Il programma di Draghi per salvare l’Italia dalla grande crisi economica e sanitaria sta iniziando a prendere forma. Oggi si conclude il secondo giro di consultazioni in vista del nuovo esecutivo. Approfondiamo di seguito.
Il programma di Draghi per salvare l’Italia dalla grande crisi economica e sanitaria sta iniziando a prendere forma. Oggi si conclude il secondo giro di consultazioni in vista del nuovo esecutivo.
Nella giornata di ieri, Mario Draghi ha incontrato i partiti minori. Mentre oggi si terranno i colloqui conclusivi con le formazioni di maggiore rilevanza.
La maggior parte dei partiti si mostra favorevole all’insediamento dell’ex Presidente della BCE al Governo. Ma c’è invece chi già si è schierato dalla parte dell’opposizione.
Intanto è stata resa pubblica la prima bozza del programma di Draghi per il Recovery Plan, e si iniziano a vociferare anche i possibili nomi dei futuri ministri.
Approfondiamo di seguito.
Advertisement - PubblicitàIl programma previsto da Draghi in vista della formazione del nuovo Governo, ad oggi, è solo una serie di bozze. Ma possiamo già dire che le premesse appaiono incoraggianti.
L’ex-presidente della BCE ha ritenuto giusto rivedere del tutto il Recovery Plan formulato in precedenza dal Governo Conte-Bis. La nuova bozza tocca tutti i punti chiave necessari, e si presenta come un vero “piano d’attacco” che intende stravolgere del tutto il lavoro fatto fino ad oggi.
Ora l’obiettivo, oltre alla formazione del nuovo esecutivo chiaramente, è quello di progettare un piano concreto per spendere al meglio gli oltre 200 miliardi di euro in arrivo dall’UE.
Il nuovo programma si presenta come una serie di maxi-riforme che include tutti i settori più importanti. Si prospettano svolte decisive per il mondo della scuola e per quello della sanità. Ma ci saranno tantissimi cambiamenti anche riguardo gli investimenti e gli incentivi, con un piano decisivo che vede la scuola, la formazione e i giovani al centro di tutto.
Insomma, una vera e propria rivoluzione che, a questo punto, era davvero necessaria. Ecco i punti chiave del programma di Mario Draghi, che durante le consultazioni ha presentato la bozza del nuovo Recovery Plan. Ottenendo tantissimi consensi.
L’argomento “scuola” è uno dei punti principali del programma di Draghi in vista del nuovo esecutivo. Il Presidente del Consiglio incaricato sottolinea quanto l’educazione e la formazione dei giovani siano importanti per lo sviluppo e la crescita di un Paese.
A causa della pandemia da Covid-19, gli istituti scolastici si alternano tra aperture, chiusure, didattica a distanza e in presenza, con un’organizzazione piuttosto vacante. Che alla fine non ha fatto altro che confondere e danneggiare ragazzi e famiglie. Per questo, l’idea è quella di recuperare il tempo perduto.
Draghi afferma di stare pensando ad un allungamento dei tempi scolastici. Invece della tradizionale chiusura a giugno in vista dell’estate, è molto probabile che si continuerà oltre.
Il programma Draghi ha prestato poi particolare attenzione al piano di Governo precedente, che in sostanza intendeva basare la ripresa economica del Paese sui vari incentivi e sussidi. Come abbiamo potuto vedere con la Legge di Bilancio 2021.
Draghi non condanna la “grande pioggia” di incentivi messa in campo finora con l’obiettivo di sostenere famiglie e imprese. Sottolinea però come sia necessario rivederne bene l’organizzazione, così da supportare soprattutto le imprese e il mondo del lavoro in generale.
Dunque si pensa a degli incentivi selettivi che possano portare ad investimenti e crescite. Con l’obiettivo principale di aiutare le aziende che hanno un futuro a sopravvivere.
L’ex-Presidente della BCE afferma poi che non intende continuare ad approvare stanziamenti di denaro per consentire un inutile prolungamento delle imprese decotte (in fallimento). Piuttosto, pensa ad una riconversione delle aziende gravemente danneggiate, così che possano trovare nuovo spazio sul mercato.
Per quanto riguarda la politica estera, il programma di Draghi mostra idee molto decise. Il nuovo Presidente incaricato sostiene infatti di voler valorizzare il ruolo dell’Italia in Europa. Con lo scopo di portare il Paese ad avere un ruolo attivo e molto ambizioso nelle politiche di livello internazionale.
Mario Draghi pensa ad un obiettivo di bilancio comune dell’Unione Europea, con un’idea basata sull’integrazione economica e monetaria. Intende inoltre rafforzare l’alleanza con gli Stati Uniti, con l’intento di creare un’Europa protagonista nella panoramica mondiale.
Nel piano di Draghi non mancano poi delle idee che favoriscano la ripartenza dei cantieri fermi e delle grandi, piccole e medie opere in corso. Con particolare attenzione alle infrastrutture, necessarie per la ripresa di settori come il turismo.
L’idea è comunque quella di riattivare i lavori bloccati, che produrranno una grande spinta per l’economia. Tenendo però sempre in conto l’importanza dello sviluppo sostenibile e la salvaguardia della salute ambientale.
In merito alla sanità, il programma di Draghi non poteva non contenere delle risposte sul piano vaccinale, che con il Governo Conte-Bis è inesorabilmente fallito.
L’ex Presidente della BCE ha affermato che l’obiettivo è quello di raggiungere l’immunità di gregge entro pochi mesi. Per far questo però, sarà necessario ampliare in maniera significativa l’approvvigionamento dei vaccini, e rendere più efficace il sistema di vaccinazione.
Draghi riconosce infatti che velocizzare la campagna vaccinale è il primo scopo da raggiungere per poter “tornare a lavorare e a spendere”.
Advertisement - PubblicitàMa torniamo alla giornata odierna, che vedrà concludersi il secondo giro di consultazioni per Mario Draghi. Gli appuntamenti di oggi sono così stabiliti:
Se tutto andrà come previsto, tra mercoledì sera e giovedì mattina, il Presidente incaricato salirà al Quirinale con la lista dei ministri da proporre a Mattarella. Giovedì 11 febbraio poi, dovrebbe avvenire il giuramento degli stessi ministri in vista del nuovo esecutivo.
Infine, a partire da venerdì 12, si dovrebbe procedere con il voto di fiducia. Prima con il Senato, poi con la Camera.
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