Il calo dei tassi di interesse sui mutui segna un’importante svolta per le famiglie italiane e per chi intende acquistare un immobile. Dopo mesi di rialzi, i dati più recenti mostrano un’inversione di tendenza che favorisce l’accesso al credito, con risvolti positivi anche per le imprese.
Parallelamente, l’accessibilità al mercato immobiliare varia notevolmente da città a città, rivelando significative differenze regionali.
Ma quali sono le implicazioni di queste dinamiche? È davvero il momento giusto per acquistare una casa o accendere un mutuo?
Scopriamolo!
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Sommario
A settembre 2023, il tasso medio sui nuovi mutui erogati è sceso al 3,82%, il livello più basso registrato dal dicembre 2022. Questo calo rappresenta una svolta significativa rispetto al picco del 4,92% di novembre 2023.
La discesa, benché graduale, comporta un risparmio tangibile per chi ha scelto di accendere un mutuo: per un finanziamento standard di 125.000 euro a 25 anni, si parla di circa 77,5 euro in meno al mese, ovvero un risparmio annuo di 930 euro.
Il ribasso interessa anche i prestiti alle imprese, con i tassi medi scesi al 4,9%, il minimo da maggio 2023. Questo trend potrebbe ulteriormente consolidarsi in seguito alle decisioni della BCE, che potrebbe proseguire con tagli ai tassi di riferimento nelle prossime settimane.
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Advertisement - PubblicitàIl Codacons ha accolto con favore il calo dei tassi sui mutui, definendolo una “buona notizia” per le famiglie italiane, in particolare per coloro che hanno contratto un finanziamento per l’acquisto della prima casa.
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L’associazione dei consumatori sottolinea come il trend discendente dei tassi, diminuiti dell’1,1% in soli dieci mesi, rappresenti un risparmio significativo per i mutuatari. In termini pratici, questo si traduce in una maggiore sostenibilità economica per le famiglie, rendendo più agevole il pagamento delle rate mensili.
Inoltre, il Codacons ha evidenziato come il calo dei tassi sia un segnale positivo per l’intero settore immobiliare, contribuendo a stimolare l’accesso al credito e a rilanciare il mercato.
L’associazione invita comunque a monitorare attentamente l’evoluzione delle decisioni della BCE, che potrebbero incidere ulteriormente sui costi del finanziamento.
Advertisement - PubblicitàOltre ai tassi di interesse, anche il numero di annualità di stipendio necessarie per comprare casa varia sensibilmente in Italia. Milano si conferma la città più cara, richiedendo in media 12,5 anni di reddito per l’acquisto di un immobile al prezzo medio di 4.285 euro/m². Seguono Roma, con 9 annualità, e Firenze, con 8,8.
Le città meno costose, come Palermo e Genova, richiedono circa 3,3 annualità, grazie a prezzi medi rispettivamente di 1.127 e 1.143 euro/m². Questa disparità mette in evidenza le differenze strutturali del mercato immobiliare italiano, con città come Milano che beneficiano di progetti di riqualificazione urbana, capaci di spingere i prezzi anche nelle aree periferiche.
Nel 2007, anno in cui i prezzi degli immobili hanno toccato il picco, Roma era la città più costosa, con 14,8 annualità richieste per acquistare una casa, seguita da Milano con 14. Da allora, Milano ha superato la capitale in termini di costo relativo, grazie agli investimenti in infrastrutture e riqualificazioni.
Questa tendenza si è confermata negli anni, posizionando il capoluogo lombardo come leader del mercato immobiliare nazionale.
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