Il Superbonus rappresenta una imperdibile opportunità per riqualificare un immobile. Si tratta infatti di una agevolazione fiscale introdotta nel 2020 attraverso il cosiddetto Decreto Rilancio. In particolare, fa riferimento all’articolo 119 del decreto legge numero 34.
Inizialmente prevedeva l’opportunità, per i proprietari di immobili, di ottenere uno sgravio fiscale del 110% delle spese sostenute a partire dal primo luglio 2020.
Sono ammesse varie tipologie di lavori per migliorare le caratteristiche dell’edificio per quanto riguarda il consolidamento statico, il rischio sismico e soprattutto l’efficienza energetica.
Il tema dell’ecosostenibilità è tra i più importanti e infatti ci sono diversi interventi che godono di tale agevolazione riguardanti anche l’installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture dedicate alla ricarica di veicoli elettrici all’interno degli edifici privati e condominiali.
Tuttavia, il Superbonus è stato recentemente modificato soprattutto per quanto riguarda l’entità dello sgravio e per le modalità di utilizzo. L’aliquota del 90% è infatti prevista soltanto per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 mentre, per il 2024, l’entità dello sgravio scende al 70% e per il 2025 al 65%.
Sommario
Il Superbonus è la principale agevolazione fiscale a disposizione di condomini e singoli proprietari per rivedere le caratteristiche strutturali e funzionali della propria abitazione. Rientra in una serie di misure che hanno come obiettivo finale quello di riqualificare il tessuto immobiliare e urbanistico italiano ancora obsoleto e fatiscente in percentuale elevata rispetto al resto d’Europa e troppo lontano dagli obiettivi comunitari in tema di efficienza e sicurezza.
Dal punto di vista pratico si tratta di un’agevolazione fiscale in termini IRPEF che riguarda le spese sostenute per eseguire lavori che migliorano l’efficienza energetica, la sicurezza dello stabile in caso di cataclismi naturali come il sisma e per il consolidamento statico.
È stato introdotto per la prima volta nel 2020 attraverso il decreto rilancio per cercare di dare nuova linfa vitale al settore edile e a quello immobiliare. È stato recentemente rivisto, soprattutto per quanto riguarda l’aliquota dell’incentivo e le modalità di utilizzo.
Nello specifico la detrazione è prevista per il 90% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2023. Da sottolineare che ci sono delle modalità specifiche che permettono di stabilire le tempistiche con cui si effettuano i lavori tra cui anche il momento in cui si esegue il bonifico parlante.
L’aliquota scende al 70% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 e al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2025. Oltre quest’ultima data non sarà più possibile godere dell’agevolazione a meno di proroghe e modifiche.
Advertisement - PubblicitàPossono accedere al Superbonus condomini e persone fisiche al di fuori di attività di impresa e professioni. I lavori devono essere effettuati su edifici che dispongono da due a quattro unità immobiliari accatastate in maniera indipendente. Possono fruire di agevolazioni anche nel caso in cui siano possedute da un unico proprietario.
Inoltre, rientrano nella casistica anche le singole unità immobiliari posizionate nello stesso condominio o edificio. Tra l’altro, è stato chiarito, per mezzo di circolari pubblicate dall’Agenzia delle Entrate, che possono godere di tale agevolazione fiscale anche gli edifici che vengono demoliti e poi ricostruiti.
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L’attuale meccanismo alla base del Superbonus prevede la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute da sfruttare in quattro quote annuali di pari importo. Inoltre, la misura è attuabile anche per istituti autonomi di case popolari (Iacp), cooperative di abitazione a proprietà indivisa, associazioni di volontariato come le Onlus e associazioni e società sportive dilettantistiche.
Ne possono beneficiare anche i soggetti Ires a patto che le spese siano state effettuate per interventi trainanti sulle parti comuni in edifici condominiali.
Advertisement - PubblicitàIl meccanismo del Superbonus è ben più articolato e complesso rispetto al Bonus Ristrutturazione oppure all’Ecobonus. In particolare, bisogna far riferimento al concetto di interventi principali definiti anche trainanti e quelli trainati.
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Gli interventi principali sono quelli che devono essere assolutamente effettuati dal proprietario dell’immobile per poter richiedere e ottenere l’agevolazione anche per quelli trainati. Ce ne sono di diverso tipo. Il proprietario deve effettuare interventi dedicati all’isolamento termico sugli involucri per migliorare l’efficienza energetica oppure procedere con la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale posizionati sulle parti comuni di un edificio.
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In alternativa, la sostituzione dell’impianto di climatizzazione può avvenire anche sugli edifici unifamiliari e sulle unità immobiliare che fanno parte di edifici plurifamiliari però indipendenti dal punto di vista funzionale, ossia presentano un ingresso non condiviso con altri proprietari.
La quarta casistica di lavori trainanti sono quegli antisismici. L’edificio deve essere rivisto dal punto di vista strutturale con soluzioni all’avanguardia grazie alle quali un eventuale sisma non rappresenterebbe un problema per l’incolumità delle persone e della stessa casa. Qualora siano previsti uno o più di questi interventi trainanti ci sono altri lavori che potrebbero rientrare nel Superbonus godendo della detrazione.
La normativa prevede che deve essere effettuato almeno uno degli interventi principali appena indicati. Volendo essere più precisi, i lavori trainati possono essere dedicati in generale all’efficientamento energetico e all’installazione di impianti solari fotovoltaici con tanto di sistema di accumulo per mettere da parte l’energia prodotta e utilizzarla quando necessario.
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Fanno parte di questa casistica anche le infrastrutture finalizzate alla ricarica dei veicoli elettrici e tutti gli interventi che utili per rendere un edificio accessibile attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche, così come regolato dall’articolo 16 bis lettera e) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Advertisement - PubblicitàNel corso del 2023 le modalità di accesso al Superbonus sono state variate in maniera sostanziale. Il proprietario dell’immobile che effettua un intervento di riqualificazione energetica e di tutte le altre tipologie riportate nel precedente paragrafo, ha teoricamente la facoltà di scegliere tra 3 diverse procedure utili per sfruttare l’agevolazione.
La prima è la detrazione fiscale in sede dichiarazione dei redditi con la somma maturata che può essere sfruttata in 4 quote annuali di pari importo. In questo caso è possibile utilizzare il credito maturato fino ai propri limiti di capienza di imposta annua dichiarata. Ad esempio, se sono stati effettuati interventi che danno diritto ad una detrazione di 60 mila euro da ripartire in 4 anni, vuol dire che si avrebbe diritto a 15 mila euro di sgravio all’anno.
Tuttavia, se la propria capienza fiscale è di 12 mila euro, ossia questa è la somma versata ogni anno in termini IRPEF, chiaramente se ne potranno detrarre soltanto 12 mila mentre i restanti 3 mila euro andrebbero persi.
In alternativa, è possibile anche affidarsi ad una impresa che pratica uno sconto in fattura sui beni e servizi che vengono offerti. In questo caso, l’impresa ottiene il credito maturato e lo porterà a sua volta in detrazione inserire dichiarazione dei redditi.
Poi la terza possibilità ossia la cessione del credito che corrisponde ovviamente alla detrazione spettante. Va rimarcato che la detrazione può essere effettuata in favore dei fornitori dei beni dei servizi usati per realizzare l’intervento, di istituti di credito interessati, mediatori finanziari e di qualsiasi soggetto come una persona fisica oppure una società.
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Ricordiamo che per il 2024 la cessione del credito e lo sconto in fattura non saranno più disponibili.
Advertisement - PubblicitàNel corso del 2023 sono state apportate numerose modifiche al Superbonus per il 2024 attraverso appositi decreti legge e la legge di bilancio. In particolare, la ritenuta prevista sui bonifici parlanti che devono essere inoltrati per dimostrare le avvenute spese di ristrutturazione e di efficientamento energetico, è dell’11%. Si tratta di un aumento di tre punti percentuali rispetto al precedente valore.
Ci sono poi importanti chiarimenti per quanto riguarda l’edificio che ha beneficiato il Superbonus.
Qualora si dovesse prendere in considerazione l’esigenza di vendere l’immobile prima che siano trascorsi 5 anni dal termine dell’intervento, ci sono novità dal punto di vista fiscale. Nello specifico i costi che si sono resi necessari per i lavori di riqualificazione energetica e sismica possono essere inseriti nel calcolo della plusvalenza. Da un punto di vista pratico ciò significa sottoporli ad una tassazione del 26%. Ci sono, però, delle eccezioni che riguardano gli immobili ottenuti per successione e quelli che vengono considerate prime case.
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Il governo, inoltre, sembra intenzionato a inasprire i controlli su tutti gli edifici che hanno fruito del Superbonus onde evitare un uso improprio della misura. Ciò comporta che tali edifici vengano sottoposti a maggiori controlli catastali. L’obiettivo è quello di spingere il proprietario nel rivalutare la rendita catastale evidentemente migliorata per via degli interventi di riqualificazione energetica e sismica.
I proprietari che non hanno provveduto ad aggiornare la rendita catastale possono essere colpiti da sanzioni.
In precedenza abbiamo parlato delle differenti aliquote previste per il Superbonus dando delle scadenze temporali ben definite. C’è da dire che la nuova normativa, infatti, è anche retroattiva per cui non verrebbero più applicate le vecchie aliquote del 110% e il 90% per lavori già in essere nel caso non completati entro le date stabilite.
C’è poi anche da fare una importante precisazione sulle modalità di utilizzo del Superbonus. Abbiamo parlato della possibilità di portare in detrazione le spese sostenute oppure di scegliere lo sconto in fattura e la cessione del credito. Facendo riferimento alle attuali normative, le ultime due modalità sono pressoché inutilizzabili se non in alcuni casi molto particolari.
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Il primo caso riguarda i lavori che sono già in corso ossia per quelli che, alla data del 16 febbraio 2023, erano già state presentati i titoli abilitativi necessari per realizzare l’intervento. In alternativa, godono di cessione del credito e sconto in fattura anche i cosiddetti lavori di edilizia libera per i quali non è necessario produrre permessi a patto che siano già stati effettuati i pagamenti oppure sottoscritti degli accordi per quanto riguarda la realizzazione e la fornitura di tutti i beni e prodotti che devono essere installati sul cantiere.
Il secondo caso che fa eccezione, fa riferimento ad alcune zone che sono state colpite da eventi naturali che hanno comportato danneggiamenti. In particolare, riguardano gli interventi per ricostruire gli edifici privati ubicati in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dal sisma del 2016.
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Per tutte queste abitazioni il Superbonus si applica al 110% con la possibilità sia di scegliere lo sconto in fattura sia di poter cedere il credito d’imposta maturato ad un terzo soggetto che può essere anche una banca.
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