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NZEB: cosa sono gli edifici a energia quasi zero?

Prendono il nome di nearly Zero Energy Building, ovvero gli edifici nZEB, particolarmente efficienti in quanto consumano pochissima energia per il riscaldamento, la climatizzazione, la produzione di acqua calda ad uso sanitario, la ventilazione e l’illuminazione.

NZEB: cosa sono gli edifici a energia quasi zero?NZEB: cosa sono gli edifici a energia quasi zero?
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Prendono il nome di nearly Zero Energy Building, ovvero gli edifici nZEB, particolarmente efficienti in quanto consumano pochissima energia per il riscaldamento, la climatizzazione, la produzione di acqua calda ad uso sanitario, la ventilazione e l’illuminazione.

Molto spesso si commette l’errore di considerare gli edifici nZEB uguali alle strutture passive oppure a quelle in classe A. In realtà i parametri tecnici degli edifici a energia quasi zero sono stati definitivi dal Decreto interministeriale 26 giugno 2015 in tema di requisiti minimi.

La legge, più nello specifico, definisce gli edifici nZEB come costruzioni edilizie ad altissima prestazione energetica. Questo vuol dire che il fabbisogno di corrente elettrica richiesto è pressoché nullo e generato prevalentemente da fonti rinnovabili.

Trattasi, quindi, di strutture molto sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

I Paesi europei, Italia inclusa, hanno recepito le direttive che definiscono i requisiti per realizzare case e palazzi ad energia quasi zero. Da Gennaio 2021 è inoltre previsto l’obbligo nZEB per tutti i nuovi edifici.

In realtà l’obbligo era già stato fissato al 1° gennaio 2019, ma solo relativamente gli edifici pubblici. In alcune Regioni, come in Lombardia, l’obbligo è partito il 1° gennaio 2016 per le nuove costruzioni o in caso di ristrutturazioni importanti, sia in campo privato che pubblico.

Anche l’Emilia Romagna ha anticipato i tempi, facendo scattare l’obbligo dal 2017 per le strutture pubbliche e dal 2019 per tutte le altre.

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Edifici nZEB: caratteristiche generali

Allo stato attuale non esiste una regola assoluta per la realizzazione di edifici nZEB, ma solo parametri che occorre rispettare in maniera rigorosa per portare a termine progetti che siano quanto più possibile sostenibili. La normativa in vigore prevede che un edificio a energia quasi zero richiede un fabbisogno elettrico molto basso, sia durante i mesi invernali che in quelli estivi.

La struttura, inoltre, vanta buone prestazioni termiche, impiega fonti rinnovabili e sfrutta tecnologie impiantistiche ad elevata efficienza.

Il DM del 26 giugno 2015 racchiude valori e definizioni che riguardano lo scambio termico, gli indici di prestazioni per il riscaldamento e il raffrescamento, oltre che sulla classe energetica globale della struttura. Molto importanti sono anche gli indici EP, ovvero sulle prestazioni reali dell’edificio che devono soddisfare le indicazioni contenute nell’appendice A dello stesso Decreto.

La normativa prevede inoltre un’importante novità, ovvero che il calcolo dell’energia consumata dall’edificio dovrà essere operato durante tutte le stagioni e quindi non sarà più circoscritto al fabbisogno invernale. A partire dal mese di gennaio del 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno rispettare queste prescrizioni, per favorire uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente.

A questo riguardo l’ENEA ha istituito l’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero, allo scopo di fornire ai progettisti e ai costruttori informazioni, statistiche, tecnologie e procedure per attuare al meglio lo standard nZEB, previsto anche per gli immobili soggetti ad interventi di riqualificazione energetica.

Chi progetta una nuova costruzione sarà nei fatti chiamato ad abbattere il consumo di riscaldamento e raffreddamento, oltre che per la produzione di acqua calda sanitaria. Inoltre bisognerà anche minimizzare l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione e il funzionamento degli elettrodomestici e anche i costi per la ventilazione.

Secondo le statistiche condotte sul patrimonio edilizio esistente, quindi che non impiega soluzioni per il risparmio energetico, il consumo per riscaldamento e acqua calda varia da 200 ai 400 kWh/mq anno.

Gli edifici i nZEB promettono di raggiungere un livello decisamente più basso che può sfiorare 30 kWh/mq anno.

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Quali sono i requisiti degli edifici nZEB?

Una struttura di tipo nZEB si contraddistingue prima di tutto per l’isolamento ottimale e i bassi consumi, che saranno prevalentemente coperti dai sistemi di autoproduzione dell’energia ottenuta da fonti rinnovabili. In parole semplici questi edifici sostenibili vantano prestazioni elevate e rappresentano un passo decisivo per la sostenibilità e la tutela ambientale.

In merito all’isolamento, un edificio nZEB sarà equipaggiato con pareti, solai e serramenti che evitano le dispersioni di calore e il surriscaldamento. La struttura, di conseguenza, dovrà sfruttare al massimo l’esposizione solare, attraverso uno studio specifico dell’orientamento.

Ogni immobile a energia quasi zero abbatterà tutti i consumi a partire dal riscaldamento d’inverno, fino al raffrescamento durante l’estate, per arrivare a quelli riguardano la produzione di acqua calda sanitaria. La struttura, inoltre, richiede poca energia per l’illuminazione, il funzionamento degli elettrodomestici e la ventilazione.

Altri requisiti indispensabili che accomunano gli edifici nZEB sono l’impiego di impianti a bassa temperatura, quali caldaie a condensazione e pompe di calore, oltre ai sistemi di autoproduzione, ovvero pannelli fotovoltaici e solare termico. Tutti i consumi, infine, dovranno essere costantemente monitorati in ogni periodo dell’anno.

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Come vengono gestiti gli edifici nZEb?

Occorre precisare che gli edifici nZeb sono appositamente progettati per assicurare il massimo comfort abitativo ma la loro gestione richiede comunque particolari competenze di natura tecnica e non può essere lasciata al caso. Gli amministratori condominiali, pertanto, dovranno aggiornarsi per favorire il rispetto degli standard e garantire la riduzione dei consumi energetici.

Un approccio errato, così come un utilizzo non responsabile, potrà compromettere la reale sostenibilità della struttura. I singoli condòmini dovranno essere adeguatamente informati e supportati. Infatti non sono infrequenti i casi in cui i proprietari degli appartamenti credono di non consumare molto, ma nei fatti sprecano molta energia prodotta dal fotovoltaico a danno di tutta la comunità dei condòmini.

L’amministratore, per evitare inutili sprechi, dovrà utilizzare sistemi di monitoraggio e contabilizzazione in modo da avere sempre stime aggiornate sui consumi e conoscere l’effettivo fabbisogno energetico. Il controllo viene eseguito appositamente durante il giorno, così da premiare chi usa l’impianto fotovoltaico in maniera più virtuosa.

Infatti, l’impianto fotovoltaico viene sfruttato maggiormente durante le ore diurne, ovvero quando l’elettricità che proviene dal sole è disponibile e concentrata sui pannelli. Questo vuol dire che fare la doccia, accendere gli elettrodomestici e il raffrescamento durante il giorno avrà un impatto minore sui consumi in bolletta, rispetto a quanto invece avviene nelle ore notturne.

Sull’amministratore grava il compito di assicurare la corretta e regolare manutenzione degli impianti a fonte rinnovabile, per cui provvederà anche a gestire i rapporti con la società fornitrice dell’energia elettrica.

In definitiva un singolo impianto centralizzato, purché amministrato in maniera opportuna e con consapevolezza, consente di ottenere vantaggi e risparmi per tutti condòmini, sia nel breve che lungo periodo.

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Edifici nZEB in Italia

Diversamente da quello che si potrebbe pensare e considerato che siamo solo agli inizi, gli edifici nZEB hanno già registrato un trend molto positivo. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, l’Osservatorio sugli edifici nZEB, con riferimento al bienno 2016-2018, mette chiaramente in luce che la diffusione delle costruzioni a energia quasi zero è in costante aumento e non solo nelle Regioni in cui è previsto l’obbligo anticipato.

Nel corso del 2028 gli edifici nZEB sparsi sul territorio nazionale ammontano a circa 1400. Trattasi prevalentemente di nuove costruzioni, per l’85% destinate ad un uso residenziale. Quanto alle tecnologie impiegate, le statistiche confermano i risultati riscontrati nel resto d’Europa: le più diffuse sono sempre le pompe di calore elettriche, spesso abbinate all’impianto fotovoltaico.

Buona parte degli nuovi edifici nZEB è presente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le costruzioni vantano quasi tutte le medesime tecnologie ed è sempre presente il fotovoltaico per produrre energia rinnovabile.

Del resto questi edifici rappresentano oramai l’unica realtà per ridurre in modo significativo l’impatto ambientale nel comparto delle costruzioni edilizie. Nel corso degli anni sono stati condotti numerosi studi e ricerche per un’architettura green a tutela dell’ambiente.

Il costante impegno ha portato alla nascita del nuovo concetto nZCB, termine che si riferisce agli edifici a basse emissioni, che producono quindi una quantità di gas serra pressoché nulla per poter funzionare. Questi edifici rientrano nel più grande progetto “carbon footprint“, parametro che viene impiegato per misurare le emissioni ad ampio raggio, quindi anche di un edificio.

I gas serra sono diversi e per una questione di facile comprensione dei risultati vengono espressi in CO2 equivalente. Ecco allora che la differenza fra nZEB e nZCB risiede non tanto sull’energia che viene impiegata dall’edificio, quanto sul modo in cui viene valutata e misurata. Negli edifici nZBC si tiene conto delle effettive emissioni provocate nell’ambiente.

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Edifici nZEB e le abitazioni del futuro

Come si vivrà nei prossimi anni? Sicuramente le abitazioni del futuro saranno progettate per produrre energia, con evidenti vantaggi per l’uomo e l’ambiente. Le moderne costruzioni edilizie sono già presenti in tutte le parti del mondo e spesso colpiscono perché uniscono massima efficienza energetica alla cura architettonica minuziosa.

Basti semplicemente pensare al progetto del nuovo Campus milanese dell’Università Bocconi. Inaugurato nel 2019 e frutto di un meticoloso studio giapponese, l’edificio viene pacificamente considerato come un capolavoro di edilizia sostenibile.

La struttura del Campus presenta efficienti sistemi di ventilazione e illuminazione, appositamente progettati per sfruttare al massimo l’energia solare. Sono stati inoltre installati pannelli fotovoltaici a cui è stato abbinato un impianto per recuperare l’acqua piovana. All’interno del Campo, oltre all’ampio e attrezzato centro sportivo, sorge l’area piscina e sono anche state inserite le residenze per gli studenti.

Molto interessante è anche il K19, un edificio ad energia quasi zero che si trova sempre a Milano e che sfrutta un sofisticato impianto geotermico, utile per per il riscaldamento e il raffrescamento a basso impatto.

Si segnalano inoltre gli edifici scolastici sostenibili, molti dei quali inaugurati di recente, come quello di Viale Puglie a Milano, rimasto chiuso per sei anni prima di diventare altamente sostenibile. Questa moderna scuola primaria, che può ospitare fino a 300 alunni, è dotata di impianto fotovoltaico, accoglie anche sistemi domotici e interattivi, per garantire massimo comfort e spazi accoglienti.

In Umbria, invece, il convento dell’ordine dei Cappuccini a Bettona è stato ristrutturato in modo da assicurare gli stessi vantaggi di un edifici nZEB. La struttura è interamente coibentata, sono stati sostituiti vecchi i serramenti con modelli ad alta trasmittanza ed è stato installato un impianto di riscaldamento a pavimento abbinato alla pompa di calore.

Occorre segnalare che parallelamente ai lavori europei e italiani per attuare la normativa nZEB c’è molto impegno anche a livello locale. Le singole Regioni lavorano costantemente sui protocolli finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.

Isolamento, vetri selettivi, uso della luce naturale, impianti di automazione e controllo, riscaldamenti efficienti, inerzia termica, soluzioni a basso costo per l’illuminazioni e fotovoltaico sono soltanto alcune delle caratteristiche delle abitazioni del futuro. Gli esempi di applicazione sembrano promettere bene e nel tempo si prospettano soluzioni sempre più all’avanguardia e semplici da attuare.

La possibilità di trasformare gli edifici esistenti in costruzioni nZEB, attraverso interventi specifici e che permettono anche di accrescere la volumetria, è inoltre oggetto di detrazioni fiscali e bonus. Gli incentivi statali sono concessi proprio per favorire il raggiungimento del fabbisogno energetico quasi zero e la maggiore diffusione delle fonti rinnovabili.

Ristrutturare nel rispetto degli standard nZEB diventa quindi un’opportunità ancora più interessante e che permette di ottenere un forte sconto sull’investimento necessario.



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TAGS: nearly Zero Energy Building, nZCB, nZEB, scambio termico

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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