La normativa di riferimento

L’incapsulamento dell’amianto è una procedura di bonifica seria e complessa, pertanto è regolamentata da precise nome di legge. Nel nostro Paese, le principali norme di riferimento sono riconducibili ai Decreti Ministeriali del 6 settembre 1994 e del 20 agosto del 1999.

Il primo D.M. prevede le modalità per l’analisi delle dispersioni delle fibre d’amianto, dei limiti di esposizione e indica i processi per l’incapsulamento dei materiali, di rimozione e confinamento. Il Decreto Ministeriale del 6 settembre 1994 stabilisce, inoltre, delle linee guida per favorire la scelta del tipo di bonifica da svolgere e la realizzazione dei piani di verifica e manutenzione.

Invece, il D.M. del 20 agosto del 1999 prevede l’approfondimento delle tecniche specifiche, con la definizione dei materiali impiegati per l’incapsulamento dell’amianto.

Il fornitore dei prodotti, in base alla normativa vigente, per conseguire l’attestato di conformità ha il compito di presentare al laboratorio di riferimento i campioni dei prodotti per l’incapsulamento con le notizie utili per la giusta applicazione: tipologia del diluente, tempi di essicazione, spessare da applicare, etc. All’interno della certificazione di conformità il laboratorio deve riportare almeno le notizie più importanti:

  • il disciplinare di riferimento;
  • le informazioni per identificare il ciclo incapsulante analizzato;
  • le tipologie di provini impiegati;
  • i risultati relativi alla misura dello spessore di ciascun prodotto utilizzato e allo spessore complessivo di rivestimento;
  • il giudizio finale sulla conformità del rivestimento e la data delle prove svolte.

Sarà invece cura del responsabile degli interventi della ditta di bonifica attestare l’esecuzione dei lavori. Quest’ultimo, un attestato utile anche per permettere al committente di poter programmare correttamente la pianificazione di controllo e manutenzione da presentare, su richiesta, al competente organo di controllo.

È quindi compito del committente conservare correttamente l’attestazione di esecuzione dei lavori rilasciata dal responsabile degli interventi della ditta di bonifica

Leggi anche: Bonifica Amianto: le fasi dello smaltimento, i ruoli, i pro e i contro

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Attività di controllo e manutenzione

Per garantire la stabilità dell’incapsulamento dell’amianto è necessario prevedere un piano di controlli e manutenzione periodici. La responsabilità dell’esecuzione di questo piano è in capo al committente che dovrà agire attraverso:

  • il controllo del rivestimento incapsulante per verificare eventuali distacchi e sfaldamenti dalla superficie interessata;
  • il controllo del colore dell’ultimo strato per verificarne la condizione.

In caso di necessità, sarà essenziale intervenire al più presto per ripristinare le condizioni del rivestimento incapsulante e per applicare un ulteriore strato di prodotto per compensare quello sparito per colpa degli effetti atmosferici.

Inoltre, le ditte che svolgono gli interventi di manutenzione di strutture che non comportano la rimozione dell’amianto ma eventuali rilascio di fibre d’amianto, hanno il dovere di trasmettere al competente organo di controllo, entro trenta giorni dall’inizio degli interventi, una specifica notifica in cui si riportano i rischi connessi.

In tale notifica vanno segnalate le notizie riguardanti l’ubicazione del cantiere, le tipologie e le quantità di amianto manipolate, il numero dei lavoratori, le attività interessate, le misure di sicurezza attuate e la data di inizio e la durata dei relativi lavori.

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Incapsulamento amianto: pro e contro della procedura di bonifica

L’incapsulamento amianto è un processo di bonifica con dei vantaggi e degli svantaggi, pro e contro da analizzare con estremo interesse.

Tra i vantaggi principali sono da annoverare le spese ridotte rispetto agli interventi di rimozione e confinamento, il minore impatto ambientale perché l’amianto non viene rimosso ma lasciato al suo posto, il minor rischio di esposizione all’amianto per i lavoratori interessati e l’assenza di pericolosi rifiuti da smaltire.

Questa procedura però non presenta soltanto gli indiscutibili vantaggi appena descritti, di contro con l’incapsulamento dell’amianto esistono anche degli aspetti negativi.

Innanzitutto questa procedura di bonifica non ha effetti permanenti, in quanto l’amianto resta all’interno delle strutture e non sono esclusi lavori futuri per rimuoverlo definitivamente. Inoltre, con l’incapsulamento dell’amianto è necessario mettere in atto un costante piano di controllo e manutenzione.

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Incapsulamento dell’amianto: conclusione

Nel campo della bonifica relativa ai siti contaminati dalle fibre d’amianto esistono quindi tre tipi di tecniche regolamentate dalle norme di legge, tra le quali scegliere a seconda delle condizioni delle strutture contenenti amianto.

I tre tipi di bonifica riconosciuti e disciplinati dalla legge sono

  • l’incapsulamento dell’amianto,
  • la rimozione
  • il confinamento,

Sono tipologie di bonifiche diverse ognuna delle quali è adattabile ai casi specifici e con propri pro e contro. In questo articolo è stata trattata la procedura dell’incapsulamento amianto, sicuramente più economica delle altre due ma anche con degli aspetti meno positivi.

Di norma si ricorre all’incapsulamento dell’amianto nelle ipotesi di matrici compatte dei materiali in amianto e cemento amianto, a patto che i materiali si trovino ancora in uno stato abbastanza accettabile. In caso di materiali eccessivamente deteriorati non è invece possibile eseguire il trattamento. La tecnica dell’incapsulamento è poi particolarmente adatta al trattamento dei materiali di spessore ridotto.

Ad eseguire l’incapsulamento dell’amianto devono essere incaricate esclusivamente le imprese specializzate, così come previsto dal Decreto Ministeriale del 20 agosto 1999. Questo perché trattare l’amianto non è affatto un gioco da ragazzi, i rischi sono tanti e i lavoratori devono essere messi nella condizione di operare in totale si sicurezza. La normativa è chiara: nulla deve essere lasciato al caso e tutti i vincoli previsti devono essere rispettati. Il Decreto Legislativo 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza) tutela la salute dei lavoratori e la sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo pesanti sanzioni per i trasgressori.

Quindi tutte le parti coinvolte nelle operazioni di incapsulamento amianto devono rispettare rigorosamente le norme in materia, per non essere sanzionate pesantemente e soprattutto per non mettere a serio rischio la salute dei lavoratori impegnati negli interventi di bonifica.



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TAGS: amianto, bonifica amianto, incapsulamento amianto

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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