Gli Stati Limite sono dei principi posti alla base della sicurezza nelle costruzioni. Nell’ambito dell’ingegneria strutturale edilizia, gli Stati Limite sono quelle condizioni secondo cui un progetto supera i vincoli permessi. E quindi la struttura non soddisfa più le esigenze previste principalmente in fase progettuale.

Sono diverse le situazioni che portano un edificio a perdere i requisiti necessari per poter essere abitabile. Primi tra tutti: il passare del tempo, le condizioni climatiche e i disastri ambientali. Se le nuove analisi di una costruzione fanno emergere delle incongruenze strutturali che non sia adeguano più ai principi del progetto iniziale, si dice che quel fabbricato ha superato gli Stati Limite.

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Possibili danneggiamenti e verifiche obbligatorie

Gli Stati Limite sono considerati alla base delle regole antisismiche e di sicurezza secondo le quali una costruzione viene definita stabile e vivibile. Le diverse condizioni che portano un edificio a perdere quei requisiti di funzionalità che in principio aveva, possono essere:

  • Danni locali che compromettono l’efficienza, l’aspetto e la durabilità. Per esempio, perdite negli impianti, corrosione dei materiali ecc;
  • Movimenti eccessivi, come le vibrazioni dovute dai terremoti, che pur non compromettendo l’equilibrio del fabbricato, limitano l’utilizzo di alcuni suoi componenti;
  • Esposizione eccessiva alle intemperie climatiche nel corso degli anni;
  • Corrosione e degrado dovuti alla troppa esposizione.

È necessario quindi che si attuino dei metodi di prevenzione dei danni a cui una struttura è esposta, al fine di risanare i componenti strutturali non più funzionanti prima di superare gli Stati Limite. La normativa italiana a questo proposito prevede l’esecuzione periodica delle seguenti verifiche:

  • Delle tensioni di esercizio;
  • A fatica;
  • Delle vibrazioni;
  • Di deformabilità;
  • Delle fessurazioni.
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Distinzione degli Stati Limite

A seconda delle differenti condizioni e cause possibili, in ambito edilizio sono state istituite due principali tipologie di Stati Limite. Eccole di seguito:

  • SLU (Stati Limite Ultimi). È la condizione più estrema secondo cui un fabbricato si considera pericolante per la sicurezza delle persone. Rientrano qui, per esempio, i cedimenti strutturali, la perdita parziale o totale dell’edificio, il deterioramento dei componenti per fatica. Il superamento dello Stato Limite in questi casi viene definito “collasso” e ha carattere irreversibile;
  • SLE (Stati Limite di Esercizio). Condizione secondo la quale la struttura non rispetta più i requisiti iniziali del progetto. In questo caso, lo Stato Limite può essere reversibile o irreversibile. Reversibile quando gli elementi non più conformi sono limitati, e quindi, eliminati quelli, la struttura torna ad essere sicura. Irreversibile nel momento in cui i danni sono permanenti, inaccettabili e ineliminabili.