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Pnrr: gli investimenti nelle infrastrutture idriche italiane

Con 2 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) l’obiettivo è migliorare la qualità dell’acqua e garantire un approvvigionamento costante nelle aree urbane e nelle grandi zone irrigue.

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L’acqua è una risorsa preziosa per l’Italia e le sue infrastrutture idriche sono al centro di una crescente attenzione da parte delle istituzioni nazionali e locali. Con 2 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per finanziare 124 progetti finalizzati al potenziamento, completamento e manutenzione delle infrastrutture idriche primarie, l’obiettivo è migliorare la qualità dell’acqua e garantire un approvvigionamento costante nelle aree urbane e nelle grandi zone irrigue.

In questo articolo analizzeremo lo stato di implementazione di queste infrastrutture e le sfide che il settore deve affrontare.

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Il ruolo della Corte dei Conti nel controllo dei finanziamenti

La Corte dei Conti ha condotto un’analisi approvata con delibera sullo stato di implementazione delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica in tutto il territorio nazionale. Questa forma di controllo ha interessato non solo l’investimento nel suo complesso, ma anche un campione dei vari progetti presentati, in virtù della crisi idrica che, da alcuni anni, sta colpendo il Paese.

La Corte dei Conti ha rilevato alcune criticità nella fase di pianificazione dei progetti, riguardanti il rapporto tra l’individuazione dei sistemi idrici complessi e le singole opere da realizzare. La continuità, a livello nazionale, dell’approvvigionamento idrico e l’effettiva attenuazione delle dispersioni non sono garantiti dai singoli interventi manutentivi o di ripristino, necessariamente limitati a specifiche aree.

È necessario, quindi, un sistema complessivo di opere individuato preventivamente, che consenta la corretta misurabilità dell’obiettivo e delle singole fasi attuative.

Per alcuni progetti, come le dighe Rosamarina e Olivo, i soggetti attuatori hanno ammesso l’esistenza di problemi di copertura tali da imporre il ricorso a significativi finanziamenti aggiuntivi, pari anche al doppio dell’iniziale previsione di spesa. Questi problemi sono legati all’aumento dei prezzi di energia e materie prime e alle revisioni progettuali resesi necessarie.

A causa del notevole ritardo rispetto al cronoprogramma degli interventi, con cui il Ministero delle Infrastrutture ha avviato il monitoraggio diretto sui soggetti attuatori in modo sistematico (dicembre 2022), la Corte dei Conti ha raccomandato al Ministero stesso un’assunzione più incisiva dei poteri di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo per assicurare l’effettiva governance sull’investimento.

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La necessità di una strategia complessiva per affrontare la crisi idrica in Italia

Per affrontare la crisi idrica che sta colpendo il Paese, è fondamentale sviluppare una strategia complessiva che tenga conto non solo degli interventi infrastrutturali, ma anche della promozione di buone pratiche e del coinvolgimento dei cittadini nella gestione responsabile delle risorse idriche. La realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture idriche dovrà necessariamente essere accompagnata da politiche di gestione e utilizzo sostenibile delle risorse idriche, nonché dall’educazione ambientale della popolazione.

L’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie nel settore idrico possono rappresentare un’opportunità per migliorare l’efficienza delle infrastrutture e ridurre gli sprechi. Ad esempio, l’impiego di sistemi di monitoraggio e controllo in tempo reale delle reti idriche può consentire di individuare rapidamente eventuali guasti o dispersioni, permettendo interventi tempestivi e mirati.

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Il futuro delle infrastrutture idriche italiane e la necessità di un approccio integrato

L’attenzione dedicata alle infrastrutture idriche italiane nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità importante per migliorare la qualità dell’acqua e garantire un approvvigionamento costante nelle aree urbane e nelle grandi zone irrigue. Tuttavia, affrontare la crisi idrica che sta colpendo il Paese richiede un approccio integrato, che tenga conto non solo degli interventi infrastrutturali, ma anche delle politiche di gestione delle risorse idriche, dell’innovazione tecnologica e della collaborazione tra enti pubblici e privati.

Solo attraverso un’azione sinergica e coordinata sarà possibile assicurare un futuro sostenibile per le risorse idriche italiane e promuovere uno sviluppo armonico del territorio.



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TAGS: infrastrutture idriche, Piano Nazionale di ripresa e resilienza, PNRR

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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