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Manutenzione e controlli caldaia: obblighi e frequenza revisioni (bollino blu)

In questo articolo si forniranno gli strumenti, le informazioni e le fonti per comprendere e fare chiarezza sugli obblighi di legge in merito alla manutenzione della caldaia, alle certificazioni e al bollino blu.

Manutenzione e controlli caldaia: obblighi e frequenza revisioni (bollino blu)Manutenzione e controlli caldaia: obblighi e frequenza revisioni (bollino blu)
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In questo articolo si forniranno gli strumenti, le informazioni e le fonti per comprendere e fare chiarezza sugli obblighi di legge in merito alla manutenzione della caldaia, alle certificazioni e al bollino blu.

I controlli per il rilascio della certificazione e del bollino blu riguardano anche gli impianti di condizionamento e climatizzazione stabili, ai quali si applicano stessi obblighi e sanzioni, mentre non includono gli scaldabagno.

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Il senso con cui leggere la normativa di riferimento

È bene sapere che questo tipo di normativa è stata creata per evitare un potenziale pericolo dato da una caldaia non manutenuta correttamente, che nel corso del tempo, potrebbe provocare incidenti anche gravi.

Oltre a questo la normativa cerca di ovviare ai problemi legati alla perdita di efficienza degli impianti, che comportano il conseguente peggioramento del funzionamento ma soprattutto uno spreco di risorse. Infatti, uno dei problemi principali, che la direttiva europea ha cercato di risolvere è quello dell’efficientamento energetico.

L’altro elemento da tenere presente è invece quello di impatto ambientale legato ai fumi di scarico che determinano il peggioramento della qualità dell’aria e delle relative condizioni di qualità di vita.

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La normativa nazionale

La normativa da tenere presente è stata modificata negli anni, per questo il quadro normativo può apparire inizialmente complicato.

Al Decreto Legislativo numero 192 del 19 agosto 2005 infatti, successivamente hanno seguito integrazioni importanti con le indicazioni previste dalla direttiva europea indicata come precedentemente accennato, la direttiva 2002/91/CE. Questa direttiva è poi stata regolamentata con Decreto Legislativo 311/06 che ha definito la normativa in Italia.

Infine, per completare il quadro normativo rispetto a revisione, manutenzione e certificazione di caldaie e impianti di condizionamento, si tenga conto del Decreto del Presidente della Repubblica 74/2013 dove è stato aggiunto l’obbligo a partire dal 2014 di libretto anche per climatizzatori e condizionatori.

Per tenersi sempre aggiornati e non rischiare di incorrere in sanzioni, oltre alle suddette normative nazionali di riferimento, è bene poi consultare le disposizioni della propria regione e della propria provincia, che determinano autonomamente eventuali restrizioni rispetto agli impianti considerabili a norma o obsoleti. Le regioni hanno anche il potere di disporre di sistemi integrativi e ulteriori limitazioni e obblighi, ad esempio l’Emilia Romagna ha varato la piattaforma CRITER, (Catasto Regionale degli Impianti Termici), su cui devono essere iscritti tutti gli impianti sottoposti a obbligo di manutenzione e certificazione secondo le normative indicate in modo da tenere un sistema informativo regionale degli impianti.

In questo caso ad esempio, si tratta di un obbligo di iscrizione che spetta al responsabile ma che viene materialmente effettuato dal manutentore che installa gli impianti o crea i relativi libretti per quanto riguarda gli impianti di condizionamento e climatizzazione stabili installati in data precedente all’anno 2014.

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Manutenzione ordinaria e certificazione

La certificazione è obbligatoria e viene rilasciata con l’appuramento di avvenuta manutenzione ordinaria della caldaia (o degli impianti di climatizzazione e condizionamento stabili), questa deve essere fatta obbligatoriamente da un tecnico specializzato, l’unico che può emettere anche la certificazione. Non è considerato legittimo quindi, effettuare il controllo e la manutenzione in proprio.

Il tecnico dovrà valutare la corretta emissione dei fumi, l’efficienza energetica e il funzionamento generale della caldaia o dell’impianto di climatizzazione.

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Certificazione, Bollino blu, libretto

Come anticipato, al termine del controllo, se tutto è nella norma, viene rilasciato un certificato, su questo viene appuntato un vero e proprio bollino blu che attesta la buona riuscita del controllo e la data di rilascio. In caso si rilevasse invece qualche elemento malfunzionante, il tecnico è tenuto a segnalarlo al proprietario, e non può rilasciare il bollino fino a quando non sono stati effettuati i lavori di ripristino alle condizioni ottimali.

Anche in questo caso, è bene ricordare che i lavori di ripristino e sistemazione non possono essere fatti in proprio, deve essere certificato il tipo di problema riscontrato e il tipo di lavoro svolto sempre da un tecnico specializzato.

Sul libretto vengono inoltre segnalate tutte le operazioni di manutenzione e controllo, le revisioni e gli interventi straordinari, in modo da avere uno storico preciso, con relativa indicazione di chi ha svolto i lavori, in grado di attestare eventuali scorrettezze o risalire a errori in modo preciso.

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Ogni quanto fare il controllo

La manutenzione ordinaria va fatta dopo quattro anni dalla prima installazione se la caldaia o l’impianto di condizionamento sono nuovi. Successivamente il controllo varierà in funzione della tipologia e delle caratteristiche tecniche, per la maggior parte degli impianti di condizionamento e caldaie, il controllo deve avvenire annualmente.

Secondo la normativa nazionale, gli impianti richiedono una manutenzione ordinaria:

  • Annuale (ogni anno): per tutti i tipi di impianti con potenza compresa tra 35 e 350 Kw, e per gli impianti a GPL, metano o a gas che superano i 350 Kw ma hanno il rilevamento di metà stagione
  • Biennale (ogni due anni): per impianti di potenza compresa tra 5 e 35 Kw a GPL, metano o gas e per quelli a combustibile liquido con potenza fino a 100 Kw
  • Quadriennale (ogni quattro anni): per tutte le caldaie domestiche alimentate a gas che abbiano potenza compresa tra 10 Kw e 100 Kw. Inoltre va fatto quattro anni dopo l’installazione se l’impianto è nuovo.

Il controllo è quindi riferito alla data di installazione e non a momenti specifici dell’anno ma si consiglia sempre di effettuarlo prima dell’accensione in modo da evitare rischi legati a eventuali malfunzionamenti in essere.

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Obblighi e sanzioni

I controlli per verificare la corretta certificazione degli impianti e il rilascio del bollino blu, vengono effettuati a campione, e le sanzioni possono variare da 500 euro a ben 3000 euro, si incorre in sanzione se non si è in regola con le certificazioni, se non si fornisce la documentazione prevista su richiesta, e anche in caso di smarrimento della stessa. La documentazione prevista e che deve essere obbligatoriamente mostrata su richiesta di chi effettua i controlli, include il libretto, le certificazioni periodiche rilasciate dai tecnici specializzati e il relativo bollino blu.

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Chi è il responsabile di caldaia e impianto di condizionamento in una casa affittata?

È bene sapere che il responsabile ai controlli ordinari è sempre l’affittuario in caso di immobile dato in affitto, mentre è il proprietario in caso di immobile proprio, anche se non utilizzato di frequente. L’obbligo, quindi, è da ritenersi valido anche per seconde case di tipo vacanziero e anche se la casa viene affittata per brevi periodi a terzi, in questo caso si tratta di una responsabilità del proprietario.

Per quanto riguarda invece la manutenzione straordinaria, questa è sempre in capo al proprietario anche in caso di affitto stabile.

La conservazione dei documenti relativi alla manutenzione e al corretto funzionamento di caldaia e impianto di condizionamento, ossia il libretto e le certificazioni, devono essere conservate dal responsabile, quindi dall’affittuario in caso di immobile in affitto e dal proprietario in caso di immobile proprio o con affitto breve.

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Chi crea il libretto?

Il libretto di caldaie, condizionatori e climatizzatori, viene creato da chi installa l’impianto, e questo naturalmente significa anche che l’installazione deve essere effettuata sempre da un tecnico specializzato. Per quanto riguarda climatizzatori e condizionatori installati prima del 2014 invece, sempre il tecnico specializzato provvede successivamente all’installazione, compilando tutte le specifiche tecniche dell’impianto.

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Quanto costa ottenere la certificazione?

Il costo della certificazione è molto variabile perché la sua determinazione è ai Comuni su indicazioni delle Province e linee guida delle Regioni che ne recepiscono l’importo finale.

La cifra può variare da circa 4 euro a 30 euro, il costo più elevato è però quello della revisione effettuata dal tecnico specializzato e del controllo dei fumi che invece può variare dai 100 euro ai 150 euro, anche se negli ultimi anni è diventato più facile trovare offerte con largo anticipo che ne abbattono il costo anche del 50%.

Si consiglia di far fare l’operazione del controllo dei fumi e revisione in concomitanza con quello previsto per la certificazione, in modo da risparmiare sul costo complessivo dell’operazione effettuando una sola chiamata al tecnico specializzato. È consigliabile anche effettuare la chiamata con anticipo in quanto normalmente i periodi di ottobre e novembre sono quelli più richiesti per i controlli.

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Conclusioni

La normativa è in realtà molto semplice da seguire, i punti da tenere presente sono pochi e chiari, è necessario innanzitutto controllare il tipo di impianto presente in casa, sia per tipologia di alimentazione che per potenza in modo da stabilire la frequenza delle certificazioni e non rischiare di incorrere in sanzioni.

Fatto ciò, è bene conservare con cura tutta la documentazione di riferimento che ricordiamo essere il libretto, le relative certificazioni con i bollini blu.

Memorizzare sul calendario il periodo di riferimento per i controlli può essere una buona prassi per evitare di ricorrere in sanzioni, meglio occuparsene prima dell’accensione e dell’utilizzo continuativo degli impianti. Per quanto riguarda il condizionatore è anche consigliato effettuare una pulizia con prodotto disinfettante in schiuma, smontando debitamente i filtri, ogni anno in modo da mantenere alta l’efficienza dell’impianto e non rischiare di incorrere in ulteriori costi per guasti.



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TAGS: bollino blu, caldaia, emissione fumi, manutenzione caldaia, revisione caldaia, revisione climatizzatore

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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