L’Unione Europea sta per emettere una nuova direttiva che imporrà agli italiani e non solo, di dover spendere per adeguare gli immobili residenziali alla classe energetica richiesta entro il 2030.
Questa direttiva, chiamata sull’efficientamento energetico degli immobili, causerà un aumento delle ristrutturazioni degli edifici per soddisfare i requisiti previsti.
Advertisement - PubblicitàLa direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici prevede che tutti gli immobili residenziali in Europa raggiungano la classe energetica E entro il 2030, (con un consumo di energia compreso tra 91 e 120 chilowattora per metro quadrato) e successivamente la classe D (consumo tra 71 e 90 chilowattora per metro quadrato) entro il 2033, con una riduzione dei consumi di energia del 25%.
Questa direttiva, dopo le modifiche apportate dal Consiglio Europeo in ottobre 2022, dovrebbe essere approvata il 24 gennaio 2023 e pubblicata entro marzo 2023.
L’obiettivo dell’Unione Europea è di raggiungere zero emissioni di gas a effetto serra da parte degli edifici entro il 2040-50. Gli edifici sono attualmente responsabili di più del 30% delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE.
Per raggiungere questo obiettivo, saranno necessarie ristrutturazioni degli edifici inefficenti dal punto di vista energetico, che rappresentano il 75% del parco immobiliare.
In Italia, il parco immobiliare è particolarmente vecchio, con il 60% degli edifici che rientrano in una classe energetica compresa tra F e G. In questo caso, gli interventi necessari saranno quelli di isolamento termico (interno o esterno), sostituzione di infissi e installazione di caldaie a condensazione.
La direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici prevede l’installazione di impianti solari su:
Gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti abbiano una maggiore infrastrutture per biciclette e veicoli elettrici, tra cui:
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Advertisement - PubblicitàLa direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici mira ad aumentare le classi energetiche degli edifici per ridurre l’impatto ambientale delle emissioni. Tuttavia, l’Italia si trova in una posizione sfavorevole, poiché oltre il 60% delle abitazioni residenziali italiane rientrano nelle classi G ed F, le due più basse, e ciò causerà problemi ai proprietari di questi immobili se la direttiva verrà approvata senza modifiche.
La bozza di compromesso della direttiva include però alcune eccezioni che riguardano direttamente l’Italia, tra cui gli immobili di interesse storico, le chiese e gli altri edifici di culto, le seconde case abitate per meno di quattro mesi l’anno e le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.
Questi edifici saranno esenti dall’obbligo di efficientamento energetico.
Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale del Consiglio Europeo.
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