Negli ultimi anni, l’Italia ha introdotto il Superbonus 110% e il Bonus Facciate con l’intento di stimolare l’economia e il settore delle costruzioni, oltre a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni.
Tuttavia, uno studio recente della Banca d’Italia ha messo in luce l’impatto economico di queste misure, sollevando interrogativi sulla loro efficacia complessiva.
Quali sono stati i reali benefici per il PIL italiano e quali costi hanno comportato per le casse statali?
Un gruppo di ricercatori della Banca d’Italia ha condotto uno studio per valutare l’impatto economico del Superbonus 110% e del Bonus Facciate, attivi dalla seconda metà del 2020. Secondo i risultati, le agevolazioni fiscali hanno generato un costo significativo per lo Stato senza apportare un beneficio economico proporzionale.
I ricercatori hanno rilevato che i benefici per l’economia in termini di valore aggiunto sono stati inferiori rispetto ai costi sostenuti, contribuendo così a un aumento del debito pubblico.
La spesa complessiva per queste misure ha superato i 170 miliardi di euro nel periodo 2021-2023, rappresentando circa il 3% del PIL medio annuo. Circa il 25% degli investimenti agevolati sarebbe stato effettuato anche in assenza degli incentivi, mentre il 73% del valore totale degli investimenti è stato direttamente influenzato dai crediti d’imposta.
Questi dati suggeriscono che il cosiddetto “moltiplicatore fiscale” delle misure è stato inferiore all’unità, evidenziando un ritorno economico inferiore rispetto alle aspettative.
Le conclusioni dello studio hanno suscitato diverse reazioni tra gli esponenti politici. Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha descritto il Superbonus come una misura disastrosa che ha causato danni significativi alle casse dello Stato, definendola una “scure sui conti pubblici“.
Anche Guerino Testa, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione Finanze, ha sottolineato come il Superbonus avrebbe continuato a danneggiare le finanze statali se non fosse stato interrotto.
Di contro, Mario Turco, senatore del M5s e vicepresidente del partito, ha criticato l’interpretazione dei dati da parte dei suoi colleghi, affermando che il report della Banca d’Italia rappresenta le opinioni personali di tre economisti e non una valutazione ufficiale dell’istituto. Secondo Turco, il report non parla di un fallimento del Superbonus, ma offre una visione personale che non vincola Palazzo Koch.
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