L’edizione 2019 di REBuild si è tenuta nelle giornate del 26 e 27 giugno a Milano. Si tratta del maggiore evento che si occupa di presentare le novità in ambito edilizio e la sensibilizzazione in merito alla delicatezza dell’argomento real estate. Tra i vari argomenti, si è parlato dell’introduzione dell’edilizia off-site. Vediamo di cosa si tratta.
Advertisement - PubblicitàPer edilizia off-site, si intende la realizzazione di un sistema dettato dalla tecnologia e dall’innovazione, in cui è possibile la costruzione degli elementi di un edificio in un luogo differente da quello del progetto, per poi essere composto in un secondo momento.
A tal proposito, ci sarà la possibilità di realizzare a distanza dei singoli elementi strutturali (come pannelli, pilastri, muri, scale, ecc.), o anche delle unità abitative per intero, che poi verranno spostati dal luogo di costruzione a quello a cui erano destinati. Una sorta di edilizia a distanza.
Tutto ciò sarà utile al fine di ridurre sia i tempi che i costi dei cantieri, oltre al numero di lavoratori, ed inoltre verrebbe valorizzato anche il concetto di sicurezza sul lavoro.
Il progetto nasce dalla società InvestiRe, che pone all’attenzione del pubblico il problema del rapporto tra metri quadri e qualità, il cui procedimento sta facendo affondare l’edilizia italiana. Al momento infatti, se viene diminuito il valore di un immobile al fine di renderlo accessibile al mercato della compravendita, automaticamente si andrà a produrre un edificio di minore qualità rispetto al progetto iniziale, in quanto il rapporto abissale tra metri quadri costruiti e venduti è adesso di 60 a 1.
Da qui nascono i progetti di riqualificazione della costruzione di edilizia off-site, che propongono più immobili a costi minori, senza il pericolo di dover tagliare sulla qualità.
Advertisement - PubblicitàCi sono diverse opinioni discordanti sull’argomento dell’edilizia off-site. È un pensiero comune, senza dubbio, il fatto che questi nuovi metodi porteranno maggiore efficienza nelle costruzioni, perché tutto ciò che fino ad ora veniva fatto in cantiere, potrà essere realizzato in fabbrica, in ambienti chiusi e con persone qualificate e controllate.
In questo modo non ci sarebbero più problemi di intemperanze climatiche a far chiudere la produzione per giorni, né persone irresponsabili che lavorano senza protezioni di sicurezza. L’industrializzazione delle costruzioni ridurrebbero inoltre in maniera sostanziale i tempi di produzione.
Le nuove tecniche di edilizia off-site avrebbero uno svantaggio unico, ma di grande impatto. Col tempo si potrebbe arrivare infatti all’azzeramento dell’inventiva e della libertà di costruzione progettuale, istituendo delle blocchi prefabbricati senz’anima che riempiranno le nostre città.
Quindi sì all’edilizia off-site, ma si dovrà tenere sempre a mente anche l’importanza del singolo progetto, che non potrà essere ripetibile per più di una volta, e non dovrà trasformare il mondo in un enorme blocco prefabbricato tutto uguale.
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