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Case green: sono 9,7 milioni di edifici interessati dalla direttiva europea

Secondo la stima dell’Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Istat-Enea sarebbero 9,7 milioni gli edifici in Italia che necessitano di lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, per un investimento complessivo di circa 1000 miliardi di euro.

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Il tema dell’adeguamento energetico degli edifici è tornato a far discutere dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva sulle cosiddette “Case Green”.

Questo provvedimento è mirato a ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera, ponendo l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. La direttiva europea impone agli Stati membri di adottare una serie di misure per raggiungere questo obiettivo, tra cui l’efficientamento energetico degli edifici.

L’Italia ha un compito particolarmente oneroso, essendo il paese europeo con la maggior parte degli edifici obsoleti. Il 53,7% delle abitazioni italiane, infatti, ha più di 50 anni (risulta costruito prima del 1970); un ulteriore 31% è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990) ed il 7,4% nel periodo 1991-2000. Meno dell’8% è stato edificato nell’ultimo ventennio.

Secondo la stima dell’Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Istat-Enea sarebbero 9,7 milioni gli edifici in Italia che necessitano di lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, per un investimento complessivo di circa 1000 miliardi di euro. Questi dati mettono in evidenza la necessità di un’azione rapida ed efficace per affrontare la questione dell’adeguamento energetico degli edifici in Italia.

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La situazione in Italia

La situazione in Italia è preoccupante, poiché solo il 23,6% degli edifici rientra nelle classi energetiche A e B, mentre il 61% degli immobili (7.622.524) è oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa (D ed E). Questi dati evidenziano la necessità di un intervento urgente per migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti.

Il Superbonus 110% ha rappresentato un passo importante in questa direzione, poiché ha permesso la riqualificazione energetica di molti edifici in Italia, con conseguente guadagno di due classi, di 55mila condomini, 221mila edifici unifamiliari e 109mila edifici funzionalmente indipendenti. Tuttavia, la soppressione di questo strumento ha sollevato dubbi sul futuro degli investimenti in questo settore.

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La direttiva europea

La direttiva europea impone agli Stati membri una serie di misure per l’efficientamento energetico degli edifici. Le costruzioni esistenti dovranno essere portate in classe energetica E entro il 2030 (2027 per gli edifici pubblici) e D entro il 2033.

Questi obiettivi rappresentano una sfida particolarmente grande per l’Italia, in cui la maggior parte degli edifici sono obsoleti e necessitano di interventi di riqualificazione energetica.

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Gli investimenti necessari

L’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni stima che su 12 milioni di edifici in Italia, il 77,9% (vale a dire 9.740.581 edifici), necessitano di interventi di riqualificazione per rientrare nella classe energetica D. Per ciò che riguarda i costi viene stimato un costo medio di un intervento in 104.500 euro, gli investimenti da attivare da qui al 2033 (salvo proroghe delle scadenze) ammontano a circa 1.000 mille miliardi di euro, vale a dire in media 100 miliardi l’anno.

Questi numeri sono evidentemente insostenibili, soprattutto senza un’adeguata politica di sostegno da parte dell’Europa.

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La strada da percorrere

In attesa che l’Europa chiarisca se ci saranno, ed in che misura, sostegni finanziari per il conseguimento di questi ambiziosi obiettivi, occorre che il governo italiano individui sollecitamente percorsi per l’adeguamento energetico del patrimonio abitativo privato e pubblico, soprattutto nel centro-sud Italia dove la situazione è più preoccupante.

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Le soluzioni possibili

Per fronteggiare questa sfida, occorre innanzitutto promuovere la cultura dell’efficienza energetica tra la popolazione e gli operatori del settore. Inoltre, è necessario incentivare gli interventi di efficientamento energetico attraverso strumenti fiscali e finanziari, come ad esempio il bonus fiscale del 50% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

È altresì importante promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, allo scopo di ridurre i costi degli interventi e aumentare l’efficacia delle soluzioni proposte.

Infine, occorre promuovere la creazione di una filiera dell’efficienza energetica in grado di offrire servizi di qualità e a prezzi competitivi. Questo consentirà di facilitare l’accesso degli utenti alle soluzioni proposte, semplificando la complessità delle procedure e riducendo i tempi di attuazione degli interventi.



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TAGS: case green, parlamento europeo, ristrutturazione

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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