Con l’espressione Lo Scambio sul Posto si indica quel meccanismo entrato in vigore nel 2005 le cui parti attive sono i contribuenti (sia i privati cittadini sia le imprese) da un lato e il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) dall’altro.
Attraverso questo sistema i contribuenti possono compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un dato momento con l’energia consumata nel momento X.
Indubbiamente, rappresenta la migliore tipologia di incentivo attualmente messa a disposizione di tutti coloro i quali hanno installato presso la propria abitazione (o impresa) un sistema fotovoltaico e si trovano work-in-progress nella fase di ammortamento della spesa sostenuta per l’installazione di tale impianto.
Si tratta di un vero e proprio contratto di scambio a tutti gli effetti a cui possono accedere i cittadini che hanno installato per il proprio fabbisogno energetico familiare e/o aziendale un impianto fotovoltaico oppure eolico o un sistema solare termico.
La logica del funzionamento del meccanismo alla base è molto semplice: si immette, potremmo dire si restituisce, nella rete elettrica l’energia prodotta dal nostro impianto ma di cui non abbiamo usufruito per prelevarla in un altro momento in base al proprio fabbisogno.
In questo modo si raggiungono due obiettivi fondamentali per sostenere e promuovere il green:
Sommario
Attualmente lo Scambio sul Posto risulta essere tuttora in vigore e usufruibile per tutto l’anno 2024 e applicabile anche ai nuovi impianti fotovoltaici (naturalmente, purché questi posseggano tutte le caratteristiche richieste).
Il requisito must have che deve possedere il nostro impianto riguarda la sua potenza. Infatti, è stato stabilito che gli impianti alimentati da fonti rinnovabili non devono avere una potenza superiore a 500 Kw.
L’articolo 9 comma 2 del Decreto Legislativo n. 199 del 8 novembre 2021 (trovate il testo completo pubblicato in Gazzetta Ufficiale qui) stabilisce che non sarà più possibile accedere a contratti di Scambio sul Posto con decorrenza dal novantunesimo giorno dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi.
Poiché ad oggi i suddetti decreti non sono stati pubblicati, attualmente non esiste una data di scadenza per aderire all’agevolazione dello Scambio sul Posto.
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Advertisement - PubblicitàA tutt’oggi e almeno fino al 31 dicembre 2024 l’energia immessa in rete dall’impianto fotovoltaico del singolo contribuente viene prelevata e poi pagata dal GSE.
La valorizzazione avviene sulla base di una tariffa media pari a circa 0,16 euro per ogni kWh (che corrisponde alla metà del prezzo medio per acquistare energia dalla rete).
Vediamo nel dettaglio come funziona lo Scambio sul Posto.
Durante le ore diurne mentre l’impianto fotovoltaico è attivo grazie ai raggi solari viene prodotta energia pulita. La parte di questa energia eccedente il fabbisogno familiare/aziendale viene immessa nella rete elettrica pubblica, non prima però di passare attraverso un apposito contatore, denominato appunto di scambio che ha il compito di registrare la quantità di kWh ceduti alla rete.
Il rovescio della medaglia sono le ore notturne e in generale i periodi (pensiamo ai mesi invernali) in cui l’impianto non è in grado di produrre energia in quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno della famiglia o dell’azienda.
Qui in sostanza scatta il meccanismo di scambio.
Infatti, l’energia necessaria per il funzionamento del tal immobile viene prelevata dalla rete elettrica pubblica, pertanto, in questi momenti l’energia tradizionale subentra per colmare la lacuna garantendo all’utente il soddisfacimento dei propri bisogni.
Questo consumo di energia attinta dalla rete viene registrato dall’apposito contatore che è bidirezionale in quanto traccia sia l’energia immessa sia quella prelevata.
Una volta giunti al termine del periodo di fatturazione, il contribuente riceve il documento fiscale che viene emesso sulla base dell’energia prelevata dalla rete ma, al contempo, riceve anche il rimborso equivalente alla quantità di energia immessa nella rete pubblica dal proprio impianto. In conclusione, le due posizioni si compensano e il contribuente (sia privato cittadino sia impresa) paga solo la differenza tra i due valori.
Ad esempio, in caso di situazione a credito a favore del cittadino/impresa per la maggiore energia immessa rispetto a quella consumata, si verifica il credito in bolletta (con conseguente riporto di quest’ultimo nella successiva) o direttamente il rimborso in denaro.
La formula adottata tra le due dipende dalle normative locali e anche dal contratto stipulato con il gestore dell’energia.
Leggi anche: Incentivi fotovoltaico GSE: tutte le tipologie di contratto e le differenze
Advertisement - PubblicitàPossiamo suddividere gli utenti beneficiari in due gruppi:
Il primo è un consumatore finale di energia e questo tipo di utente rientra in un sistema in cui è possibile produrre e consumare energia all’interno dello stesso contesto, usufruendo delle agevolazioni e dei vantaggi offerti dallo Scambio sul Posto.
Nel secondo caso, invece, il cliente possiede diversi punti di prelievo e immissione ed è anche produttore di energia elettrica attraverso gli impianti di produzione direttamente collegati a tali punti di distribuzione.
Anche in questo caso, il cliente può beneficiare del servizio di Scambio sul Posto per ottimizzare l’autoconsumo dell’energia prodotta e ridurre i costi energetici complessivi.
Advertisement - PubblicitàPrendiamo in esame il caso di un privato cittadino che ha installato presso la propria abitazione un impianto fotovoltaico che arriva a produrre al massimo 20 kWh.
Questo contribuente ha due possibilità per usufruire dell’agevolazione dello Scambio sul Posto:
Ecco tutte le ragioni per scegliere di aderire allo Scambio sul Posto anche nel 2024.
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