La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente deciso un nuovo taglio dei tassi di interesse, riducendo di 25 punti base il tasso sui depositi, che ora si attesta al 3,25%. Si tratta del terzo intervento di questo tipo nell’arco dell’anno, dopo quelli di giugno e settembre.
Questa decisione avrà un impatto rilevante sul mondo dei mutui, soprattutto per chi ha scelto un finanziamento a tasso variabile. Ma quali saranno gli effetti concreti per le famiglie italiane e cosa possiamo aspettarci per il futuro?
Sommario
Per i mutui a tasso fisso, il nuovo intervento della BCE non avrà effetti immediati, ma per chi ha optato per un tasso variabile, le buone notizie non mancano. Le rate, infatti, inizieranno a scendere.
Un esempio concreto può aiutare a comprendere meglio questa dinamica: chi ha sottoscritto a gennaio 2022 un mutuo a tasso variabile di 140.000 euro per una durata di 30 anni, con un tasso indicizzato all’Euribor a 3 mesi più uno spread dello 0,9%, ha visto crescere significativamente la sua rata nel corso del 2023.
Se a inizio anno pagava una rata di circa 409 euro, questa è salita fino a toccare un massimo di 710 euro a novembre 2023.
Tuttavia, con i recenti tagli operati dalla BCE, questa tendenza si sta invertendo: già con l’intervento di settembre, la rata si è ridotta a circa 687 euro, e il nuovo taglio dovrebbe portarla intorno ai 667 euro.
Advertisement - PubblicitàLe previsioni di mercato indicano che l’Euribor, il parametro chiave per i mutui a tasso variabile, potrebbe scendere ulteriormente nei prossimi mesi. Si stima che entro dicembre 2024 l’Euribor a 3 mesi possa scendere al di sotto del 3%, e addirittura al di sotto del 2% entro la fine del 2025.
Di conseguenza, chi oggi paga una rata superiore ai 650 euro potrebbe trovarsi, all’inizio del 2025, a pagare circa 642 euro, con un ulteriore calo a circa 578 euro entro fine anno.
Questi scenari rappresentano un notevole risparmio rispetto ai picchi raggiunti nel 2023, e offrono una boccata d’ossigeno per le famiglie che hanno visto le loro rate aumentare negli ultimi anni.
Advertisement - PubblicitàNonostante la prospettiva di un abbassamento delle rate, gli esperti avvertono che difficilmente si tornerà ai tassi estremamente bassi del periodo 2015-2021, quando i mutui a tasso variabile erano ai minimi storici. L’era dei tassi zero, favorita dalla presidenza di Mario Draghi alla BCE, sembra ormai conclusa.
Oggi, anche se le condizioni stanno migliorando, chi ha un mutuo variabile dovrà fare i conti con un livello di rate più alto rispetto ai livelli pre-pandemia.
In conclusione, il nuovo taglio dei tassi deciso dalla BCE rappresenta una buona notizia per i mutuatari a tasso variabile, ma è importante avere aspettative realistiche: non si tornerà ai livelli pre-crisi, anche se le rate si stanno gradualmente abbassando.
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