L’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha da poco pubblicato il bollettino periodico sull’andamento del Superbonus 110%.
L’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha da poco pubblicato il bollettino periodico sull’andamento del Superbonus 110%.
Advertisement - PubblicitàI dati dell’ente ministeriale, che opera sotto l’egida del Ministero della Transizione Ecologica, fanno registrare l’ennesima impennata della misura voluta dal secondo governo Conte: l’ammontare complessivo delle detrazioni fiscali dovute dallo Stato alle imprese che hanno rispettato i requisiti previsti per l’ottenimento delle agevolazioni è infatti salito oltre quota 60 miliardi di euro.
A settembre erano poco più di 56: l’incremento, dunque, si aggira intorno al cinque per cento mensile.
I dati sono pienamente in linea con quelli delle mensilità precedenti: sebbene il rialzo segnali un leggero ribasso, la tendenza appare ugualmente in crescita, tanto che entro fine anno non si esclude lo sfondamento del tetto dei settanta miliardi.
Come è noto, per usufruire dei vantaggi del Superbonus 110% è necessario realizzare lavori di ammodernamento che coinvolgano condomini ed abitazioni unifamiliari, nel rispetto di una serie di parametri legati all’efficientamento ecologico e alla prevenzione del rischio sismico.
Leggi l’approfondimento sul Superbonus: “Superbonus 110: la guida completa del 2022“;
L’agevolazione, disciplinata dal cosiddetto Decreto Rilancio (decreto legge n. 34/2020) ha avuto notevoli effetti sull’economia italiana nell’anno solare in corso; ai vantaggi legati al rilancio dell’edilizia, tuttavia, fa da contraltare il notevole investimento che la misura comporta per le casse dello Stato.
A tal proposito, va detto che gli importi dovuti non vengono versati in un’unica soluzione, ma rateizzati, esercitando la propria influenza su più di una dichiarazione dei redditi per i beneficiari.
Advertisement - PubblicitàI lavori portati a termine in Italia nel corso dell’intero anno solare sono stati oltre 327mila, con una netta prevalenza riservata agli edifici condominiali. Queste sono anche le strutture che assorbono la maggiore quota di spesa: in media, la ristrutturazione di un condominio costa quasi 600mila euro, contro i circa centomila necessari per una residenza unifamiliare.
Gli investimenti giudicati legittimi sfruttano in realtà due differenti tipi di agevolazioni, ribattezzati Ecobonus e Sismabonus.
Sotto la prima voce rientra la stragrande maggioranza delle somme spese: tra gli interventi più gettonati figurano quelli di isolamento termico, come l’allestimento di cappotti termici utili alla coibentazione del tetto; seguono gli interventi di riqualificazione energetica, tra cui spicca la sostituzione degli impianti di climatizzazione e riscaldamento, che dà diritto al bonus a condizione che si verifichi un balzo in avanti di almeno due classi energetiche.
Alla seconda categoria appartengono, invece, tutte quelle migliorie che tutelano l’abitazione in caso di terremoto. L’importo massimo previsto per questa tipologia di spese sfiora i centomila euro.
Concorrono infine al Superbonus i cosiddetti interventi trainati: si tratta di una lunga serie di migliorie che si possono realizzare congiuntamente ai lavori principali appena elencati, e che comunque contribuiscono a rendere l’abitazione meno impattante sull’ambiente o più sicura.
Non tutti i lavori realizzati, tuttavia, hanno ottenuto il riconoscimento delle detrazioni. Le somme infatti vengono elargite ad aziende e privati solo a conclusione dei lavori, previa verifica del rispetto della normativa e dei costi previsti, al fine di evitare lievitazioni artificiose dei prezzi.
La percentuale delle operazioni andate a buon fine, con avvenuta disposizione di pagamento da parte dello Stato, si attesta intorno al 70%. Le regioni nelle quali è stato depositato il maggior numero di asseverazioni sono la Lombardia (con oltre 50mila finanziamenti ottenuti) e il Veneto; seguono, pur con un certo ritardo, due regioni del centro (Lazio e Toscana) e l’Emilia-Romagna, quinta regione più virtuosa con circa 25mila interventi effettuati; più staccate invece le regioni del sud.
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