L’aumento dei prezzi per le materie prime è argomento scottante con cui il governo e i cittadini italiani si stanno confrontando. Il settore edile, già gravemente colpito da varie crisi e problematiche in tutto il territorio della Repubblica Italiana, sembra non avere mai un attimo di riposo.
L’aumento dei prezzi per le materie prime è argomento scottante con cui il governo e i cittadini italiani si stanno confrontando.
A prescindere dalla sua causa – soprattutto derivata dalla crisi pandemica e dalla guerra in Ucraina – il caro materiali sta funestando gravemente il Paese, bloccando grandi opere pubbliche e l’accesso ai bonus fiscali per l’edilizia come il Superbonus 110%.
Il settore edile, già gravemente colpito da varie crisi e problematiche in tutto il territorio della Repubblica Italiana, sembra non avere mai un attimo di riposo.
Fortunatamente, dopo un periodo di inescusabile inerzia, sembra pronto il pacchetto delle misure governative che contengono varie lingue guida. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, infatti, ha reso ufficiale e nota la determinazione che rimodula le linee guida in merito all’individuazione dei prezzari regionali per il materiale e la posa in opera nei lavori edili.
Il seguente documento del Mims è individuato unicamente dalla data 29/04/2022 e contiene varie disposizioni per il prezzario infra annuale.
Il testo era previsto per fine aprile, anche considerata la data di varo. Tuttavia, la burocrazia italiana che prevede il controllo della Corte dei Conti e altri aspetti ha ritardato la sua divulgazione pubblica, avvenuta solo pochi giorni fa.
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Advertisement - PubblicitàGià nel gennaio 2022, il governo aveva varato un provvedimento con il Decreto Sostegni Ter, il quale prevede che all’interno di ogni bando di gara sia presente un meccanismo da attivare per la revisione dei prezzi, oltre che un meccanismo di compensazione per venire incontro alle imprese e supportarle nel caso di aumento o diminuzione del costo dei singoli materiali: per semplificare il compito, la disciplina rimanda in maniera massiccia a quella già prevista dal Codice degli Appalti.
Il meccanismo di compensazione, invece, si attiva solamente se l’aumento o la diminuzione del prezzo del materiale è superiore al 5% in relazione al costo presente l’anno precedente la presentazione dell’offerta: se si verifica questo presupposto, il meccanismo di compensazione può essere attivo e prevede un ristoro pari all’80% di ogni eccedenza.
L’Istat è stato tirato in ballo in questa procedura e ad esso è stato demandato il compito di individuare la metodologia di variazione dei prezzi.
Le risorse per la compensazione sono previste dalle stesse stazioni appaltanti, le quali attingeranno alle somme accantonate per gli imprevisti che sono inserite in ogni quadro economico di intervento, oltre ad ogni eventuale somma acquisita per via dei ribassi d’asta. Inoltre, il Decreto Sostegni Ter ha previsto che fino al 31 Dicembre 2026 per le opere finanziate dai Regolamenti Europei 240 e 241 del 2021, la possibilità di attingere per un ammontare fino al 50% delle risorse disponibili, a cui vanno aggiunti altri 80 milioni di euro.
Advertisement - PubblicitàSecondo la legge vigente, il Codice degli Appalti dispone che il costo di tutte le attrezzature utilizzate per compiere i lavori, oppure dei prodotti per la realizzazione del crono programma, sono basate dai prezzari che predispone annualmente la Regione, con validità che finisce il 31 dicembre di ogni anno ma che può essere estesa fino al 30 giugno dell’anno successivo in caso di maggiore convenienza dei prezzi per opere già iniziate.
Il meccanismo introdotto a Gennaio si integra in quest’ottica e funge da ulteriore ausilio alle imprese appaltatrici.
Per far fronte alla necessità del caro materiali, il Decreto Aiuti ha permesso alle Regioni di aggiornare in maniera straordinaria i prezzi fino al 31 luglio 2022, per un periodo non superiore alla fine dell’anno stesso. Le linee guida di riferimento, comunque, sono quelle del Decreto Sostegni-ter.
In mancanza di queste direttive, le Regioni hanno potuto provvedere autonomamente con risultati altalenanti, soprattutto per la difformità fra luogo a luogo che si sono verificate. Con l’entrata in vigore delle nuove linee guida sul caro materiali 2022 del Mims, questo meccanismo dovrebbe vedere finalmente la fine, per la gioia di tutti gli appaltatori e titolari di impresa che hanno fatto i salti mortali in questo periodo, specialmente quelli operanti anche nel privato con il Superbonus.
Dalla lettura delle nuove linee guida del Ministero, emergono dei meccanismi interessanti per tenere basso il prezzo contro il caro materiali. Queste sono il frutto di un tavolo di confronto che i funzionari dello stesso hanno tenuto con le varie Regioni. Dal confronto, è emerso che il prezzario non è un mero listino prezzi ma un vero e proprio faro guida in grado di tutelare le imprese a garantire qualità delle opere, congruità nel costo e la sicurezza nei cantieri per i lavoratori.
Naturalmente, tenendo conto di ogni peculiarità e specificità del territorio preso ad esame.
In questa direzione è stata attivata la Rete dei Prezzari regionali, un tavolo di coordinamento fra Mims e Regioni che ha il compito di armonizzare la disciplina. Questo meccanismo sarà tenuto da Itaca e avrà il compito di monitorare con efficienza tutti i prezzi più rilevanti dei materiali, tenendo anche conto delle misure di compensazione già previste con i decreti precedenti, senza sbagliare.
Il fine dichiarato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile è quello di ridurre ogni discrepanza e modalità sui meccanismi sovrastanti alla rilevazione dei prezzi con modalità infra annuale. In questo modo, sarà possibile valutare in tempo reale il caro materiali e intervenire in maniera rapida ed efficiente.
Le linee guida, inoltre, spiegano abbastanza bene come sarà determinato il prezzo di gara, tenendo conto del costo di ogni singola lavorazione e degli oneri di sicurezza, oltre che i costi soggetti o non soggetti a ribasso da parte dell’imprese appaltatrici.
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