L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al Decreto Superbonus con 150 voti favorevoli e 109 contrari. Con il via libera definitivo al Decreto Superbonus, i costi saranno detraibili in dieci anni e non più in quattro anni.
L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al Decreto Superbonus con 150 voti favorevoli e 109 contrari. Dopo i tanti dibattiti e le aspre polemiche degli ultimi giorni, il Governo ha incassato la fiducia e il provvedimento è diventato legge.
Tra le più importanti novità da segnalare quella sui costi sostenuti dal 1° gennaio 2024, che dovranno essere portati in detrazione in dieci anni anziché in quattro. Una restrizione introdotta con effetto retroattivo, in linea con la volontà del Governo di rivedere i bonus edilizi diventati ormai un macigno poso sostenibile per le Casse dello Stato.
Inoltre, da gennaio 2025, previsto lo stop alla compensazione per le banche dei crediti da bonus edilizi con i contributi INAIL e INPS. Di seguito ecco le misure previste con il nuovo Decreto.
Sommario
Con il via libera definitivo al Decreto Superbonus, i costi saranno detraibili in dieci anni e non più in quattro anni. Detraibili in dieci anni e non più in cinque anni anche i costi per il bonus barriere architettoniche e per il sisma bonus.
Un aspetto fondamentale del decreto è la retroattività della norma, da applicare già ai costi sostenuti a partire dal 1° gennaio 2024. In concreto, i soggetti interessati dovranno aspettare più anni di quelli previsti dalle vecchie regole per essere rimborsati totalmente.
La retroattività della norma ha fatto molto discutere, anche tra gli stessi partiti di maggioranza sono stati registrati diversi dissapori. Ciò nonostante, alla fine è stata votata la fiducia. Per i costi sostenuti entro il 31 dicembre 2023 resta in vigore la detrazione in quattro anni. L’obbligatorietà riguardo alla ripartizione della detrazione in dieci anni interessa soltanto l’uso diretto dei bonus in dichiarazione, non interessa invece l’uso dei crediti d’imposta originati da sconto in fattura o da cessione.
Le aziende che hanno acquisito i crediti proseguiranno infatti a usarli secondo le norme vigenti oggi: in quattro rate se riconducibili al Superbonus e in cinque anni se relativi al bonus barriere architettoniche e al sisma bonus.
Advertisement - PubblicitàLa detraibilità dei costi in dieci anni non è l’unica novità introdotta dal Decreto appena approvato dalla Camera. Nel provvedimento è presente anche un ulteriore taglio dello sconto per gli interventi di ristrutturazione, con la riduzione dell’aliquota della detrazione per i lavori di riqualificazione energetica e di recupero edilizio. Un’altra disposizione restrittiva prevista per alleggerire i costi e salvaguardare così i conti pubblici.
Il Bonus Ristrutturazione 2024 è pari al 50% con un tetto massimo di spesa da portare in detrazione di 96.000 euro, mentre a partire dal 2025 l’aliquota scenderà al 36% e il tetto massimo di spesa a 48.000 euro.
Un’ulteriore novità riguarda poi lo stop alle compensazioni per gli istituti bancari. Dal 2025 cambiano le cose anche per le banche, che non avranno più la possibilità di compensare i crediti del Superbonus con debiti assistenziali e previdenziali e i premi assicurativi contro le malattie professionali e contro gli infortuni sul lavoro.
Inoltre gli istituti bancari, gli intermediari e le assicurazioni che hanno acquisito dei crediti a meno del 75% del loro originario valore, sono tenuti alla ripartizione delle rate in sei quote annue, senza possibilità di un’ulteriore ripartizione né di alcuna cessione.
Quest’ultimo, un provvedimento che ha scontentato non poco le banche e che potrebbe avere serie ripercussioni negative su imprese e famiglie. Anche se non è stata ancora fatta un’esatta valutazione sui possibili effetti, l’ABI ha prontamente lanciato un campanello d’allarme rimarcando le difficoltà per gli istituti bancari di compensare i crediti, con risvolti negativi pure sulle loro capacità di acquisire altri crediti. Di conseguenza, possibili ricadute in negativo sulle imprese e sulle loro possibilità di cedere i crediti.
Con il Decreto Superbonus coinvolti anche i Comuni, in quanto ad essi è stata data la possibilità di fare delle verifiche anti frode nell’applicazione dei benefici fiscali in ambito edilizio.
Approfondisci: Superbonus 2024: verso una detrazione estesa e controlli da parte dei Comuni
Advertisement - PubblicitàAlla fine il Parlamento ha confermato le restrizioni previste nel Decreto approvato nel Consiglio dei Ministri. Il provvedimento “spalma detrazioni” in 10 anni, fortemente voluto dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, è stato il più controverso. Una misura con effetto retroattivo molto criticata non solo dai partiti di opposizione. Forza Italia ha manifestato senza giri di parole la sua contrarietà, tra l’altro astenendosi in Commissione al Senato.
Confermato invece il plafond di 400mln di euro, per permettere nelle aree dell’Abruzzo interessate dal sisma del 2009 e nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma del 2016, di continuare a fruire della cessione del credito e dello sconto in fattura. Parallelamente è stata però cancellata la possibilità di accedere al Superbonus rafforzato, uno strumento che permette un’agevolazione al 150% rinunciando ai contributi previsti per le ricostruzioni nelle aree terremotate.
Per le altre aree del Paese interessate dal sisma, escluse da cessione e sconto, per il 2025 è stato stabilito un fondo di 35 mln di euro per favorire l’erogazione di contributi per i lavori di ricostruzione.
Un ulteriore fondo pari a 100 mln di euro è stato costituito per erogare contributi agli Enti del terzo settore e alle ONLUS per i lavori di riqualificazione da effettuare sui loro edifici.
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