La bonifica di edifici e strutture dall’amianto è una tra le necessità prioritarie che dovrebbero essere perseguite a livello mondiale, ma la realtà è che solo in Italia questo materiale continua ogni anno a far registrare migliaia di vittime.
Il primo impiego del materiale nei settori industriale e dell’edilizia risale alla fine del 1800, nonostante l’amianto venisse già utilizzato in molti altri ambiti da molto tempo prima, persino dagli antichi Romani. Le prime segnalazioni relative alla pericolosità del materiale arrivarono ben prima che questo iniziasse ad essere utilizzato in ambito industriale, ma solo nel 1977 la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato tutti i tipi di amianto come cancerogeni.
Il processo di bonifica dall’amianto in Italia è iniziato nel 1994, in seguito al divieto di ogni impiego disposto nel 1992. Ad oggi è possibile usufruire della detrazione al 50% del Bonus Ristrutturazione per la bonifica dei tanti siti ancora interessati dalla presenza di amianto.
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Advertisement - PubblicitàQuando parliamo dell’amianto stiamo parlando di un gruppo di minerali fibrosi naturali che sono noti per la loro resistenza al calore, alla corrosione e alla conduttività termica ed elettrica (vedi qui tutte le tipologie).
Si tratta di minerali composti da fibre sottilissime e molto resistenti, che danno vita ad uno tra i materiali più impiegati nei settori edile e industriale fino al 1992. È stato in quell’anno, infatti, che è entrata in vigore la Legge n. 257 del 27 marzo 1992, con la quale si è stabilito il divieto di utilizzo dell’amianto in ogni ambito e settore, in seguito alla scoperta della pericolosità di questo materiale.
Le sottilissime fibre che compongono l’amianto, infatti, tendono a staccarsi nel momento in cui vengono “smosse”, per poi espandersi nell’aria circostante, diventando impercettibili all’occhio dell’uomo. Col tempo si è scoperto che l’inalazione di queste fibre estremamente dannose comporta la nascita quasi certa di tumori ai polmoni e di mesoteliomi pleurici, che tendono a formarsi in maniera lenta e silenziosa nell’arco di 25-50 anni.
A partire dal 1992, vengono vietate nello specifico
“[…] l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto.”
Nonostante questo, sono ancora numerosissimi gli edifici e le strutture (tra cui scuole, ospedali, acquedotti) che ancora oggi contengono delle parti realizzate in amianto che, per ovvie ragioni, non può essere rimosso e smaltito in maniera autonoma.
Per lo smaltimento dell’amianto, è necessario rivolgersi ad aziende specializzate ed autorizzate. Per saperne di più, leggi: “Smaltimento Amianto: come si procede e quanto viene a costare”
Advertisement - PubblicitàL’intervento di personale specializzato che possa procedere alla rimozione dell’amianto è un intervento piuttosto costoso. C’è però anche la possibilità di usufruire del Bonus Ristrutturazione, con detrazione al 50% delle spese sostenute ed un massimale pari a 96.000 euro.
È possibile procedere alla bonifica dell’amianto su singole unità immobiliari e parti comuni di edifici residenziali. Sono esclusi, come disposto per tutti i lavori ammessi all’agevolazione, tutti gli immobili che non siano a destinazione abitativa.
Per unità ed edifici residenziali, invece, la Circolare n. 17/E del 26 giugno 2023 ha chiarito che le spese legate alla bonifica dell’amianto possono essere ammesse al Bonus Ristrutturazione a prescindere dalla tipologia di interventi e dalla categoria alla quale appartengono.
Di conseguenza, si spiega: “la detrazione spetta a prescindere dalla realizzazione di un intervento di recupero del patrimonio edilizio e riguarda anche, ad esempio, il trasporto da parte di aziende specializzate dell’amianto in discarica.”
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