Tra i tanti dibattiti in atto, nelle ultime ore è finito al centro delle polemiche politiche proprio l’utilizzo del POS, con il Governo intenzionato a rivedere la soglia e le opposizioni pronte a fare muro contro questa ipotesi ritenuta scellerata.
In questi giorni il Governo Meloni è intensamente impegnato su più fronti perché allo studio ci sono diverse nuove iniziative. Si lavora celermente per dare un’impronta ben precisa alla linea di Governo e dare così concretezza alle promesse elettorali.
In arrivo nuove misure contro il caro prezzi delle bollette dell’energia elettrica e del gas, contro l’inflazione, per prorogare le agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani under 36, per definire le pensioni quota 103, la flat tax ma anche il nuovo tetto per l’obbligo del POS.
Tra i tanti dibattiti in atto, nelle ultime ore è finito al centro delle polemiche politiche proprio l’utilizzo del POS, con il Governo intenzionato a rivedere la soglia e le opposizioni pronte a fare muro contro questa ipotesi ritenuta scellerata.
Sommario
Tuttavia, almeno secondo le ultime indiscrezioni, il nuovo Governo sul tema dei pagamenti elettronici e sulla cifra oltre cui sarà obbligatorio l’uso del POS rallenta un po’. Una sorta di frenata dopo l’ultima bozza della Manovra, che prevede l’esenzione dell’obbligo dei pagamenti elettronici per i conti sotto i 60 euro.
A confermare la temporanea frenata è arrivata una nota di Palazzo Chigi, con la precisazione che sull’argomento sono in atto delle interlocuzioni con la Commissione Europea. Non un dietrofront, ma una piccola frenata in attesa del confronto e dell’esito delle interlocuzioni prima di proseguire l’iter della Legge di Bilancio.
In particolare, il dibattito con Bruxelles è incentrato sul tetto al di sotto del quale gli esercizi commerciali non sono obbligati ad accettare pagamenti con bancomat o carte di credito.
In prima battuta il tetto era stato fissato a 30 euro, prima di essere spostato in avanti fino a 60 euro. Un innalzamento della soglia maldigerita dalle opposizioni, che vanno decisamente all’attacco tirando in ballo la datata e mai definitivamente risolta questione dell’evasione fiscale.
Da qualche giorno dunque sull’argomento si registrano conferme e ripensamenti da parte del Governo, dibattuto tra la volontà di varare nuove disposizioni per alleggerire gli obblighi per gli esercizi commerciali in fatto di pagamenti elettronici e lo sforzo di dare pienamente corso al cronoprogramma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Advertisement - PubblicitàLe opposizioni non hanno digerito affatto bene il possibile innalzamento della soglia da 30 a 60 euro per l’esenzione dell’obbligo del POS, sono sul piede di guerra e pronte a dare battaglia. Le accuse sull’innalzamento del livello minimo di contante parlano di scelte scellerate e contro le linee di indirizzo europee, una maniera per aiutare qualche categoria che non ne vuole sapere di utilizzare i pagamenti digitali e rischiosa per la lotta all’evasione fiscale.
La misura viene vista dalle opposizioni come un passo indietro, uno stop alla comodità e alla trasparenza delle transazioni. Dopo le molte critiche, avanza anche l’ipotesi di una petizione contro per sollevare ancora di più il dissenso e invitare il Governo a un immediato ripensamento.
In altri termini, per le opposizioni lo stop all’uso del POS per i pagamenti sino a 60 euro non deve concretizzarsi, la bozza della Manovra che innalza il limite va rivista e cambiata. Intanto, il Governo ha fatto sapere con una nota che sulla tematica sono in corso dei confronti continui con la Commissione Europea. A questo punto non si esclude un ripensamento, anche se da fonti di Palazzo Chigi si continua a ribadire che la volontà è quella di dare un segnale di un diverso atteggiamento nei confronti dei piccoli imprenditori e dell’artigianato, attraverso un allentamento della pressione statale nei loro riguardi.
Advertisement - PubblicitàL’introduzione dell’obbligo dei pagamenti digitali risale a 10 anni fa, quando il Governo Monti decise in merito. Nel 2014 poi un decreto fissò a 30 euro il tetto oltre il quale vigeva l’obbligo di accettare i pagamenti effettuati in modalità elettronica. Limite abbassato prima a 5 euro e successivamente azzerato.
Soglia limite a parte, però a mancare era sempre stata la sanzione applicabile agli esercizi commerciali inadempienti, cioè agli esercenti che non accettavano i pagamenti effettuati con il POS.
È stato infatti il Governo Draghi a introdurre la sanzione, a tutti gli effetti in vigore dal 30 giugno 2022, così come previsto dall’articolo 18 del Decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022. Se quindi anche dopo tutte le polemiche, le richieste di ripensamenti da parte dei partiti di opposizione e le interlocuzioni con la Commissione Europea non cambierà nulla, l’obbligo del POS e le sanzioni scatteranno soltanto per somme sopra i 60 euro. Decisivi potrebbero essere i prossimi giorni e soprattutto gli esiti delle interlocuzioni in corso con Bruxelles, a seguito delle quali il Governo potrebbe fare un passo indietro o confermare la misura presente nella bozza della Manovra.
Proprio tra qualche giorno sono attesi a Roma alcuni vertici della Commissione Europea, incaricati dei conti pubblici e del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, per discutere con il Governo italiano delle misure della nostra Manovra economica e per fare il punto della situazione sul PNRR. Trattasi di un incontro programmato e di routine, ma il tempo continua a scorrere e i lavori della prima Manovra del nuovo Governo vanno chiusi al più presto, così da dare finalmente avvio all’iter parlamentare.
In conclusione, per sapere chi la spunterà e la decisione finale sull’obbligo del POS bisognerà pazientare ancora qualche giorno. Questa misura non sarà sicuramente tra le più importanti della nuova Manovra economica, ma interessa comunque una buona fetta di artigiani, piccole imprese e consumatori.
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