Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato, per il rilancio dell’economia post-covid, tre miliardi di euro di risorse, per finanziare un progetto di costruzione, ampliamento e riqualificazione, di oltre 2.000 strutture tra asili nido e scuole per l’infanzia, andando a coprire l’intera fascia d’età da 0 a 6 anni.
Ai suddetti fondi si vanno ad aggiungere altri 108 milioni di euro elargiti dal Ministero dell’Istruzione, per una cifra complessiva di 3 miliardi e 108 milioni. Stiamo parlando del più grande progetto nel settore scolastico in Italia, infatti nel nostro paese non si era mai raggiunta una quota così ingente, ne dal punto di vista economico ne della quantità di strutture.
Anche il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito, asserendo che il governo ha fatto uno sforzo notevole, per consentire che tutte le scadenze e le date previste, possano essere rispettate, in modo da ottimizzare l’impegno e le risorse economiche messe in campo.
La percentuale maggiore di fondi sarà destinata al mezzogiorno, per consentire di colmare o quantomeno limare il divario economico-sociale rispetto al settentrione, altro aspetto toccato dal Ministro, è quello di dare sostegno al lavoro femminile, che in Italia, rispetto agli altri paesi europei, denota ancora una sostanziale differenza nei confronti di quello maschile.
Un altro obiettivo che si intende raggiungere è incrementare il tasso di natalità, che negli ultimi anni nel nostro paese ha fatto registrare un decremento significativo, in effetti, si cerca, attraverso la garanzia del diritto all’educazione e all’istruzione, sin dalla nascita, di permettere ai genitori che lavorano di non avere esitazioni nel concepimento.
Advertisement - PubblicitàIl piano del governo per la costruzione, ampliamento e riqualificazione di asili nido e scuole per l’infanzia è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.67 il 18 marzo 2021, il decreto, risalente al 30 Dicembre 2020, stabilisce le modalità e le procedure di presentazione delle domande per chi intende beneficiare del contributo per il quinquennio 2021-2025, vengono inoltre definiti i criteri di ripartizione e di utilizzo delle risorse, le modalità dei ribassi all’asta, le regole di controllo, la verifica, il monitoraggio e anche il recupero eventuale delle somme non utilizzate.
I fondi messi a disposizione dal PNRR e dal governo, saranno destinati a tre settori in particolare, su tutto il territorio nazionale, essi sono: gli asili nido, le scuole dell’infanzia e i centri polifunzionali per servizi alle famiglie.
Buona parte delle somme sarà destinata ai comuni, per la riconversione di spazi dell’infanzia attualmente in disuso o inutilizzati, ogni comune può usufruire dei fondi per un massimo di due progetti, per la riconversione si intendono i centri atti a svolgere servizi integrativi di strutture già esistenti, la creazione di laboratori didattici e lo sviluppo di aree innovative, nelle quali i bambini potranno avere l’opportunità di crescere ed apprendere, attraverso metodi innovativi, che prediligono il gioco e l’aggregazione.
Tutte le strutture realizzate attraverso questo progetto devono essere preferibilmente concepite e realizzate al piano terra, con esclusione dei piani semi e interrati.
Nel caso di edifici su più piani, alla fascia d’età in questione 0-6 anni, sarà destinato un unico piano e ovviamente con l’obbligo di accesso ai soggetti diversamente abili, con l’eliminazione di eventuali barriere architettoniche. I fondi, inoltre, possono essere utilizzati anche per la progettazione e non solo per l’esecuzione materiale dei lavori.
Advertisement - PubblicitàI beneficiari dei fondi, per attuare tale piano di riqualificazione, del sistema delle infrastrutture scolastiche, per la fascia d’età da 0 a 6 anni, sono tutti i comuni capoluoghi di provincia.
L’obiettivo di questa scelta è quello di appianare gli squilibri economico-sociali che ci sono in alcune zone periferiche, in evidente soggezione, le quali subiscono una situazione di abbandono, marginalità e degrado rispetto ai centri urbani.
L’altro punto su cui si lavora è quello di riportare le infrastrutture didattico-educative in alcune aree del paese, che per posizione geografica o densità abitativa, sono ritenute svantaggiate.
Tutto questo, ed altri dettagli, sono riportati nel Decreto Legislativo del 30 Dicembre 2020.
I termini per la presentazione delle domande, sono stati differiti al 28 Febbraio 2022 per la costruzione degli asili nido e dei servizi ad essi integrati, per alcune regioni del sud Italia (Basilicata, Molise e Sicilia) addirittura fino al 31 Maggio 2022. Questa dilazione temporale è atta a far aumentare le domande per l’aumento dei servizi educativi e didattici, visto che il progetto nella sua fase di debutto, ha dovuto affrontare alcune problematiche, legate alla difficoltà dei comuni nell’invio delle richieste e ad alcuni aspetti interpretativi.
Le graduatorie quindi, sono state aggiornate con la correzione dei relativi errori e la definizione delle nuove date per l’inoltro delle domande (avviso pubblico n° 48047 del 2 Dicembre 2021).
I fondi sono richiedibili da tutti i comuni proprietari di edifici adibiti ad asili nido e scuole dell’infanzia, con le somme messe a disposizione si possono finanziare i lavori di demolizione e ricostruzione di strutture già esistenti, costruzione di nuove scuole, ampliamento di infrastrutture già esistenti e messa in sicurezza di immobili adibiti all’insegnamento infantile, che non detengono determinati parametri di legge che ne consentono l’utilizzo.
Tutto questo, secondo il MIUR, permetterà di realizzare complessivamente più di 2000 interventi edilizi con l’utilizzo di oltre 3 miliardi di euro, questo assicurerà circa 250000 nuovi spazi educativi, per bambini e bambine, su tutto il territorio nazionale.
Tutta la documentazione ufficiale del PNRR è stata predisposta e messa a disposizione dal governo sul sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione, ad oggi la regione italiana che ha presentato il maggior numero di richieste è la Campania con 95, seguono Lombardia e Veneto, rispettivamente con 61 e 47 domande attivate.
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