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Bonus Barriere Architettoniche 2024: la guida facile e completa

Bonus Barriere Architettoniche 2024: la guida facile e completaBonus Barriere Architettoniche 2024: la guida facile e completa
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Per abbattere le barriere architettoniche presenti in edifici già esistenti lo Stato ha messo a disposizione degli utili incentivi sotto forma di sgravi fiscali e in particolare il Bonus Barriere Architettoniche 2024.

Una misura finalizzata a migliorare l’accessibilità negli ambienti privati, sia nella parte interna sia in quella esterna, per rendere più semplice la vita quotidiana per le persone diversamente abili e per quanti sono alle prese con difficoltà motorie.

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Che cos’è il Bonus Barriere Architettoniche 2024

Il Bonus Barriere Architettoniche 2024 è stato recentemente prorogato nell’ambito della Legge di Bilancio approvata nel mese di dicembre 2023.

Si tratta di una misura destinata alle persone che vogliono eliminare barriere architettoniche di qualsiasi natura presenti in casa e all’esterno. Tecnicamente è una detrazione fiscale fissata a un’aliquota 75% da utilizzare in sede dichiarazione dei redditi in termini Irpef e Ires.

Da rimarcare che la proroga è stata prevista anche per l’anno 2025 e quindi si può richiedere il bonus per tutti i lavori che vengono eseguiti entro il 31 dicembre 2025.

La spesa massima ammissibile varia tra 30 mila euro e 50 mila euro a seconda delle caratteristiche dell’edificio e del tipo di intervento che si sta per eseguire. Questo significa che la detrazione può arrivare a un valore massimo di 37.500 euro da ripartire in eguale misura in 5 annualità (per cui la rata di ogni anno può essere di 7.500 euro salvo incapienza fiscale).

I lavori possono essere effettuati anche sulle parti comuni di un edificio condominiale per consentire alle persone alle prese con problematiche motorie di poter entrare e uscire in totale libertà e con maggiore facilità.

Per la prima volta la misura è stata introdotta in Italia con la Legge di Bilancio del 2022 anche se ad essere precisi esisteva precedentemente una detrazione molto simile che però riguardava in generale tutti i lavori effettuati per la ristrutturazione edilizia tra cui l’eliminazione di ostacoli e barriere.

In linea generale il bonus può essere ottenuto da cittadini privati ma anche da enti pubblici e privati, imprese e gli esercenti arti e professioni. Tra l’altro, la casistica di lavori che possono godere di questo vantaggio fiscale è piuttosto ampia perché rientrano non solo gli interventi di abbattimento di strutture già presenti che inibivano l’accessibilità ma è previsto anche per l’installazione di impianti tecnologicamente avanzati che consentono di muoversi liberamente da una parte all’altra della casa come nel caso del montascale oppure degli ascensori.

Concettualmente rientrano tra i lavori ammissibili tutti quelli che consentono di eliminare i problemi deambulatori.

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Vincoli di accesso al bonus

La prima questione da approfondire per capire nel merito le dinamiche del Bonus Barriere Architettoniche 2024 riguarda i vincoli di accesso.

La misura è stata prevista per le persone fisiche, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale e, in aggiunta, le società semplici e le associazioni tra professionisti. La normativa prevede che lo sgravio sia utilizzabile anche da qualsiasi tipologia di soggetto che produce reddito di impresa.

Dunque, sotto questo punto di vista non ci sono particolari limitazioni ma è necessario che il beneficiario sia assoggettato all’irpef e in aggiunta l’immobile residenziale sia presente sul territorio nazionale.

Per quanto concerne l’edificio, la legge prevede che non necessariamente il beneficiario debba essere anche il proprietario. In realtà è sufficiente che sia titolare di un diritto reale oppure di personale di godimento di quella struttura come, ad esempio, l’usufrutto.

Approfondisci: Diritti Reali: tutto quello che devi sapere su proprietà e godimento

Un ulteriore vincolo di accesso riguarda le modalità con cui si effettua l’intervento e il contesto. Il concetto è molto più semplice di quanto si possa pensare perché il bonus spetta nel caso di interventi su edifici già esistenti per cui l’agevolazione non è prevista per i lavori riguardanti una nuova costruzione. Non è richiedibile neppure nel caso in cui si proceda alla demolizione dell’edificio e alla ricostruzione.

Leggi anche: Demo-ricostruzione: tutti gli incentivi e i bonus casa che ammettono l’intervento

Sostanzialmente si applica se si stanno effettuando degli interventi di abbattimento delle sole barriere e di tutti gli ostacoli architettonici presenti in una casa già esistente. Inoltre, la normativa ha allargato la tipologia di lavori detraibili evidenziando che ne possono beneficiare anche tutti gli interventi di automazione degli impianti che abbiano come obiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Va anche chiarito che nel caso in cui si proceda con la sostituzione ed eventuale modifica di un impianto, possono essere portate in detrazione tutte le spese necessarie anche per lo smaltimento e la bonifica dei vari materiali.

Per quanto riguarda i sistemi di automazione, le spese necessarie di installazione per ascensori e montacarichi possono essere detratte soltanto con il Bonus Ristrutturazione. L’importante è che la soluzione tecnologica, a prescindere dalla tipologia, sia finalizzata a favorire la mobilità sia all’interno che all’esterno dell’abitazione per dare un aiuto concreto alle persone che hanno difficoltà nella deambulazione.

Leggi anche: Ristrutturazione scale o ascensori: quali incentivi possibili?

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I limiti di spesa

Abbiamo visto che i limiti di spesa impostati per il Bonus Barriere Architettoniche 2024 possono andare dai 30 mila fino ai 50 mila euro nella misura del 75%.

Nello specifico, il limite massimo di 50 mila euro è previsto per gli interventi di abbattimento di ostacoli e barriere architettoniche in un edificio unifamiliare oppure in edifici plurifamiliari ma funzionalmente indipendenti.

Sul concetto di funzionalmente indipendenti ci sono state numerose discussioni circa la sua interpretazione e questo ha richiesto un chiarimento presso l’Agenzia delle Entrate. Ne parliamo nel successivo paragrafo.

Il limite di 40 mila euro è invece valido per ogni unità immobiliare che fa parte di una struttura condominiale nella quale ci sono da un minimo di 2 fino a massimo di 8 unità immobiliari. Tale spesa scende al limite di 30 mila euro nel caso in cui il complesso condominiale sia composto da un numero di unità immobiliari superiori a 8.

Leggi anche Barriere architettoniche: non è obbligatoria la presenza di un disabile

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Immobili funzionalmente indipendenti

La spesa massima ammissibile prevista per il Bonus Barriere Architettoniche 2024 può raggiungere la quota di 50 mila euro nel caso in cui gli interventi vengano effettuati sui edifici plurifamiliari purché funzionalmente indipendenti.

Questo concetto è stato introdotto non solo per questa tipologia di bonus ma anche per il Superbonus. L’Agenzia delle Entrate si è vista costretta a proporre un chiarimento per nulla scontato. In particolare, ha evidenziato che un’unità immobiliare per poter essere ritenuta funzionalmente indipendente deve disporre di almeno tre tipologie di installazioni oppure di manufatti di proprietà esclusiva.

Il riferimento è alle utenze e agli impianti che permettono di creare comfort nell’ambiente residenziale.

Volendo essere più precisi, la normativa prevede che sia funzionalmente indipendente quell’immobile che dispone di un impianto autonomo per la approvvigionamento idrico, impianti per il gas, per l’energia elettrica e per la climatizzazione invernale.

Questo concetto è stato peraltro riportato nell’articolo 119 comma 1 bis del decreto di legge numero 34 emanato nell’anno 2020.

Altra questione che va approfondita e che richiede particolare attenzione riguarda gli interventi effettuati su spazi comuni come, ad esempio, le scale e il pianerottolo di un edificio condominiale.

Affinché questi lavori possano beneficiare delle detrazioni è necessario che le delibere condominiali avvengano con la maggioranza dei partecipanti all’assemblea.

Leggi anche: Eliminazione barriere: possibile ignorare delibere assembleari contrarie

In questo caso la maggioranza viene stabilita con la presenza di condomini che possono vantare almeno 1/3 del valore millesimale dell’intero edificio per cui l’amministratore di condominio deve procedere con il calcolo dei millesimali e appurare il raggiungimento di questa quota minima affinché i lavori per l’abbattimento di ostacoli e barriere architettoniche possano aver luogo.

Leggi anche: I millesimi condominiali: come calcolarli, modificarli e per cosa vengono utilizzati

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Le spese ammissibili

In linea di massima, per godere del Bonus Barriere Architettoniche 2024 nella misura del 75% è necessario effettuare dei lavori che hanno come principale obiettivo quello di abbattere ostacoli e barriere architettoniche che influenzano negativamente l’accessibilità nelle varie zone di un edificio.

Questi interventi possono essere effettuati all’interno ma anche all’esterno della proprietà purché mantengano sempre il medesimo fine. Inoltre, è opportuno ricordare che, a partire dal primo gennaio 2024, sono state introdotte delle novità che limitano il bonus per alcuni interventi.

Nello specifico, sono state escluse delle tipologie di interventi per le quali non sono più previste le detrazioni fiscali. Si tratta dei lavori destinati al rifacimento e al miglioramento dei bagni e degli infissi. Invece, ancora oggi dispongono di una detrazione del 75%, tutte le spese sostenute per il rifacimento di scale, servoscala, ascensori, piattaforme elevatrici e rampe.

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Come si può utilizzare il Bonus Barriere Architettoniche 2024

Le modalità previste per sfruttare il Bonus Barriere Architettoniche 2024 prevedono la maturazione di un credito sul proprio cassetto fiscale da poter sfruttare poi in sede di dichiarazione dei redditi per abbattere il gettito fiscale previsto per l’Irpef.

Naturalmente qui è opportuno fare anche una considerazione sulla cosiddetta problematica dell’incapienza fiscale. Infatti, non è detto che il contribuente abbia l’opportunità di utilizzare tutto il bonus di cui si ha diritto.

Per semplificare la questione facciamo un esempio pratico.

Ammettiamo di avere effettuato delle spese per modificare gli spazi interni e permettere libertà di movimento ad una persona disabile per complessivi 40 mila euro. In questo caso si ha diritto a uno sgravio fiscale nella misura del 75% per cui la detrazione complessiva è pari a 30 mila euro.

La normativa ci dice anche che questo totale di spesa deve essere ripartito in cinque annualità di pari valore per cui ogni anno si può ottenere un sgravio Irpef di 6 mila euro. Ammettiamo anche che il contribuente, in ragione dello stipendio annuale di cui dispone, versa nelle casse dello Stato ogni anno fiscale 4.500 euro di Irpef. Questo significa che sostanzialmente può ottenere al massimo uno sgravio pari a 4.500 euro e gli altri 1.500 euro non sono utilizzabili.

Questa era una problematica che il legislatore ha affrontato anche per altre tipologie di bonus come il Bonus Ristrutturazione e soprattutto il Superbonus 110%.

Inizialmente, il governo aveva previsto la possibilità di utilizzare l’incentivo anche con differenti modalità rispetto alla classica detrazione in sede di dichiarazione dei redditi. In particolare si poteva richiedere la cessione del credito per cui il credito maturato sul proprio cassetto fiscale veniva poi ceduto ad un terzo soggetto che poteva essere una banca oppure un intermediario finanziario.

C’era poi una ulteriore opportunità: lo sconto in fattura. In questo caso la ditta che effettuava l’intervento oppure il negoziante che vendeva gli infissi con tanto di servizio di installazione, consentiva al cliente di poter pagare soltanto il 50% della spesa complessiva.

La cessione del credito e lo sconto in fattura sono due modalità che attualmente non sono disponibili per qualsiasi bonus se non in particolari condizioni che, peraltro, variano in funzione dell’intervento.

Anche nel caso del Bonus Barriere Architettoniche 2024 la normativa prevede delle eccezioni alla regola. Ciò significa che in linea generale la cessione del credito e lo sconto in fattura non sono ottenibili ma ci sono dei casi in cui si può accedere a queste importante opportunità.

Il primo riguarda tutti gli interventi che vengono effettuati sulle parti comuni di un edificio condominiale a prevalente destinazione abitativa.

La seconda opportunità fa riferimento alla situazione reddituale del beneficiario del bonus. Il beneficiario, infatti, per poter richiedere la cessione del credito o lo sconto in fattura deve avere un reddito massimo fino a 15 mila euro all’anno. Il reddito viene peraltro calcolato con delle modalità che sono state introdotte anche per il Superbonus ossia secondo quanto previsto dal concetto di quoziente familiare.

Approfondisci: Quoziente familiare: cos’è e come funziona?

Si tratta di un calcolo abbastanza articolato perché vengono previste delle valutazioni in relazione agli interventi che devono essere effettuati sugli edifici unifamiliari e plurifamiliari. Tra l’altro, la norma prevede che l’unità immobiliare venga necessariamente adibita ad abitazione principale.

Tornando al concetto di quoziente familiare, la norma stabilisce che nel caso del nucleo familiare bisogna sommare tutti i redditi dei vari componenti per poi effettuare una media aritmetica.

L’ultima opzione che consente di poter pensare alla cessione del credito oppure allo sconto in fattura riguarda i soggetti in condizioni di disabilità accertata. La condizione viene stabilita secondo quanto previsto dall’articolo 3 della legge numero 104.

Non è necessario che la persona in condizione di disabilità accertata sia proprietaria dell’immobile ma è sufficiente che faccia parte del nucleo familiare.

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Modalità di calcolo del quoziente familiare

Il calcolo del quoziente familiare è importante per stabilire se si può o meno richiedere lo sconto in fattura ad una ditta oppure fruire della cessione del credito. Si tratta di una somma aritmetica di tutti i redditi complessivi sia del contribuente sia eventualmente nel proprio coniuge o soggetto assimilato come nel caso di un convivente.

Nel calcolo bisogna anche riportare tutti i componenti del nucleo familiare.

Il primo aspetto di cui tener conto è che la valutazione deve essere effettuata con i redditi dell’anno precedente a quello in cui si stanno per effettuare le spese per l’abbattimento delle barriere architettoniche e di tutti gli ostacoli alla mobilità in un ambiente residenziale. Ad esempio, se le spese vengono sostenute nel 2024, il riferimento deve essere ai redditi percepiti nell’anno fiscale 2023.

Non si tratta di una vera e propria media aritmetica anche perché bisogna tener conto anche del numero di familiari a carico. Ad esempio, il contribuente va calcolato come unità come del resto anche il coniuge convivente (qualora produca reddito).

Invece se si ha un familiare a carico come, ad esempio, un figlio non titolare reddito, allora bisogna sommare il numero 0,5 per stabilire il divisore.  Con due familiari a carico il numero da sommare è 1 mentre con tre o più familiari a carico si somma sempre 2.

Per chiarire meglio facciamo un esempio. Prendiamo come riferimento una famiglia sia composta da due genitori, entrambi con il proprio lavoro, con due figli. Mettiamo che complessivamente il reddito ottenuto nell’anno 2023 dai due genitori sia pari a 50 mila euro. Questo valore va poi suddiviso per un numero che è somma di 1 (papà), 1 (mamma) e 1 (per due figli a carico).

Dunque il reddito che deve essere valutato per poter accedere o meno allo sconto in fattura e alla cessione del credito è varia 50,000 : 3 per cui 16.667 euro. Siccome il limite imposto è di 15.000 euro, allora questa famiglia non potrebbe richiedere lo sconto in fattura oppure procedere con la cessione del credito.

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Documentazioni e come accedere al bonus barriere architettoniche 2024

Per accedere al bonus è necessario produrre la documentazione per dimostrare di averne diritto. La prima e importante questione riguarda i pagamenti che devono essere effettuati con metodi tracciabili. Dunque assolutamente da evitare sono i pagamenti in contanti e con assegni.

Invece, va benissimo il bonifico che peraltro deve essere parlante.

Approfondisci: Cos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari Bonus

Come avviene anche per altri bonus come il Bonus Ristrutturazione, il bonifico va effettuato riportando alcuni dati specifici che riguardano la partita IVA e il codice fiscale dell’azienda che esegue gli interventi e gli estremi della normativa nella causale.

Non è difficile fare un simile bonifico perché la stragrande maggioranza delle banche italiane permettono ai propri clienti di poter inviare una sorta di bonifico fiscale che in automatico carica la normativa di legge da inserire per lo specifico bonus e prevede campi appositi per inserire Partita IVA e codice fiscale.

Da ricordare che il bonifico parlante è obbligatorio per legge altrimenti seppur siano stati effettuati lavori ammessi dalla normativa, non sarà possibile beneficiare dello sgravio fiscale.

Altro documento obbligatorio è l’asseverazione per la verifica dei requisiti per l’accesso al bonus. Questa è una condizione necessaria secondo quanto stabilito dal regolamento del Ministero dei lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989. Bisogna quindi affidarsi a un tecnico abilitato che si occupi dell’asseverazione rispettando tutti i requisiti previsti dalla norma.

Le documentazioni prodotte vanno poi messe a disposizione del proprio commercialista in maniera tale che possa utilizzarle in maniera adeguata in sede di dichiarazione dei redditi. In particolare nei modelli Redditi PF e Modello SP ci sono degli appositi campi per dichiarare le spese legate a questo genere di bonus fiscale.

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Quale tipologia di IVA si applica e ulteriori considerazioni

Il Bonus Barriere Architettoniche 2024 è una importante opportunità per eliminare gli ostacoli presenti in casa e all’esterno dell’abitazione godendo di uno sgravio fiscale che può arrivare fino ad un massimo di 37.500 euro.

Tuttavia ci sono anche altre agevolazioni per questo genere di situazioni e in particolare si applica l’IVA agevolata al 4%. Ciò significa che tutti i lavori necessari per migliorare le condizioni di un ambiente vengono effettuati con il pagamento di un’IVA decisamente più bassa.

Per ottenere questo beneficio è necessario però presentare l’autocertificazione firmata dall’impresa che si occupa dei vari lavori e della fornitura di materiali e dispositivi. Inoltre, va detto che l’eliminazione delle barriere architettoniche è un intervento che può essere gestito con sgravi di altra natura. In particolare, oltre alla detrazione fiscale in termini IRPEF e Ires del 75% è possibile anche richiedere il Bonus Ristrutturazione.

Ricordiamo che si tratta di una misura dedicata ai proprietari e ai titolari di diritti di godimento reale dell’immobile che eseguono lavori di manutenzione straordinaria.

Il bonus ristrutturazione ha modalità molto simili al Bonus Barriere Architettoniche 2024 in quanto è necessaria l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato e inoltre i pagamenti devono essere tracciabili con particolare riferimento al bonifico parlante. Con il Bonus Ristrutturazione, però, si ha diritto ad uno sgravio fiscale del 50% per un importo massimo pari a 96 mila euro per cui la detrazione è fissata ad una soglia di 48 mila euro.

Da sottolineare che in questo caso gli interventi devono essere effettuati non più entro il 31 dicembre 2025 ma al massimo entro il 31 dicembre 2024 salvo nuove proroghe.

I lavori di ristrutturazione in questo caso devono riguardare comunque l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione di soluzioni adeguate come il montacarichi e gli ascensori. Rientrano nella casistica anche gli interventi che consentono di sfruttare tecnologie avanzate come la robotica a patto che tali lavori apportino dei benefici in tema di mobilità all’interno e all’esterno della casa.

Leggi anche: Montascale: la guida completa per una mobilità senza barriere

Va sottolineato che non è possibile utilizzare per il medesimo lavoro più bonus. Evidentemente, l’opportunità di accedere al Bonus Ristrutturazione può essere presa in considerazione nel caso in cui si effettuano interventi che richiedono una spesa più ampia rispetto ai massimali del Bonus Barriere Architettoniche.

Va anche ricordato che per tutto il 2024, il Bonus Ristrutturazione può essere usato soltanto in sede di dichiarazione dei redditi con la possibilità di suddividere in 10 rate annuali lo sgravio calcolato in termini IRPEF e Ires.

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Bonus barriere architettoniche 2024, cos’è cambiato

Analizzando del merito quanto stabilito dall’ultima Legge di Bilancio ci sono state delle importanti modifiche per quanto riguarda il Bonus Barriere Architettoniche.

L’aliquota di detrazione è però rimasta sempre al 75% anche se non la si può utilizzare su alcuni interventi che fino al 2023 erano ammessi come il rifacimento del bagno e la sostituzione degli infissi per migliorare il comfort degli ambienti residenziali.

Questo è un vero e proprio passo all’indietro da parte del governo perché precedentemente la detrazione era in effetti prevista soltanto per interventi che permettevano di installare ascensori, servoscala, piattaforme elevatrici e per migliorare le caratteristiche di rampe e di scale all’interno e all’esterno di un’abitazione.

Lo sconto in fattura e la cessione del credito possono essere richiesti utilizzate soltanto per lavori su spazi condominiali, da beneficiari che hanno un basso reddito oppure quando c’è un disabile nel nucleo di famiglia. A tal proposito bisogna fare una precisazione perché il nuovo Bonus Barriere Architettoniche 2024 si applica sui lavori avviati a partire dal primo gennaio 2024. In parole povere, per gli interventi destinati all’abbattimento degli ostacoli delle barriere architettoniche iniziati negli anni precedenti valgono le vecchie regole.

Le vecchie regole valgono anche nel caso in cui i lavori non siano stati avviati nel 2023 ma è stato comunque firmato un preventivo e pagato un acconto. Naturalmente queste condizioni devono essere dimostrate con documenti previsti dalle normative vigenti.

In ultima analisi va fatta una ulteriore precisazione molto importante che riguarda i soggetti Ires. Per questi ultimi non c’è in alcun caso la possibilità di ottenere lo sconto in fattura oppure la cessione del credito ma soltanto la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute. È altrettanto importante rimarcare, infine, che rispetto al passato non è più possibile utilizzare il bonus per edifici a destinazione non residenziale.



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TAGS: barriere architettoniche, bonus barriere

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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