Attesa in Consiglio dei Ministri per il prossimo lunedì 21 novembre 2022, la Legge di Bilancio 2023 si prospetta ricca di cambiamenti.
Le novità infatti, soprattutto in termini di fisco e lavoro dovrebbero essere diverse. Tra queste, vi saranno indubbiamente anche il nodo centrale legato al caro energia, al destino del reddito di cittadinanza, la tregua fiscale e le pensioni.
La manovra fiscale sarà messa nero su bianco attraverso il cosiddetto Documento Programmatico di Bilancio. Tale documento è molto atteso in Gazzetta Ufficiale, sia in termini di tempo, che come rappresentazione del primo lavoro firmato dal nuovo Governo Meloni.
La Legge di Bilancio 2023 avrà un valore di 30-32 miliardi di euro. Ecco alcune anticipazioni dei punti chiave.
Sommario
Cavallo di battaglia del centro destra, la flat tax, tassa al 15% riguardante il regime forfettario delle partite IVA, verrà sicuramente innalzata. Attualmente infatti, era applicabile ai 65 mila euro di ricavo, mentre con la nuova Manovra, la soglia oltre cui si ricade in regime ordinario, potrà salire fino a 85 mila euro. Almeno per adesso. In un futuro prossimo infatti, tale tetto potrà essere portato anche fino a 100 mila euro.
Sarà inoltre presumibilmente introdotta una cosiddetta flat tax incrementale. Questa, rivolta sempre a professionisti e ai lavoratori autonomi, sarà un’alternativa al regime forfettario. Tale progetto tuttavia, potrebbe anche arenarsi a causa dei pochi fondi statali a disposizione.
L’ipotesi avanzata di una flat tax anche per i lavoratori dipendenti, invece, sembra sfumare. Per questi infatti, si sta valutando di intervenire su diverse agevolazioni fiscali.
Da capire però le tempistiche della misura sulla nuova flat tax. Probabilmente, la nuova soglia di 85.000 euro varrà per i redditi 2023 e 2024.
Sempre con la nuova manovra, verrà finanziata una nuova pace fiscale. Questa, permetterà alle cartelle esattoriali inferiori a 1.000 euro di essere cancellate, mentre verranno dimezzate quelle fino a 3.000 euro. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze esclude però il condono di carattere penale. La pace fiscale dovrebbe riguardare le cartelle esattoriali fino al 2015.
Advertisement - PubblicitàLa Legge di Bilancio si prospetta ricca di novità anche per quanto riguarda le pensioni. Tema caldo di molte campagne elettorali, i tempi per una nuova riforma sono particamente agli sgoccioli. Con la nuova manovra fiscale si inserirà una nuova misura in termini di flessibilità, ovvero la Quota 103. A lungo discussa, questa, permetterebbe di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Per quanto riguarda Ape sociale e Opzione Donna, manovre ereditate dai governi precedenti, sembrerebbero confermate. La prima, consentirebbe a invalidi, caregivers e disoccupati, di andare in pensione con 30 anni di contributi versati, o 36 anni per coloro sottoposti a lavori pesanti. Opzione Donna invece, è legata alle lavoratrici. Queste, potrebbero avere accesso alla pensione anticipata con 58 anni d’età e 35 di contributi.
Non sono da escludere però, leggere trasformazioni. Ad esempio, proprio in quest’ultimo caso, l’assegno di Opzione Donna potrebbe essere ricalcolato con il metodo contributivo.
Il tema pensioni è comunque destinato a un continuo cambiamento. Tali misure infatti, sono solo un anticipo poiché, in assenza di nuove leggi, oltre il 31 dicembre 2022 sarebbe tornata in vigore la Legge Fornero. Una soluzione tampone dunque, in attesa di una vera rivoluzione pensionistica che avverrà, con tutta probabilità, nel 2024.
Già da gennaio tuttavia, partirà una rivalutazione degli assegni pensionistici. Questa porterà, in parole povere, a un aumento del 7,3% delle pensioni.
Advertisement - PubblicitàIl caro energia resta una urgenza del nuovo Governo Meloni. Si prevedono stanziamenti di 21 miliardi di euro, nonché una vera e propria revisione della tassa sugli extra-profitti delle varie compagnie energetiche. Allineandosi alle norme europee, verranno difatti tassati gli utili delle varie società energetiche e non più il fatturato IVA.
L’aliquota potrebbe pertanto salire dal 25% al 33%. Per quanto riguarda le bollette invece, le modalità sarebbero ancora incerte.
Seppur estremamente controverso, il reddito di cittadinanza sembra confermato nella Legge di Bilancio 2023. Tuttavia, dovrebbero essere apportate delle modifiche alla normativa. Tra queste, la più importante è già stata annunciata in campagna elettorale dai diversi esponenti del Centrodestra e riguarda il divieto di rifiuto anche di una sola offerta di lavoro ritenuta idonea.
Il reddito di cittadinanza in questi casi, non sarà più esteso a vita, ma avrà una tempistica precisa ben precisa. Si parla infatti di 18 mesi di reddito con assegno integrale, seguito da 6 mesi di stop costituiti da formazione e conseguente inserimento nel mondo del lavoro. Il reddito di cittadinanza, tornerà poi per altri 12 mesi, ma con una somma parziale, per un percorso totale di 36 mesi. Superati 3 anni, si uscirà da tale misura economica.
Tale riforma però, riguarderebbe esclusivamente chi considerato abile al lavoro e non i cosiddetti soggetti fragili come disabili o over 60 che non possono lavorare.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti invece, ci sarà il taglio del cuneo fiscale.
Con tale termine ci si riferisce a tutte le imposte e contributi sul lavoro ovvero sia le somme trattenute al dipendente, che le spese a carico delle imprese. Il taglio del cuneo fiscale non porterà a nessun aumento di stipendio per tutto il prossimo anno. Tuttavia, si manterrà lo sgravio fiscale del 2% già introdotto dal Governo Draghi.
Confermato invece, il discusso tetto del contante, misura nata per contrastare l’evasione e che sembrava uscita dalla bozza del Decreto Aiuti quater. Dal primo gennaio 2023 infatti, questo potrà salire dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro.
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