La successione legittima si apre al momento della morte, in riferimento all’ultimo luogo di domicilio del deceduto, in tutti i casi per i quali manchi del tutto o in parte un testamento (altrimenti si disporrebbe la successione testamentaria).
I chiamati all’eredità possono procedere con l’accettazione (espressa o tacita) oppure con la rinuncia, entro un tempo massimo di 10 anni dall’apertura della successione.
Sommario
Nei casi di rinuncia, ad esempio per la presenza di debiti insoluti in capo al deceduto, il cancelliere provvede a nominare un curatore dell’eredità, mediante apposita richiesta fatta dai chiamati all’eredità oppure d’ufficio.
Quando si è provveduto alla nomina di un curatore, gli eredi perdono ogni diritto di:
In tutti i casi di rinuncia, tali atti saranno comunque conseguiti per mano del curatore, ma le tutte le spese sostenute rimarranno a carico dell’eredità.
Advertisement - PubblicitàSe il defunto ha lasciato un testamento scritto, chiunque egli abbia scelto può diventare erede, anche un soggetto che non fa parte della sua famiglia.
Se invece la successione è legittima, in base all’art. 565 del Codice Civile, l’eredità si devolve in base al seguente ordine:
Agli articoli seguenti si fanno poi ulteriori precisazioni in relazione alle varie categorie di eredi. In breve:
Posto quanto detto, la successione legittima può essere conseguita però esclusivamente in relazione agli eredi che, per legge, sono considerati “capaci di succedere”.
L’art. 462 del Codice Civile dispone, in particolare, che i soggetti capaci di succedere sono:
“[…] tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell’apertura della successione.”
Si spiega poi che per “concepiti al tempo dell’apertura della successione” si intendono tutti i figli nati entro i 300 giorni successivi alla data di morte del soggetto. Solo se previsto nel testamento, possono succedere al defunto anche i figli non ancora concepiti di un’altra persona.
Sono esclusi in ogni caso dalla successione tutti gli eredi che vengono ritenuti “indegni” in base alle disposizioni previste dalla normativa, ovvero i soggetti che:
Viene invece sospeso dalla successione il coniuge (o membro dell’unione civile) – anche separato – che sia indagato per omicidio volontario o tentato omicidio del deceduto, nonché dei suoi genitori, fratelli o sorelle.
Coloro che secondo la normativa vengono ritenuti indegni sono obbligati a restituire tutti i frutti di cui abbiano eventualmente beneficiato dal momento dell’apertura della successione.
Tuttavia, se il deceduto era a conoscenza dell’atto di indegnità commesso dal soggetto – e nonostante questo lo abbia espressamente abilitato alla successione mediante atto pubblico o testamento, oppure lo abbia contemplato nel testamento – l’indegno sarà ammesso a concorrere all’eredità.
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