Quando si decide di acquistare o vendere un immobile, esistono tutta una serie di valori tecnici che avrete modo di osservare presentando le carte. Per completare in maniera favorevole per entrambe le parti la transazione, è opportuno conoscere nel dettaglio il loro significato e come vengono calcolati, in modo da tramutarli in un valore economico realistico in quel preciso momento storico e poter procedere alla compravendita con le basi corrette.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la differenza che intercorre tra rendita catastale, categorie catastali e superficie catastale, elementi rinvenibili se richiederete la produzione di una visura catastale, storica o solo attuale.
Si tratta infatti di una serie di parametri che, insieme al foglio, la particella e il subalterno, vanno a identificare l’immobile e lo rendono commercializzabile sul mercato.
Sia che siate professionisti del settore, come geometri, architetti o tecnici, sia che siate semplicemente cittadini che desiderano comprendere e interpretare le carte nella maniera giusta, il suggerimento è di leggere oltre e acquisire padronanza di concetti fondamentali se si viene a contatto con l’universo dell’edilizia e della vendita di immobili.
Sommario
L’ultima voce presente su una visura catastale è la rendita, cioè un valore dato ai fini fiscali a un immobile in grado di produrre reddito in maniera autonoma, poiché potenzialmente soggetto alla compravendita e alla locazione.
Partendo dal presupposto che gli immobili si dividono in particolari categorie catastali identificate tramite le lettere dell’alfabeto, tale valore si ottiene moltiplicando la tariffa d’estimo relativa a tale categoria e classe con la consistenza, che andremo ad analizzare in seguito.
Si tratta di un procedimento che necessita di essere eseguito da un esperto del settore, che conosce i parametri vigenti al momento e riesce a eseguire una valutazione oggettiva ai fini della quantificazione economica.
Il tutto dipende quindi dalla zona censuaria all’interno del quale ci si trova, cioè l’area territoriale che può comprendere uno o più comuni assimilabili dal punto di vista economico e sociale.
Se desiderate procedere in autonomia per conoscere le tariffe d’estimo vigenti, non dovrete fare altro che recarvi sul sito dell’Agenzia delle Entrate e scaricare l’apposito pdf con i valori, così da poter eseguire un semplice calcolo.
Tuttavia, per poter presentare il calcolo rispettando la normativa, è necessario che il proprietario o il suo legale rappresentate si affidi a un tecnico abilitato, che certifichi il proprio lavoro dopo aver eseguito un accurato sopralluogo.
Successivamente si dovrà dedicare alla compilazione di un DOCFA, che riporta il rilievo metrico e le immagini acquisite, oltre tutte le informazioni riguardanti l’immobile dal punto di vista dei vani e della realizzazione.
Al fine di eseguire il lavoro, la committenza dovrà fornire una planimetria catastale aggiornata, il titolo di proprietà ed eventuali pratiche che sono state presentate nel corso del tempo a seguito di lavori o modificazioni di natura urbanistica.
Potrebbe quindi trattarsi di SCIA, CILA o CIL, a seconda del tipo di intervento che è stato portato a termine.
Advertisement - PubblicitàAl fine di calcolare la rendita e la consistenza, è opportuno affidarsi alle categorie catastali, che identificano prima in macroaree il tipo di immobile trattato e successivamente si suddividono in maniera sempre più specifica per comprendere esattamente la sua natura.
Vengono identificate con le lettere dell’alfabeto, partendo dalla A e terminando alla E.
Partendo dal Gruppo A, questo si suddivide in 11 sezioni, che è opportuno conoscere per attribuire a ogni tipologia la corretta categoria.
Passando alla Categoria B, la classificazione è leggermente più ristretta:
Proseguiamo la nostra descrizione delle categorie con la C, variegata e di tipo strumentale:
Con la categoria D, invece, si inglobano una serie di attività ricettive e ricreative:
L’ultima categoria di appartenenza degli immobili è la E, che comprende gli immobili di interesse pubblico e collettivo che non rientrano all’interno della altre macro aree.
Advertisement - PubblicitàLa superficie catastale è la somma di tutte le aree che compongono l’abitazione urbana, che comprende anche lo spessore dei muri per un massimo di 50 cm e gli accessori calcolati in percentuale, come ad esempio accade per terrazzi e balconi.
Per eseguire un calcolo corretto, è bene considerare che tutti gli immobili vengono suddivisi in vani, che a loro volta presentano delle categorie che determinano la percentuale di attribuzione.
Quelli della Categoria A sono considerati principali e vengono calcolati al 100% della loro metratura, mentre quelli della categoria B sono accessori e prevedono esclusivamente un 50% del reale valore, come ad esempio accade per i magazzini pertinenziali o le soffitte.
Nella categoria C rientrano i vani indiretti non comunicanti, come ad esempio una soffitta che si trova all’ultimo piano dello stabile mentre l’appartamento è collocato al primo.
In questo caso il valore di attribuzione è solo del 25%, mentre per quanto riguarda la tipologia D, che comprende terrazzi e balconi, si sale fino a un massimo del 30% fino a un massimo di 25 mq.
Infine troviamo la categoria E, che prevede i terrazzi e i balconi non comunicanti, che ad esempio sono parte del palazzo ma ai quali non è possibile accedere direttamente tramite la propria casa.
Fino a 25 mq il calcolo è del 15%, al di sopra solo del 5%.
Utilizzando questi parametri sarà possibile ottenere il corretto valore della superficie catastale, utile poi a determinare il prezzo di un immobile in sede di compravendita, a seconda anche della zona di competenza e del costo al Mq vigente in quel momento in base alle oscillazioni del mercato.
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