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Teleriscaldamento: come funziona, caratteristiche e i vantaggi

Una delle soluzioni più efficaci per abbattere le emissioni e, per giunta, ottenere un recupero di alcuni rifiuti, è proprio quello di sfruttare la tecnologia del teleriscaldamento per ridurre il numero delle caldaie in uso.

Teleriscaldamento: come funziona, caratteristiche e i vantaggiTeleriscaldamento: come funziona, caratteristiche e i vantaggi
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Con la costante crescita della popolazione si fa sempre più necessario lo sviluppo di tecnologie innovative per il riscaldamento delle unità abitative, delle imprese, e dell’industria. In seconda battuta, inoltre, è importante trovare una soluzione al problema del riscaldamento globale e dell’aumento dell’inquinamento atmosferico.

Una delle soluzioni più efficaci per abbattere le emissioni e, per giunta, ottenere un recupero di alcuni rifiuti, è proprio quello di sfruttare la tecnologia del teleriscaldamento per ridurre il numero delle caldaie in uso.

Nel corso dell’ultimo periodo, infatti, è stata oggetto di grande interesse da parte dell’opinione pubblica che si è occupata anche, come approfondiremo meglio in seguito, di legiferare a favore di questa tecnologia, in modo da favorirne lo sviluppo.

Oggi cercheremo di capire come funzionino queste infrastrutture e perché siano così interessanti sotto il profilo ambientale ed economico.

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Che cos’è il teleriscaldamento?

Il teleriscaldamento, come anticipato in precedenza, è un sistema di riscaldamento particolarmente efficiente, che permette di ridurre le emissioni nell’atmosfera e, per giunta, di ottenere un riuso e un riciclo di alcune tipologie di rifiuti.

Nel caso del teleriscaldamento, infatti, l’acqua calda viene prodotta in apposite centrali che sono spesso situate molto lontano dagli edifici che vengono serviti; la centralizzazione, infatti, è uno dei sistemi più efficienti per abbattere l’impatto, e i costi di gestione, di una infrastruttura. Una volta che l’acqua è stata riscaldata all’interno della centrale, viene convogliata fino agli edifici serviti dove, grazie alla presenza di appositi scambiatori di calore, è possibile riscaldare l’acqua sanitaria o quella per il riscaldamento dell’edificio stesso.

Le centrali per il riscaldamento dell’acqua vengono alimentate con numerose tipologie di combustibile: si passa infatti dagli scarti di lavorazione del legno, all’incenerimento dei rifiuti solidi urbani e, per finire, in alcuni casi, anche alla combustione del biogas prodotto dalla lavorazione dell’umido. Ciascuno di questi combustibili permette di recuperare preziosa energia che, in alternativa, non sarebbe stata utilizzata e sarebbe stata dispersa in ambiente con, in alcuni casi, irreparabili danni ambientali.

Le centrali per il riscaldamento dell’acqua di nuova generazione sono inoltre equipaggiate con filtri particolarmente efficienti, capaci di abbattere sensibilmente le emissioni in atmosfera e, complessivamente, di assicurare emissioni più basse in confronto a quelle prodotte dalle caldaie domestiche.

Gli impianti di teleriscaldamento, inoltre, sono vantaggiosi anche per le amministrazioni locali in quanto, solitamente, il costo di ammortamento dell’impianto stesso, avviene nel giro di pochi anni e stati ed Unione Europea, mettono a disposizione dei fondi per la loro realizzazione.

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Quali sono le infrastrutture necessarie per il funzionamento di un impianto di teleriscaldamento?

Un impianto di teleriscaldamento è costituito da una infrastruttura particolarmente complessa che consta sia dei sistemi di riscaldamento dell’acqua all’interno del polo di produzione che, in modo particolare, dei sistemi di distribuzione in una determinata area.

Il polo di produzione è solitamente costituito da una serie di inceneritori o unità di riscaldamento, che si occupano di portare la temperatura dell’acqua a circa 80°. A questo punto, dei complicati sistemi di distribuzione, permettono di convogliare l’acqua calda direttamente in apposite tubature termo isolate che permetteranno di mantenere costante la temperatura.

Raggiunti gli edifici residenziali l’utente finale può scegliere se collegarsi alla rete di andata o a quella di ritorno.

La rete di andata ha il vantaggio di sfruttare una temperatura particolarmente elevata, e si presta ad essere utilizzata per gli impianti più vetusti come, ad esempio, quelli a caloriferi. Questi ultimi, infatti, necessitano di una temperatura di esercizio particolarmente elevata compresa tra i 60 e 70°.

Per tutte quelle abitazioni, aziende, industrie, che hanno impianti di riscaldamento più efficienti, è consigliabile collegarsi alla rete di ritorno. Quest’ultima, infatti, ha acqua ad una temperatura di 30 40° e, si presta la perfezione ad essere utilizzata per il riscaldamento dell’acqua per, ad esempio, gli impianti di riscaldamento a pavimento.

Alcuni gruppi specializzati nella realizzazione di impianti per il teleriscaldamento stanno sperimentando dei sistemi anche per il raffrescamento estivo. In questo caso, infatti, alle abitazioni finali arriva acqua calda che, grazie la presenza di appositi scambiatori frigoriferi, permettono di raffrescare gli ambienti.

Una nota interessante è che l’utente finale, grazie a questo particolare sistema di riscaldamento, è sollevato da qualsiasi tipologia di manutenzione fino allo scambiatore. Sarà infatti la ditta erogatrice del servizio a farsi carico della manutenzione dell’intera linea e di assicurarne la massima efficienza possibile.

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Quali sono i vantaggi del teleriscaldamento?

Come anticipato in precedenza, il teleriscaldamento è in grado di assicurare innumerevoli vantaggi per tutte le amministrazioni locali e non, che decidono di scegliere questa tecnologia per il riscaldamento delle abitazioni e delle industrie della propria città.

Dal punto di vista tecnico, infatti, uno degli aspetti più interessanti di questa tecnologia è sicuramente quello di poter essere utilizzata in qualsiasi tipologia di edificio, sia di nuova costruzione che preesistente.

Uno dei vantaggi più interessanti per coloro che costruiscono o ristrutturano un edificio è sicuramente il guadagno di spazio e di tempo. Non essendo presente la centrale termica, infatti, sono minori i vincoli nella progettazione degli spazi anche grazie alla mancanza della canna fumaria. Attenzione, inoltre, che l’applicazione delle norme delle Usl e del VVF è decisamente più semplice.

Non è necessario inoltre l’ottenimento o, eventualmente, il rinnovo, del certificato di prevenzione incendi e non è necessario l’intervento dell’ISPESL per l’accertamento di qualità dell’impianto di riscaldamento. Nell’abitazione, infatti, è presente soltanto uno scambiatore di calore molto semplice da manutenere.

Il servizio di teleriscaldamento, inoltre, ha un’efficienza particolarmente elevata. Se l’allacciamento infatti viene effettuato nella condotta di ritorno, il cliente finale avrà l’opportunità di beneficiare di un ulteriore sconto del servizio, in base ai fornitori, che può raggiugere fino il 15%.

Gli impianti teleriscaldamento sono molto più sicuri rispetto a quelli convenzionali in quanto, la totale assenza di una centrale termica all’interno dell’abitazione, riduce il rischio di incendi, fughe di gas, ed esplosioni.

Altro vantaggio è la totale assenza di manutenzione a carico del cliente finale: il servizio di controllo e gestione dell’impianto, infatti, viene affidato alla società erogatrice del servizio.

Dal punto di vista ambientale, inoltre, il teleriscaldamento ha un impatto decisamente positivo, comportando una riduzione delle emissioni dei gas serra in atmosfera che può raggiungere il 40%.

Oltre alla riduzione delle emissioni complessive, è possibile controllare efficacemente la qualità dei fumi emessa in atmosfera, in modo da riuscire a rimuovere, per giunta, gli inquinanti più pericolosi. Gli impianti di teleriscaldamento, inoltre, essendo particolarmente efficiente dal punto di vista energetico, sono soggetti a notevoli incentivi economici da parte dello Stato italiano e dell’Unione Europea.

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Quanto costa la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento?

Il costo per la realizzazione degli impianti di teleriscaldamento varia in stretta relazione alla tecnologia utilizzata e al combustibile impiegato per il riscaldamento dell’acqua.

Esistono sostanzialmente due tipologie di alimentazione: quella biomassa, e quella a combustibile inorganico.

Nel caso si scelga l’alimentazione a biomassa, si utilizza come combustibile il cippato, il pellet, la legna, e tutti quei materiali di recupero (come, ad esempio, il biogas ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani). Tra tutte queste soluzioni, il cippato è sicuramente quello in grado di assicurare il miglior risparmio energetico ed economico e, al contempo, la massima resa termica.

Gli impianti realizzati per bruciare questa tipologia di combustibile sono molto efficienti e hanno un costo di realizzazione contenuto.

Giusto per fare alcuni esempi, a Trento, nel quartiere Le Albere, è presente una centrale termica con una potenza massima di 14.800 kWth. In questo caso la produzione di calore avviene attraverso l’utilizzo di un co-generatore alimentato a gas naturale e, per giunta, di tre caldaie industriali a gas.

Il costo di riqualifica e realizzazione dell’impianto, tenendo in considerazione che la superficie servita è di 130.000 m quadri, e, la potenza elettrica raggiunta di 1800 kW e quella termica è 14.800 kW; il costo è stato di 450 milioni di euro. Il costo netto dell’impianto, ad esclusione della riqualifica ambientale, è di circa 25,05 € per KW prodotto.

A prima vista i costi potrebbero risultare particolarmente elevati ma, in realtà, esistono numerose agevolazioni che permettono di abbattere i costi finali per le amministrazioni locali. Si pensi, ad esempio, ai finanziamenti pubblici, che possono abbattere fino al 50% i costi di realizzazione dell’impianto e, per giunta, i contributi degli enti privati.

I Certificati bianchi (TEE), inoltre, permettono di ricavare ulteriori fondi.

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Qual è l’impatto ambientale di questi impianti?

Come visto in precedenza, l’impatto ambientale di una centrale per il teleriscaldamento è incredibilmente basso. Dal punto di vista dell’inquinamento, infatti, quest’ultima emette dal 50 al 60% in meno di emissioni rispetto al riscaldamento convenzionale con le caldaie.

La riduzione dell’inquinamento, infatti, avviene attraverso la riduzione delle emissioni in atmosfera di polveri sottili e monossido di azoto, due elementi molto pericolosi per la salute pubblica.

Le centrali per il teleriscaldamento, inoltre, grazie ai particolari studi ambientali eseguiti a priori e, e, per giunta, ad una scrupolosa progettazione, permettono di ridurre in maniera sostanziale il loro impatto sull’ecosistema naturale. Esistono infatti numerose soluzioni che permettono una completa integrazione degli apparati nell’ecosistema naturale. Le tubazioni della rete di distribuzione, ad esempio, possono essere installate sotto la sede stradale.

Le centrali, inoltre, possono essere progettate con criteri di design utili a mimetizzarle all’interno dell’ambiente. L’insieme di tutti questi accorgimenti permette di inserirle con successo sia in un contesto urbano che rurale.



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TAGS: riscaldamento, teleriscaldamento

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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