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Sblocca cantieri è legge: cosa cambia?

Lo è diventata da poco, eppure la Legge Sblocca cantieri già oggi suscita numerose discussioni e pone le persone di fronte a una vasta gamma di questioni. Vediamole nel dettaglio

Sblocca cantieri è legge: cosa cambia?Sblocca cantieri è legge: cosa cambia?
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Lo è diventata da poco, eppure la Legge Sblocca cantieri già oggi suscita numerose discussioni e pone le persone di fronte a una vasta gamma di questioni.

Difatti, si tratta di una di quelle leggi destinate comunque a creare un gran scalpore. Il testo è stato approvato nell’aula del Senato con ben 175 voti a favore, 40 astenuti e 55 contrari. Di base la Legge modifica alcuni punti del famoso Codice degli appalti.

A occuparsene è stato il premier, Giuseppe Conte, il quale ha affermato di essere molto lieto che sul DL Sblocca cantieri è finalmente stata trovata una convergenza. Il merito, ovviamente, va ai rappresentanti di Movimento 5 Stelle e Lega, che sembrano aver lavorato con una grande responsabilità per trovare una soluzione tecnica che fosse condivisa dalla maggioranza del Senato.

Le precedenti limitazioni che rischiavano di compromettere l’integrità della Legge, dunque, sembrano essere state eliminate e il testo presentato in Aula del Senato fu accettato dopo alcune modifiche. Esso regola la concessione di lavori pubblici alle aziende o ai privati e tra i principi ispiratori include le diverse limitazioni alle infiltrazioni dei gruppi criminali e della generale corruzione nelle opere.

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I cambiamenti nel Codice degli appalti

All’inizio la Lega aveva richiesto la sospensione per circa due anni di ben 6 norme inserite nel Codice degli appalti trovando una forte opposizione. Venne dunque cercato un compromesso limitando a 4 le norme da sospendere. Fra queste è stata sospesa la norma relativa ai vari subappalti che al giorno d’oggi sono stati limitati a un tetto pari al 30% del totale. Si trattava di un limite che i rappresentanti della Lega volevano abolire del tutto, ma che, invece, sarà innalzato al livello del 40%.

A questa si aggiunge la questione delle soglie, ovvero del volume di spesa entro il quale l’appalto pubblico possa essere affidato direttamente a un’azienda (o in un caso differente, quali regole bisogna seguire). Per rispondere alle esigenze delle diverse aziende, ma anche per creare una normativa che fosse il più possibile equilibrata e giusta, i vari gruppi hanno deciso di proseguire sull’intesa raggiunta direttamente in sede di commissione Bilancio. 

Se la spesa sarà inferiore ai 40.000 euro, si proseguirà per affidamento diretto; nel caso in cui la spesa fosse tra i 40.000 e i 150.000 euro, l’affidamento sarà sempre diretto, ma si baserà su 3 preventivi.; nel caso della spesa compresa tra i 150.000 e un milione di euro, si procederà per procedura negoziata svolta tra 10-15 operatori. Questo significa che si seguiranno le norme previste nel Codice degli appalti, le quali prevedono l’impossibilità di accedere all’appalto per tutte le aziende, limitando l’accesso unicamente a un numero di operatori economici preselezionati e successivamente inseriti in un speciale elenco creato apppositamente dal Comune o dalla Regione che ha creato l’appalto.

Infine, per quanto riguarda una spesa pubblica compresa tra il milione e i 5,5 milioni di euro saranno avvitare le procedure d’appalto per una gara addirittura a livello europeo. A quest’appalto, dunque, potranno partecipare anche le realtà aziendali provenienti da altri Paesi dell’Europa.

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Una questione fondamentale: la procedura in deroga

Un altro nodo nella questione legata agli appalti era rappresentato dall’articolo numero 63 del Codice degli appalti. Quest’ultimo, difatti, stabilisce i vari casi stando ai quali si può agire in deroga alle varie regole, ovvero quando è possibile assegnare un appalto (che preveda una spesa pubblica anche milionaria) senza dover svolgere le gare europee, ma unicamente seguendo le procedure negoziali.

Dopo le innumerevoli discussioni svolte in merito sono state apportate delle consistenti modifiche che consentono di accedere una maggiore flessibilità nei casi che, per esempio, prevedano un’estrema urgenza, la mancanza di offerte oppure l’assenza di concorrenza. A questo si aggiunge il fatto che la misura in questione potrebbe addirittura sospendere il Codice, in quanto porterebbe alla facilitazione dell’applicazione di vari criteri legati alla discrezionalità, tra cui l’urgenza. Questo, a sua volta, aprirebbe fin troppo le maglie del Codice stesso, tanto da equivalere alla sospensione così tanto richiesta dai rappresentanti della Lega. I cambiamenti apportati, dunque, sono davvero tanti e importanti.

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La questione delle telecamere

A questo si aggiunge l’emendamento relativo alla presenza delle telecamere negli asili nido e nelle case di cura. Quest’ultimo è stato promosso dai più grandi gruppi parlamentari (Lega, M5S, Forza Italia e Partito Democratico) e prevede l’installazione dei sistemi di sorveglianza in tutte gli spazi degli asili (e non solo nelle aule), nonché nelle varie strutture di assistenza progettate appositamente per i disabili e gli anziani. Il tutto per giustificare la loro ampia tutela.

Per realizzare il progetto il Ministero dell’Interno prevede lo stanziamento di ben 5 milioni per il 2019 e 15 milioni ogni anno durante il periodo tra il 2020 e il 2024. Tali finanziamenti (160 milioni nel totale) serviranno appunto per rendere più sicure queste zone. Oltretutto sarà stanziata una cospicua somma anche per l’acquisto di numerosi strumenti riservati alle strutture sanitarie e assistenziali al fine di aumentarne la qualità del lavoro.

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Le altre novità

A tutte queste si aggiungo numerose altre novità a cui bisogna prestare attenzione. In particolare, viene dato molto più tempo ai comuni italiani per procedere alla messa in sicurezza di alcuni luoghi. Così la norma prevede che il limite di tempo per iniziare i lavori per la messa in sicurezza delle strade, edifici pubblici e scuole venga spostato al 10 luglio. Senza dimenticarsi di tutto ciò che riguarda il progetto “Italia infrastrutture”, utile per garantire la piena cantierizzazione delle opere pubbliche già a partire dal settembre del 2019.

L’Italia Infrastrutture, più che un progetto, sarà un’azienda creata ad hoc, con un capitale sociale pari a 10.000.000 di euro il cui obiettivo principale è proprio quello di procedere alla cantierizzazione delle varie opere pubbliche presenti in Italia.

Differentemente, invece, sarà trattata la questione delle semplificazioni nelle zone sismiche. Tutti gli interessati potranno denunciare i problemi ai materiali o ai sistemi costruttivi utilizzati dall’azienda che si è occupata della costruzione di un edificio allo sportello unico appositamente creato e potrà farlo anche usarlo la Posta Elettronica Certificata.

Inoltre, il Mit potrà utilizzare anche altri laboratori, oltre a quelli ufficiali, per svolgere i controlli e le prove sui materiali di realizzazione.

A questo si aggiunge una nuova funzionalità di avviso delle calamità. Quest’ultima riguarderà unicamente i cellulari e sarà un nuovissimo sistema di comunicazione di emergenza per i terremoti, alluvioni e così via. Si chiamerà IT-alert e invierà un SMS automatico a tutte le schede SIM attive nell’area colpita dalla calamità naturale. A questo si aggiunge il fatto che la società Sport e Salute (la vecchia Coni), avrà la qualifica di committenza centrale per gli appalti pubblici per tutto il concernente la politica pubblica sportiva. Infine, alle Regioni andrà la competenza per le varie autorizzazioni concernenti l’installazione degli impianti di trattamento dei rifiuti.



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TAGS: appalti, asili nido, case di cura, messa in sicurezza, sblocca cantieri, subappalti, telecamere

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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