È possibile che gli scarti delle lavorazioni industriali, invece di finire in discarica inquinando pericolosamente l’ambiente, si possano riutilizzare per realizzare materiali da utilizzare in edilizia?
Questa è la nuova frontiera oggetto di sperimentazione dell’ente ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico). Il processo di decarbonizzazione delle acciaierie e dei cementifici comporta da sempre un grande peso per la salute dell’ambiente, e per questo motivo gli esperti studiano da anni delle soluzioni alternative con le quali effettuare tali procedimenti.
L’ENEA sembra averne trovata una che non solo potrebbe essere vantaggiosa per il benessere del pianeta, ma potrebbe portare una serie di risposte positive a livello economico per il settore edile e industriale.
Advertisement - PubblicitàL’idea è quella di “catturare” la CO2, ovvero l’anidride carbonica tanto dannosa per l’ambiente, servendosi degli scarti industriali. Il fine porta a creare un circolo virtuoso, in cui tutti i passaggi vanno a favorire una maggiore pulizia nei processi, senza rinunciare a niente. Una sorta di riciclo degli scarti, che normalmente andavano a finire in discarica creando un danno ingente per il suolo, per trasformarli in materiali nuovi da poter utilizzare.
Il nuovo progetto di ENEA appartiene alla più grande ricerca “CCUS – Carbon Capture, Utilization and Storage”, ed è ancora in fase di sperimentazione. Sarà testato per la prima volta nell’impianto pilota ZECOMIX presso il Centro ENEA Casaccia di Roma.
Il procedimento ideato dal Laboratorio di ingegneria dell’Agenzia per immagazzinare il CO2 e trarne vantaggio sarebbe il seguente. Gli scarti delle lavorazioni industriali, che prima erano destinati a finire in discarica, verrebbero utilizzati in un primo momento per “assorbire” l’anidride carbonica presente nell’ambiente. Dopo qualche tempo però questi materiali perdono la loro capacità di immagazzinare CO2. Ed è a quel punto che tali scarti non verrebbero gettati via, ma riciclati per realizzare nuovi materiali da utilizzare in campo edile e infrastrutturale.
Advertisement - PubblicitàInnumerevoli sarebbero i vantaggi per tutti i settori coinvolti. Le industrie siderurgiche avrebbero la possibilità di realizzare nuove materie prime, servendosi unicamente degli scarti delle lavorazioni precedenti. Ciò rappresenta un vantaggio economico non indifferente.
L’utilizzo degli scarti infatti, non solo potrà servire ad assorbire CO2. Ma anche a dar vita a materiali fondamentali in ambito edile e stradale, come il cemento, il calcestruzzo o le malte. Oltretutto, i nuovi materiali ottenuti da questo procedimento, avrebbero una qualità fisica e chimica di gran lunga migliore, perché appunto fatti reagire con la CO2.
Stefano Stendardo, ricercatore presso il Laboratorio Ingegneria dei Processi e dei Sistemi per l’Energia di ENEA, ha spiegato che da questo progetto ci si aspetta di dar vita ad una vera e propria rivoluzione.
Afferma infatti:
“Ci aspettiamo i risultati più promettenti dagli scarti siderurgici. La sola produzione di acciaio da ciclo integrale, escludendo la fase iniziale di produzione di ghisa, genera ogni anno, a livello mondiale, circa 126 milioni di tonnellate di scorie. Scorie che, con le nostre tecnologie, potrebbero stoccare da 6 a 9 milioni di tonnellate di CO2, e produrre nuova materia prima”.
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