Il piano anti spreco del primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, parte dai riscaldamenti: accensione a Novembre inoltrato, meno ore durante la giornata, ma anche temperature più moderate
Roma come Parigi: se nella capitale francese, il governo cittadino ha deciso di spegnere la tour Eiffel di notte, a partire dalle 23.45, il piano anti spreco del primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, parte dai riscaldamenti: accensione a Novembre inoltrato, meno ore durante la giornata, ma anche temperature più moderate.
Un’ordinanza che ha già scatenato polemiche, soprattutto in difesa delle fasce deboli.
Sommario
Parola d’ordine: sobrietà. L’obiettivo dell’ordinanza firmata dal primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, il 6 Novembre scorso, punta a ridurre il consumo energetico, quest’inverno. Il piano di Gualtieri dovrebbe consentire di far fronte, in particolare, all’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità.
Locali amministrativi, biblioteche, asili nido, scuole, case di cura e ospedali non rientrano nelle nuove misure: in questi posti la temperatura potrà, quindi, superare i 19°C (con una tolleranza di 2°C).
Per il resto, il massimo consentito, secondo la disposizione, è di 17°C negli edifici industriali e di 19°C in tutti gli altri. L’accensione del riscaldamento è posticipata al 21 Novembre contro il consueto 1 Novembre.
I termosifoni dovranno essere spenti il 31 marzo, in maniera definitiva, in tutti i condomini e gli uffici pubblici, anziché il 7 aprile.
L’ordinanza Gualtieri riduce anche le ore, durante le quali i riscaldamenti potranno restare accesi, nei condomini di Roma: da 14 a 10, da selezionare tra le 5 del mattino e le 23. Fanno eccezione gli impianti di riscaldamento a pannelli radianti incassati e a pompa di calore.
Advertisement - PubblicitàÈ indubbio: l’Italia come il resto d’Europa vive un periodo di cambiamenti. La guerra in Ucraina ha sconvolto l’ordine internazionale e le conseguenze sono incommensurabili. La crisi energetica spinge, dunque, a rivedere le abitudini e a premere sul pedale dell’acceleratore, per uscire il più rapidamente possibile dalla dipendenza rispetto alle energie di carbonio.
La crisi climatica, d’altra parte, è una realtà tangibile e devastante: ondate di caldo, siccità, incendi…Tutti hanno potuto misurare gli effetti del cambiamento, la scorsa estate.
In questo contesto, l’inverno arriva con una sfida rilevante: il primo cittadino di Roma è convinto che soltanto agendo insieme si possano evitare carenze e tagli e mitigare l’impatto economico della chiusura quasi totale delle consegne di gas dalla Russia.
Nonostante le scorte di gas siano state aumentate al massimo già dall’estate, le forniture diversificate e la capacità dei terminali aumentata, le precauzioni ancora non bastano. Per i mesi a venire, quindi, bisogna restare all’erta, facendo la propria parte rispetto al piano di sobrietà energetica approvato con il Decreto ministeriale n. 383 del 6 ottobre.
La sobrietà è un concetto semplice: si tratta di scegliere economie, anziché subire tagli. È una risposta di emergenza e un baluardo contro misure più restrittive. Ma, più in generale, la sobrietà è un
nuovo modo di pensare e di agire, che sarà una delle chiavi della transizione ecologica e della sovranità energetica.
Attraverso la sobrietà, l’Italia dovrebbe riuscire a svincolarsi dai combustibili fossili e a essere più efficiente nel consumo di energia.
Sovranità e resilienza, insomma, rispetto agli choc che potrebbero colpire il Paese, dal punto di vista energetico.
Ridurre del 10% i consumi entro il 2024 è un obiettivo ambizioso ma non irraggiungibile, a patto che tutti facciano la propria parte.
Mentre il Governo studia quelle globali, i sindaci si occuperanno delle soluzioni mirate, che ruotano intorno a piccoli gesti, che possano assicurare grandi risultati, nel medio e lungo termine.
Advertisement - PubblicitàLa stretta di Gualtieri ha inevitabilmente sollevato una sfilza di polemiche. A mettere sotto accusa l’ordinanza per primo è Davide Borboni della Lega Salvini Premier, che indica nella disposizione una misura non risolutiva, a scapito della salute dei cittadini. Ma non è il solo: le polemiche riguardano soprattutto gli anziani che in casa necessitano di una temperatura di almeno 22 gradi e che, quest’inverno, rischiano di soccombere per il freddo.
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