Cortexa: Cancellazione della cessione del credito e sconto in fattura paralizzerà le riqualificazioni energetiche

Il mondo dell’edilizia e della riqualificazione energetica si prepara a vivere una fase di grande difficoltà, a causa delle recenti disposizioni del governo che hanno messo fine alle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi con Superbonus ed Ecobonus.

Il decreto-legge n. 11, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2023, ha infatti imposto il divieto di tali opzioni e ha vietato alle pubbliche amministrazioni di acquistare i relativi crediti.

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La decisione del governo è stata fortemente criticata da molte parti, in particolare da Cortexa, una delle principali realtà attive nel settore delle riqualificazioni energetiche degli edifici. Secondo Stefano Deri, Presidente di Cortexa, la scelta di impedire la cessione del credito e lo sconto in fattura rischia di paralizzare l’intero mercato delle riqualificazioni energetiche, causando danni economici molto pesanti a tutte le aziende del settore.

“Questa misura è incoerente rispetto agli impegni presi dall’Italia e dall’Europa in termini di riduzioni di consumi energetici ed emissioni” afferma Deri. “Inoltre, l’intera filiera si era attrezzata per far fronte alla forte domanda di interventi, incrementando la produzione di materiali, rifornendo i magazzini e assumendo personale qualificato. L’entrata in vigore di questa misura colpirà tutti, ma in particolare i cittadini meno abbienti che non potendo disporre di un capitale iniziale elevato per seguire i lavori, saranno ancor più svantaggiati“.

Secondo Deri, la scelta del governo rischia di compromettere la transizione energetica nel settore edile e di vanificare gli sforzi che sono stati fatti finora per raggiungere gli obiettivi previsti dalla direttiva europea EPBD sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici, inserita all’interno del pacchetto clima “Fit for 55%”.

Il Sistema a Cappotto, che rappresenta il principale protagonista della transizione energetica nel settore edile, consente di ridurre significativamente i consumi energetici degli edifici, ma senza un piano coerente e a lungo termine di incentivazione fiscale, non ci sono le condizioni per intervenire in maniera significativa su un problema così vasto.

“Il patrimonio immobiliare italiano è infatti composto per il 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976. È quindi fondamentale intervenire tempestivamente per garantire la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e soddisfare gli obiettivi previsti dalla direttiva europea.”

In conclusione, la scelta del governo di abolire le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi con Superbonus ed Ecobonus rischia di compromettere seriamente la transizione energetica nel settore edile e di causare danni economici molto pesanti alle aziende del settore.

È necessario trovare soluzioni alternative che permettano di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, promuovendo la diffusione di tecnologie a basso impatto ambientale e favorendo l’accesso ai bonus per i cittadini meno abbienti. Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro sostenibile per il nostro paese e per l’intero pianeta.