L’INPS ha comunicato che, a partire dal prossimo mese di Febbraio, sarà erogata una rivalutazione generale degli assegni pensionistici per tutti coloro che non hanno già beneficiato di tale rivalutazione nel mese di Gennaio.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha comunicato che, a partire dal prossimo mese di febbraio, sarà erogata una rivalutazione generale degli assegni pensionistici per tutti coloro che non hanno già beneficiato di tale rivalutazione nel mese di Gennaio.
Inoltre, come stabilito dalla Legge di Bilancio per il 2023, gli assegni minimi per gli individui con età superiore a 75 anni verranno aumentati da 525 euro a 600 euro al mese. Pertanto, gli assegni pensionistici di Febbraio saranno più sostanziosi rispetto a quelli erogati in precedenza.
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Advertisement - PubblicitàIl governo ha deciso di applicare una rivalutazione perequativa, con l’assegno pensionistico minimo per chi ha 75 o più anni d’età pari a 697 euro a Febbraio 2023. Coloro che hanno meno di 75 anni, invece, non raggiungeranno i 600 euro, ma subiranno una rivalutazione (1,5%) sull’inflazione con un assegno pari a 570 euro.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) inizierà l’erogazione delle pensioni con i nuovi importi a partire da mercoledì 1° febbraio, seguendo l’ordine alfabetico per chi va all’ufficio postale per ritirare la pensione.
Si stima che l‘aumento sarà del 7,3%: +5,3% sul valore del mese precedente e +2% già pagato lo scorso novembre per le pensioni fino a 2692,32 euro, come stabilito dal decreto Aiuti bis dell’esecutivo di Mario Draghi prima di cedere il passo a quello di Giorgia Meloni.
La rivalutazione piena, nella misura del 100%, riguarderà solo gli assegni non superiori a quattro volte il trattamento minimo, ovvero quelli fino a 2.101,52. Per chi riceve mensilmente cifre più elevate è previsto un aumento decrescente, sulla base di sei nuovi scaglioni.
Ad esempio, chi percepisce una pensione lorda pari a 2.626 euro riceverà circa 160 euro in più, chi percepisce una pensione compresa tra quella cifra e 3.150 euro avrà una rivalutazione del 53%. Infine, chi prende 3.150 euro si troverà sul conto corrente circa 120 euro in più.
La rivalutazione piena del 100% sarà applicata soltanto a coloro che ricevono assegni pensionistici che non superano quattro volte il valore delle pensioni minime, ovvero quelli che ammontano a poco più di 2100 euro. La percentuale della rivalutazione diminuirà proporzionalmente all’aumentare del valore dell’assegno. Ad esempio, chi ha una pensione tra quattro e cinque volte la minima subirà una rivalutazione dell’85%.
Coloro che hanno un assegno tra cinque e sei volte l’importo minimo subiranno una rivalutazione del 53%. Gli assegni superiori a sei volte l’importo minimo e pari o inferiori a otto volte lo stesso trattamento minimo, saranno rivalutati al 47%. La percentuale della rivalutazione scende al 37% per i trattamenti pensionistici compresi tra otto e dieci volte il minimo.
Infine, per gli assegni che superano di 10 volte il minimo, la rivalutazione sarà del 32%. Le erogazioni degli importi del primo scaglione, quelli fino a quattro volte il minimo, sono già iniziate questo mese. Tuttavia, gli importi degli altri scaglioni potrebbero essere erogati in ritardo, ovvero tra marzo e aprile. Il sistema di calcolo utilizzato non è progressivo, bensì basato su fasce, con un’aliquota unica applicata a tutto l’importo.
In riferimento alla rivalutazione degli assegni pensionistici, si riporta di seguito la suddivisione in sei scaglioni:
Il pagamento delle pensioni per il mese di febbraio avverrà il primo giorno bancabile del mese, ovvero mercoledì 1° febbraio, per coloro che hanno scelto l’accredito presso la propria banca. Tuttavia, per il mese di gennaio, l’accredito avviene un giorno successivo per permettere all’INPS di aggiornare i propri sistemi informatici nel passaggio da un anno all’altro.
Per quanto riguarda i pagamenti scaglionati per coloro che ritirano la pensione presso gli uffici postali, queste date sono già state esposte negli uffici postali di riferimento, suddivise per lettera iniziale del cognome del titolare dell’assegno.
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