Federica Brancaccio, presidentessa dell’Ance individua un “campanello d’allarme”, per riportare le sue esatte parole, nella previsione della diminuzione del 5,7% degli investimenti edili per il prossimo anno.
PNRR: Ance, 6 mesi di ritardo per il rincaro dei materiali
Il caro dei costi dei materiali sta causando un ritardo di 6 mesi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). La stima è stata effettuata dall’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili). L’associazione ha individuato come un impedimento anche l’apparente scarsa organizzazione e capacità amministrativa degli enti pubblici.
Per quanto riguarda i progetti relativi al Ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibile, l’Osservatorio ha rivelato che le amministrazioni locali delle regioni del centro e del nord Italia sono per il 60% in fase di redazione definitiva e di esecuzione.
Tuttavia, le regioni del sud si dimostrano meno avanti con la tabella di marcia, risultando in dirittura d’arrivo solamente il 36% delle amministrazioni.
É alla luce di tale motivo che l’Ance ribadisce l’esigenza di un’azione a 360 gradi, soprattutto in vista degli appalti dal valore di oltre 20 miliardi di euro che verranno stanziati per le costruzioni a partire dal prossimo anno.
Sommario
Federica Brancaccio, presidentessa dell’Ance individua un “campanello d’allarme“, per riportare le sue esatte parole, nella previsione della diminuzione del 5,7% degli investimenti edili per il prossimo anno.
Seppure, dopo due anni di crescita, la presidente ribadisce che un calo risulterebbero quasi “fisiologico“, dunque, inevitabile. Nonostante il campanello d’allarme tutt’altro che incoraggiante, la presidentessa si dimostra tutt’altro che pessimista circa il futuro imminente del settore edile e dice che quello che stiamo vivendo è un periodo ricco di opportunità, di possibilità di lavoro e di sfide affascinanti tutte da cogliere.
Advertisement - PubblicitàIn occasione della presentazione dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, la presidentessa dell’Ance, Federica Brancaccio, fa un appello diretto al governo e richiede una politica industriale che permetta a chi è grado di crescere e, a chi è piccolo, di proseguire coi suoi ritmi di eccellenza.
Secondo la presidentessa, ciò di cui il paese avrebbe davvero bisogno è un mercato libero, fatto di grandi e medie imprese. Queste ultime infatti, hanno subito gravi perdite e sono state messe a dura prova a seguito della crisi legata alla pandemia da Covid-19.
L’augurio della presidentessa è che queste imprese possano risollevarsi, insieme alle piccole imprese, e che possano essere loro offerti tutti gli strumenti necessari per la loro prosperità.
Federica Brancaccio considera i bonus, gli incentivi, ecc.. come imprescindibili ai fini di un’efficiente politica industriale italiana. Per concludere il suo discorso, la presidente stabilisce che non si può ogni 31 Dicembre dire cosa accadrà.
Il fine ultimo prefissato è quindi quello di non vivere più alla giornata, ma di stabilire degli obiettivi da raggiungere che passano per la formazione dei giovani e per investimenti destinati alle aziende in difficoltà.
Advertisement - PubblicitàLa crescita si è registrata ovunque, in particolare nel sud del paese. Tuttavia, non siamo ancora tornati ai livelli precedenti alla crisi da Covid-19.
La ripresa del settore delle costruzioni ha consentito la creazione di ben 250mila impieghi, dati raccolti e diffusi dall’Ance in occasione della presentazione dell’Osservatorio delle giunte.
Nel corso di una decade, le persone che si sono ritrovate fuori dal settore sono state circa 600 mila. Un ulteriore fattore positivo è che i risultati maggiori della crescita si sono registrati proprio nel Mezzogiorno, notoriamente nelle zone economicamente più fragili ed instabili.
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