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Il problema dei crediti incagliati del Superbonus: Le sfide e le possibili soluzioni

Il problema dei crediti fiscali incagliati è diventato una preoccupazione urgente per il Ministero dell’Economia e per le associazioni di categoria che operano nel settore delle imprese edili.

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Il problema dei crediti fiscali incagliati è diventato una preoccupazione urgente per il Ministero dell’Economia e per le associazioni di categoria che operano nel settore delle imprese edili.

L’enorme quantità di crediti accumulati, pari a 19 miliardi di euro, rappresenta una grave minaccia per la sopravvivenza delle imprese edili, che faticano ad assorbirli a causa dello spazio fiscale insufficiente delle banche. Inoltre, non esiste ancora una soluzione condivisa sul modo migliore per sbloccare questi crediti.

Il tavolo tecnico del 16 febbraio ha riunito tutti i soggetti coinvolti nella questione, tra cui Abi, Agenzia delle entrate, Cdp, Sace, Confindustria, Ance, Confedilizia e altre associazioni di categoria. Il tema centrale dell’incontro sono state le possibili soluzioni per sbloccare i crediti fiscali rimasti incagliati.

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Le vedute dei partecipanti al tavolo tecnico sono state ancora diverse, ma tutte le proposte presentate saranno valutate in vista della convocazione di un nuovo incontro tecnico. Nonostante questo, il Ministero dell’Economia ha chiarito che è urgente intervenire per individuare gli strumenti adatti a salvare il settore delle imprese edili.

Le associazioni di categoria, in particolare Ance, hanno sottolineato l’importanza di trovare una soluzione il più presto possibile. Non è possibile attendere l’iter di conversione in Parlamento, che potrebbe richiedere fino a 60 giorni, per inserire le modifiche al decreto. Inoltre, le associazioni chiedono che le partecipate scendano in campo per acquistare i crediti fiscali incagliati, poiché sono le uniche con la capacità sufficiente per farlo.

L’Abi e il Mef stanno lavorando per far quadrare i conti sulla capienza fiscale residua delle banche, ma le associazioni di categoria si aspettano un segnale immediato. Confartigianato, ad esempio, chiede l’intervento di un acquirente pubblico di ultima istanza, come Cassa Depositi e Prestiti, in alternativa all’assorbimento dei crediti da parte delle banche.

Secondo l’Abi, la soluzione più percorribile è quella formulata insieme ad Ance, ovvero l’utilizzo dell’F24. Gli assai ingenti acquisti di crediti di imposta già effettuati e gli impegni già assunti dalle banche rendono questa opzione più appetibile. In ogni caso, le associazioni di categoria chiedono anche di estendere l’utilizzo dell’F24 per compensare i crediti fiscali, includendo quelli dei correntisti oltre a quelli delle imprese.

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In conclusione, il problema dei crediti incagliati del Superbonus rappresenta una sfida importante per il settore delle imprese edili, che necessita di una soluzione urgente. Il tavolo tecnico ha avviato un dibattito sulle possibili soluzioni, ma non esiste ancora un accordo condiviso su quale sia la migliore.

Le associazioni di categoria chiedono una rapida azione da parte del governo e delle partecipate per trovare una soluzione che permetta alle imprese edili di liberarsi dei crediti fiscali incagliati. È importante trovare una soluzione efficace e tempestiva, poiché la sopravvivenza delle imprese edili dipende da questo intervento.

Si auspica, dunque, che si possa giungere presto a un accordo che permetta di sbloccare la situazione dei crediti incagliati e di rilanciare il settore edile.



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TAGS: crediti, crediti fiscali, Superbonus

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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