Il decreto legge del governo sul Superbonus ha scatenato un’ondata di proteste da parte delle associazioni di categoria e dei sindacati dei lavoratori del settore edile.
Il decreto legge del governo sul Superbonus ha scatenato un’ondata di proteste da parte delle associazioni di categoria e dei sindacati dei lavoratori del settore edile. In particolare, il blocco alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura ha suscitato preoccupazioni per le conseguenze negative che potrebbe avere sull’economia e sulla tenuta sociale del paese.
Secondo alcune stime, ci sarebbero oltre 100mila posti di lavoro a rischio e circa 25mila aziende che potrebbero fallire.
Le associazioni imprenditoriali, grandi e piccole, chiedono una “misura tempestiva” che consenta alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche. In questo modo, si potrebbe garantire la liquidità necessaria alle imprese per evitare fallimenti a catena e conseguenti ripercussioni negative sull’occupazione e sull’economia.
Tuttavia, il governo difende la propria scelta, affermando che si è dovuto intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi di euro per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato. Secondo il viceministro all’economia Maurizio Leo, l’esperto fiscale più vicino alla premier Giorgia Meloni, si è trattato di un intervento mirato che ha permesso di ridurre il costo del Superbonus per le casse pubbliche.
Il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha preso atto della decisione del governo italiano sul Superbonus e ha riconosciuto le preoccupazioni del ministro Giorgetti sulle conseguenze sui conti pubblici. Tuttavia, Gentiloni ha sottolineato che uno degli obiettivi della misura era quello di migliorare le classi energetiche delle abitazioni, il che potrebbe essere compromesso dalla decisione del governo di bloccare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura.
Le proteste dei sindacati e delle associazioni di categoria sono motivate anche dalla preoccupazione per la tenuta sociale del paese. Secondo il segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi, il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura sui bonus edilizi, compreso il Superbonus, mette a rischio decine di migliaia di aziende e oltre 100mila posti di lavoro. Il segretario generale della Filca-Cisl, Enzo Pelle, ha sottolineato che si rischia di disperdere un patrimonio di professionalità che è fondamentale per il cambiamento del paese e che è indispensabile per realizzare quanto previsto dallo stesso Pnrr.
Confapi Aniem ha evidenziato come il Superbonus abbia contribuito in modo determinante all’aumento del Pil del paese, favorito la disponibilità di risorse da destinare al caro energia e determinato risultati positivi sull’occupazione con la creazione di 900.000 posti di lavoro. L’entrata in vigore della norma rappresenta quindi un atto di sfiducia verso le imprese del settore che hanno investito concretamente nella prospettiva di una crescita finalmente stabile.
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In questo contesto di preoccupazione e incertezza, si rende necessario un confronto tra le parti interessate per trovare una soluzione che concili le esigenze del governo con quelle delle imprese e dei lavoratori del settore edile. È importante garantire una liquidità sufficiente alle imprese per evitare il rischio di fallimenti e di perdita di posti di lavoro, ma anche preservare l’obiettivo di migliorare la qualità energetica delle abitazioni.
Inoltre, è necessario prevedere politiche industriali e di lungo periodo per il settore edile, considerando anche la densità abitativa dei luoghi di intervento e utilizzando strumenti emergenziali. È importante che vengano convocati anche i sindacati del settore per un confronto che tuteli un pezzo del lavoro strategico per il futuro dell’Italia.
In conclusione, la decisione del governo sul Superbonus ha sollevato preoccupazioni e proteste da parte delle associazioni di categoria e dei sindacati dei lavoratori del settore edile. È necessario un confronto tra le parti interessate per trovare una soluzione che concili le esigenze del governo con quelle delle imprese e dei lavoratori del settore edile e che preservi l’obiettivo di migliorare la qualità energetica delle abitazioni.
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