In data 7 settembre 2022 avrebbe dovuto tenersi la votazione in Senato per la conversione del DL Sostegni BIS. La votazione attesa in Senato, in realtà, è stata rimandata a martedì 13 settembre alle ore 12:00
In data 7 settembre 2022 avrebbe dovuto tenersi la votazione in Senato per la conversione del DL Sostegni BIS (decreto-legge n. 115 del 9 agosto 2022).
Il decreto contiene le misure ideate dal Governo contro il caro bollette, ma comprende anche vari nuovi aiuti per famiglie e imprese, nonché nuove direttive in relazione a Bonus Casa e Superbonus 110%. In tutto, le risorse complessive ammontano a 17 miliardi di euro.
La votazione attesa in Senato, in realtà, è stata rimandata a martedì 13 settembre alle ore 12:00. Ciò in quanto i senatori del Movimento 5 Stelle e quelli di Alternativa C’è (composto dagli ex-M5S), hanno rifiutato il ritiro degli emendamenti presentati, bloccando difatti la possibilità di procedere con la votazione.
Approfondiamo di seguito.
Advertisement - PubblicitàAl centro del dibattito portato avanti dai 5Stelle c’è il Superbonus 110% e, in particolare, il tema della cessione del credito.
Diversi partiti hanno richiesto che il meccanismo della cessione del credito in relazione all’usufrutto del Superbonus venisse modificato e, nello specifico, alleggerito. Ciò in modo da consentire ai tanti cittadini che hanno svolto lavori ammissibili di poter fruire del maxi-incentivo con maggiore facilità.
Sempre riguardo al Superbonus, la discussione include anche le banche, per le quali si chiede l’attribuzione di una minore responsabilità in relazione alle possibili frodi, così da permettere che gli istituti possano riprendere ad accettare normalmente i crediti maturati dai beneficiari.
Advertisement - PubblicitàIn tutto sono stati 400 gli emendamenti presentati dai senatori, con proposte di modifica riguardanti non solo il tema Superbonus, ma vari temi trattati all’interno del DL Aiuti BIS.
Il problema è che è rimasto poco tempo per far sì che il decreto-legge sia convertito e le risorse, di fatto, vengano sbloccate. In mancanza di un accordo sull’assegnazione delle risorse, il pericolo più grosso è che i 17 miliardi possano andare in fumo.
Proprio per evitare che ciò possa accadere, l’accordo era quello di ritirare tutti gli emendamenti proposti per poter velocizzare la conversione del decreto in Aula al Senato.
I partiti erano tutti d’accordo. Tuttavia, come abbiamo detto, il M5S e Alternativa C’è hanno rifiutato di ritirare gli emendamenti proposti, che ora dovranno essere valutati in occasione del nuovo voto previsto per il 13 settembre.
In questo modo, ciò che è accaduto è stata negata nuovamente la fiducia al Governo, che quindi non ha modo di procedere senza una valida maggioranza dalla propria parte.
Ad oggi resta una grande tensione tra i partiti, che in gran parte si scagliano contro i senatori del M5S, accusandoli di aver negato lo sblocco delle risorse attuando un gioco vergognoso, e impuntandosi sul tema Superbonus 110% solo per ottenere consensi in vista delle elezioni.
Dall’altra parte la capogruppo del M5S, Mariolina Castellone, si difende dicendo:
“Ci sono degli emendamenti che sono prioritari per evitare il fallimento di 50mila imprese e per aiutare i cittadini che hanno creduto allo Stato utilizzando lo strumento del Superbonus: è una cosa che va risolta adesso, non lo potrà fare il prossimo governo”.
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