A marzo e aprile, i pensionati italiani vedranno cambiare i loro cedolini a causa dell’aumento dell’addizionale comunale, della rivalutazione all’inflazione e della riduzione dell’aliquota Irpef, impattando diversamente le pensioni.
A partire da marzo, i pensionati italiani si trovano ad affrontare una serie di importanti cambiamenti finanziari, tra cui l’incremento dell’addizionale comunale in alcuni comuni e la rivalutazione delle pensioni legata all’inflazione.
Queste modifiche, insieme all’imminente riduzione dell’aliquota Irpef da aprile, promettono di avere un impatto significativo sui cedolini pensionistici.
In questo articolo, esploreremo dettagliatamente le variazioni previste e analizzeremo come queste influenzeranno gli importi percepiti dai pensionati nei prossimi mesi, evidenziando sia le sfide che le opportunità che ne derivano.
Sommario
A marzo, i pensionati di alcuni comuni italiani si troveranno di fronte a cambiamenti significativi nei loro cedolini pensionistici, principalmente a causa dell’aumento dell’addizionale comunale all’Irpef. Questo incremento, che inizia ad essere applicato da marzo 2024 fino a novembre 2024, si basa sulle aliquote fissate dalle Regioni e dai Comuni.
Le addizionali comunali e regionali vengono calcolate e trattenute in rate di uguale importo, seguendo le consuete modalità di calcolo.
La novità più rilevante per i pensionati risiede nell’incremento dell’addizionale comunale in specifici comuni. Per esempio, città come Napoli e Palermo hanno annunciato aumenti delle loro aliquote comunali. A Napoli, l’aliquota passa dallo 0,9% all’1%, con un aggravio che varia dai 15 ai 50 euro a seconda dell’importo della pensione.
A Palermo, l’aumento è previsto passare dallo 0,95% all’1%, con ulteriori incrementi progressivi nei prossimi anni. Questi cambiamenti comportano un inevitabile impatto al ribasso sugli importi delle pensioni per i residenti in queste aree, già a partire dal mese di marzo.
Advertisement - PubblicitàLe pensioni in Italia hanno ricevuto una significativa rivalutazione a partire da Gennaio 2024, con un incremento del 5,4% legato all’adeguamento all’inflazione. Questa rivalutazione ha influenzato in modo diverso le pensioni, a seconda dell’importo lordo mensile percepito dal pensionato.
Per gli assegni che non superano i 2.271,76 euro lordi mensili, l’incremento è stato applicato in toto. Per gli importi superiori, invece, la rivalutazione è stata applicata in maniera parziale, con percentuali decrescenti in base all’importo della pensione.
L’effetto di questa rivalutazione varia: per le pensioni fino a cinque volte il minimo, l’incremento è del 4,59%, riducendosi progressivamente fino all’1,188% per quelle che superano le dieci volte il minimo. Questo meccanismo di adeguamento parziale ha l’obiettivo di equilibrare l’incremento in funzione dell’importo della pensione, influenzando soprattutto le pensioni più elevate, per le quali l’adeguamento percentuale è stato ridotto dalla legge di Bilancio.
Nonostante l’aumento lordo, l’impatto netto sulle pensioni tiene conto anche del prelievo fiscale.
Tuttavia, quest’anno l’effetto dell’IRPEF è stato in parte mitigato dalla riforma fiscale, che ha introdotto una riduzione del prelievo fino a un massimo di 20 euro mensili. Di conseguenza, una pensione di 1.000 euro mensili lordi vede un incremento netto dopo l’IRPEF che varia, evidenziando come la riforma fiscale contribuisca a modulare l’impatto della rivalutazione sull’importo netto percepito dai pensionati.
Advertisement - PubblicitàDa aprile 2024, i pensionati italiani beneficeranno di un ulteriore adeguamento finanziario grazie all’introduzione delle nuove aliquote Irpef. Questa modifica, che ha già trovato applicazione per i dipendenti a partire da gennaio, prevede una tassazione al 23% per i redditi fino a 28 mila euro.
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Gli scaglioni di reddito superiore mantengono, per il momento, le aliquote del 35% e del 43%. Questa riforma fiscale si traduce in un beneficio massimo di 260 euro annui, con un impatto diretto sui cedolini pensionistici già dal mese di aprile.
Per i pensionati, l’adeguamento delle nuove aliquote Irpef significa ricevere, con la pensione di aprile, il conguaglio relativo ai mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Questo “bonus” si traduce in un incremento superiore ai 60 euro, rappresentando una significativa boccata d’aria fresca per i beneficiari. L’introduzione di questa misura riflette l’effort del legislatore di andare incontro alle esigenze dei cittadini più anziani, offrendo un sostegno concreto in un periodo di incertezze economiche.
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