La proposta di intensificare i controlli sui bonus edilizi mira a contrastare le frodi, coinvolgendo i Comuni per una gestione più efficace e trasparente delle risorse pubbliche.
Il recente dibattito sul Superbonus 110% e altre agevolazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia ha portato al centro dell’attenzione la proposta di coinvolgere più attivamente i Comuni nei controlli contro le frodi e le irregolarità.
La proposta, discussa attualmente nella commissione Finanze al Senato, punta a estendere le verifiche anche ad altri bonus, come quello per le barriere architettoniche, rivelando una crescente preoccupazione per la correttezza nell’applicazione di tali incentivi.
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Una soluzione di questo tipo mira a intensificare la lotta alle attività fraudolente e a ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche, ma solleva questioni importanti su efficacia e possibili complicazioni.
La proposta avanzata prevede un’intensificazione dei controlli con un ruolo rafforzato dei sindaci, coinvolgendoli direttamente nel contrasto alle frodi legate all’indebita percezione di detrazioni fiscali. In particolare, il testo dell’emendamento suggerisce che i Comuni non solo monitorino l’uso del superbonus, ma anche le altre misure fiscali a rischio, come il bonus barriere architettoniche.
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L’idea è di sfruttare la vicinanza delle amministrazioni locali al territorio per una verifica più efficace e capillare, affrontando direttamente le violazioni che finora hanno messo a rischio significative somme di denaro pubblico.
Inoltre, il piano include potenziali approfondimenti tecnici sugli interventi edilizi, con l’obiettivo di identificare e sanzionare le operazioni non conformi alle normative vigenti. Ciò segna un passo importante verso un controllo più stringente e una maggiore trasparenza nelle operazioni di ristrutturazione edilizia che beneficiano di incentivi statali.
Nonostante l’intento positivo, l’implementazione delle nuove misure di controllo non è priva di sfide.
Le amministrazioni locali, già sotto pressione a causa degli obblighi derivanti dagli appalti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), potrebbero trovarsi in difficoltà a gestire ulteriori compiti. I limiti di risorse umane e tecniche sono significativi, soprattutto nei piccoli Comuni dove i legami stretti tra amministratori e cittadini potrebbero anche influenzare l’efficacia dei controlli.
Inoltre, l’esperienza passata mostra che i meccanismi di compartecipazione ai gettiti recuperati non hanno sempre prodotto i risultati sperati.
Nonostante il meccanismo simile previsto per le agevolazioni abitative, le segnalazioni di evasione rimangono relativamente basse, con alcune aree geografiche quasi completamente assenti da questa pratica. Questo solleva questioni sulla realistica applicabilità del nuovo piano e sulla sua capacità di garantire un impatto concreto nella lotta contro le frodi.
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