Il Consiglio di Stato ha rinviato la decisione su una sanatoria edilizia a seguito della richiesta della proprietà, che ha sollevato l’applicazione della nuova legge di conversione del Decreto Salva Casa, fissando una nuova udienza per dicembre 2024.
Una recente ordinanza del Consiglio di Stato (ordinanza n° 5889 del 2024), ha accolto la richiesta di rinvio avanzata dalla proprietà in un contenzioso legato a una sanatoria edilizia, dopo il diniego ricevuto da un’amministrazione comunale.
La parte appellante ha richiesto di posticipare la discussione poiché, nel frattempo, stava per entrare in vigore la legge di conversione del Decreto Salva Casa, approvata il 28 luglio 2024. Tale normativa potrebbe avere un impatto decisivo sul caso, poiché prevede nuove misure per la regolarizzazione degli immobili con irregolarità edilizie.
Il Consiglio di Stato ha così rinviato la decisione, fissando una nuova udienza per dicembre 2024, per valutare se il decreto possa influenzare positivamente la posizione della ricorrente.
Sommario
La vicenda ruota attorno al rigetto di una richiesta di permesso di costruire a sanatoria da parte di un’amministrazione comunale. La proprietà, dopo aver eseguito lavori edilizi, ha presentato domanda di sanatoria, secondo quanto previsto dall’art. 36 del DPR 380/2001, che regola la possibilità di ottenere permessi in regolarizzazione per interventi non autorizzati.
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Tuttavia, il comune ha respinto tale richiesta, aprendo così la strada a un lungo iter giudiziario, che ha visto la proprietà ricorrere prima al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e successivamente al Consiglio di Stato, che ha recentemente emesso un’ordinanza sul caso.
Advertisement - PubblicitàDi fronte al rigetto del TAR, la proprietà ha scelto di proseguire con un appello al Consiglio di Stato, ritenendo che la decisione del primo grado fosse viziata da un’interpretazione errata delle norme urbanistiche e amministrative.
L’appellante ha basato il proprio ricorso su diversi punti, tra cui la violazione del principio di proporzionalità e del diritto di proprietà, sostenendo che gli interventi realizzati non alteravano in modo sostanziale la conformità dell’immobile rispetto agli strumenti urbanistici. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il caso presentasse elementi di incertezza, in particolare per l’impatto potenziale del nuovo quadro normativo introdotto dal Decreto Salva Casa.
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Per tale motivo, è stata accolta la richiesta di rinvio presentata dalla parte appellante, la quale ha fatto leva sull’imminente entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
Advertisement - PubblicitàIl Decreto Salva Casa, convertito in legge il 28 luglio 2024, è stato introdotto per affrontare situazioni di irregolarità edilizia diffuse in molte aree urbane italiane. La norma mira a semplificare le procedure di regolarizzazione degli immobili, offrendo nuovi strumenti di sanatoria per i proprietari che si trovano in condizioni di difformità rispetto ai regolamenti urbanistici.
La legge stabilisce criteri meno restrittivi per la concessione delle sanatorie e introduce meccanismi di compensazione che potrebbero consentire la regolarizzazione anche in casi in cui, in passato, era impossibile ottenere un esito favorevole.
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Questo decreto potrebbe dunque rappresentare un elemento chiave nel caso in esame, in quanto le nuove disposizioni potrebbero aprire la strada a una revisione della posizione del comune e a una possibile concessione della sanatoria.
Advertisement - PubblicitàCon l’ordinanza di rinvio, il Consiglio di Stato ha fissato una nuova udienza per dicembre 2024, rinviando la trattazione del merito per permettere di valutare gli effetti della legge di conversione del Decreto Salva Casa.
Le parti sono state invitate a depositare ulteriore documentazione per dimostrare se gli interventi realizzati possano rientrare nei parametri di regolarizzazione previsti dalla nuova normativa. Tale decisione lascia aperte diverse possibilità: se il comune dovesse riconoscere la sanabilità degli interventi alla luce delle nuove disposizioni, il ricorso della proprietà potrebbe essere accolto, ribaltando così l’esito dei giudizi precedenti.
Al contrario, se gli interventi fossero ancora ritenuti non conformi, la vicenda potrebbe concludersi con la conferma del diniego di sanatoria.
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