Il mese di luglio segna una svolta significativa per l’Assegno Unico, con importanti cambiamenti nella gestione degli arretrati e nelle modalità di calcolo. Scopriamo insieme cosa cambia e come queste modifiche potrebbero influenzare i beneficiari.
Sommario
Infatti, dal primo luglio, l’erogazione degli arretrati sarà interrotta a coloro che presenteranno la domanda a partire da ora. Questa decisione è la conseguenza della scadenza, alla fine del mese scorso, del termine ultimo per richiedere gli arretrati per il periodo da marzo a giugno. Pertanto, qualsiasi importo dovuto non sarà più riconosciuto e, per un numero limitato di beneficiari, non ci sarà modo di recuperare gli importi non percepiti.
Ricordiamo che è possibile ottenere l’assegno unico anche senza l’ISEE tuttavia, senza questo documento, viene concesso solo l’importo base. L’ISEE può essere inoltrato in un secondo momento, ma l’aggiustamento retroattivo delle rate mensili e il conseguente riconoscimento degli arretrati sono garantiti esclusivamente per coloro che hanno effettuato questa operazione entro il 30 giugno.
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Advertisement - PubblicitàDal 1° luglio, ha chiarito l’Inps, il contributo verrà ricalcolato soltanto per le mensilità accreditate successivamente. Questa interruzione degli arretrati riguarda un numero limitato di famiglie, soprattutto quest’anno, visto che l’Inps ha predisposto il rinnovo automatico dell’assegno tra febbraio e marzo per chi era già beneficiario.
Le famiglie coinvolte da questa modifica sono le seguenti:
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Advertisement - PubblicitàNel mese di giugno, si è verificato un evento significativo riguardante l’assegno unico: il maxi conguaglio. Quest’operazione di ricalcolo ha coinvolto un’estesa platea di beneficiari, precisamente più di 512.000 famiglie. Questo processo ha generato una distribuzione aggiuntiva di fondi che ammonta a circa 140 milioni di euro. Considerando la ripartizione di queste somme tra le famiglie coinvolte, il credito medio pro-capite è stato di 272 euro.
In parallelo a questa operazione, si è provveduto anche al recupero delle somme erogate in eccesso o senza le dovute ragioni, riportando quindi equilibrio nel sistema di distribuzione dei contributi.
Inoltre dal mese di giugno, una particolare attenzione è stata rivolta alle famiglie che vivono una condizione di monoparentalità o lutto. Per questi nuclei familiari con almeno un figlio minore orfano, è stato decretato un incremento dell’assegno unico fino a un massimo di 30 euro.
Questa misura, introdotta dal governo, intende fornire un supporto concreto a quei nuclei in cui uno dei genitori è deceduto o “nel caso in cui alla presentazione della domanda esista un solo genitore lavoratore e l’altro genitore sia deceduto“.
Questo beneficio sarà erogato per un periodo massimo di 5 anni successivi all’evento del decesso, rappresentando così un aiuto significativo per le famiglie che si trovano ad affrontare una situazione tanto difficile quanto dolorosa.
Concludendo, le modifiche recenti all’assegno unico portano con sé sia vantaggi che svantaggi per le famiglie italiane. Sebbene alcune famiglie possano essere colpite dalla cessazione dell’erogazione degli arretrati, altri gruppi di beneficiari potrebbero vedere un aumento del loro assegno a seguito delle recenti modifiche alla normativa.
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