L’Unione Europea ha emanato in data 14 Marzo 2023 la Direttiva Case Green. Questo é un documento che ha come principale priorità la riqualificazione del patrimonio immobiliare di tutti i Paesi che fanno parte della UE.
È una nuova misura in ottica ecosostenibilità dedicata alle abitazione con classe energetica E, F oppure G per consentire di apportare migliorie utili per avere comfort minimizzando i consumi in bolletta.
Vediamo ora nel dettaglio cos’è e quali edifici sono coinvolti.
Sommario
La Direttiva Case Green è un insieme di norme emanate a livello comunitario per promuovere interventi di riqualificazione e ristrutturazione degli immobili esistenti e per la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza. Nelle intenzioni degli organi di governo sono state fissate due deadline.
La prima è prevista per il 2027 anno in cui i vari paesi dell’Unione Europea dovranno stabilire gli standard per definire l’efficienza minima energetica che ogni abitazione dovrà disporre.
La seconda deadline riguarda l’anno 2030 a partire dal quale si dovrebbe partire con questo genere di interventi. È previsto un approccio progressivo per migliorare le condizioni di tutti gli edifici garantendo una minima efficienza energetica.
Questo è importante in ottica ecosostenibilità e anche per quanto riguarda l’abbattimento dei consumi energetici necessari per riscaldare gli ambienti durante il periodo invernale e rinfrescarli durante quello estivo. In particolare la Direttiva case Green prevede che tutti gli edifici a uso residenziale entro il 2030 debbano avere almeno una classe energetica F. Si tratta di abitazioni che prevedono un consumo che va da un minimo di 2,60 Ep (corrisponde a 121 kWh a metro quadrato in un anno) fino a un massimo di 3,50 Ep (160 kWh a metro quadrato in un anno).
Il successivo step è quello di avere entro il 2033 delle abitazioni con classe energetica E ossia consumi tra 91 e 120 kWh a metro quadrato per ogni anno.
Il terzo step è fissato per il 2040 con il raggiungimento della classe D ossia consumi tra 71 e 90 kWh per ogni metro quadrato all’anno. L’obiettivo finale sarà quello di arrivare al 2050 con emissioni nell’ambiente pari a zero.
La Direttiva Case Green fa parte di un pacchetto più ampio di misure conosciuto con il nome di FIT 55 che allarga l’orizzonte e riguarda principalmente la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria del 55% entro il 2030 e di assoluta neutralità entro il 2050. Da sottolineare che la Direttiva si rivolge anche ad altri edifici differenti da quelli a uso residenziale per i quali è previsto un primo step a partire dal 2027 che richiede il raggiungimento della classe energetica E.
Il secondo è invece fissato a partire dal 2030 con il raggiungimento della classe D. Per quanto concerne invece i nuovi edifici che sono in fase di progettazione e di costruzione, al momento la Direttiva prevede che debbano essere a emissioni pari a zero a partire dall’anno 2028.
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Advertisement - PubblicitàLa principale finalità della Direttiva non è dare una spinta al settore edilizio e a quello immobiliare, piuttosto ridurre i consumi energetici e le emissioni di anidride carbonica nell’aria. Le misure riguardano soltanto i 27 stati membri dell’Unione Europea. Inoltre è stata stabilito una sorta di principio guida che permette ai governi dei vari Paesi di prendere decisioni in merito ed emanare delle misure a cui i cittadini dovranno attenersi.
La priorità è quella di occuparsi del 15% degli edifici presenti sul territorio nazionale che presentano il maggior consumo di energia. In parole povere è lecito attendersi che eventuali sanzioni e restrizioni saranno applicate per tutti gli immobili con classe energetica G (consumo medio annuo superiore ai 160 kWh).
Secondo i dati Istat sono circa 1,8 milioni le abitazioni che si trovano in questa situazione su un totale di 12 milioni. La priorità sono le residenze ma una volta raggiunto l’obiettivo si procederà con lo stesso approccio anche con gli immobili destinati ad altro uso.
Advertisement - PubblicitàLa Direttiva Case Green deve essere vista come un’imperdibile opportunità per riqualificare dal punto di vista energetico ma anche come possibilità di riqualificare le bellezze estetiche delle vecchie soluzioni immobiliari ancora presenti sul territorio nazionale.
C’è poi da considerare che il governo potrebbe prendere in considerazione l’eventualità di proporre delle sanzioni per chi non procede agli interventi di riqualificazione.
Anche qualora non fosse prevista una sanzione, ci sono indubbi vantaggi per chi procede alla riqualificazione energetica della propria abitazione. Innanzitutto si può godere di maggiore comfort termico in tutti i momenti dell’anno con spese decisamente più contenute. Inoltre ne trae vantaggio anche lo stesso immobile il cui valore di mercato aumenta in maniera considerevole.
Infatti tra i vari parametri che vengono presi in considerazione quando si decide di vendere un’abitazione oppure semplicemente di proporlo in affitto, la classe energetica è diventata la principale.
Gli acquirenti vogliono accedere a degli immobili di qualità che permettono di vivere meglio e certamente una classe energetica elevata è appetibile sotto questo punto di vista.
Advertisement - PubblicitàLa Direttiva Case Green tiene conto degli obiettivi prefissati ma anche di alcune particolari situazioni. Nello specifico ci sono degli edifici che al momento non sono soggetti a quanto previsto dalla Direttiva, per cui non si è tenuti ad effettuare la riqualificazione.
C’è anche da considerare che ogni Stato membro ha facoltà di poter decidere e stabilire le modalità con cui raggiungere gli obiettivi prefissati per cui potrebbero esserci delle variazioni per quanto riguarda gli immobili non soggetti alla direttiva.
Per l’Italia la situazione è abbastanza delicata perché nel corso di una seduta del Parlamento Europeo dedicata a questo tema, è stato valutato che sul nostro territorio oltre 3 milioni di edifici non risultano a norma secondo i nuovi standard previsti dall’Unione Europea. Dati alla mano circa il 25% degli immobili italiani non sono energeticamente soddisfacenti e prima o poi dovranno essere oggetto di interventi di riqualificazione.
Advertisement - PubblicitàSono diversi i sostenitori della Direttiva Case Green ma tra questi non c’è l’Italia. Il motivo è molto semplice e riguarda i dati oggettivi del tessuto immobiliare nazionale. La Direttiva prevede degli step per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ma il caso italico è al limite.
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Infatti, c’è da considerare che sul territorio nazionale quasi il 75% degli immobili sono stati realizzati prima dell’entrata in vigore della normativa che parlava di risparmio energetico e di sicurezza sismica. Secondo un rapporto dell’Associazione Nazionale costruttori edili si parla di ben nove milioni di edifici residenziali che allo stato attuale delle cose non sono in linea con le performance energetiche che sono state introdotte in questa nuova Direttiva Case Green.
Dati preoccupanti che trovano riscontro anche da un monitoraggio effettuato da ENEA – CTI. La ricerca risale al 2020 e facendo riferimento agli attestati di prestazione energetica (APE) sul territorio italiano, circa il 75,4% degli immobili rientra in cosiddette classi inquinanti che sono la E, la F e la G. Tra l’altro il 35,3% sarebbero addirittura di classe G.
Dunque, visto il primo obiettivo della Direttiva che richiede interventi di riqualificazione sul 15% degli immobili che consumano maggiore energia, sarebbe complicato farlo in Italia visto che circa un terzo degli immobili si trova in questa situazione. C’è poi un altro terzo che comunque si trova in uno stato non ottimale in quanto a consumi energetici.
Advertisement - PubblicitàQualora entrasse definitivamente in vigore la Direttiva Case Green ciò comporterebbe per gli Stati membri il dover valutare delle misure adeguate per consentire ai cittadini di affrontare al meglio delle spese di non poco conto per riqualificare la propria abitazione. Se da un lato ci sono dei costi che lasciano perplessi, dall’altro però ci sono da valutare degli indubbi vantaggi.
Il primo riguarda l’aumento di valore dell’immobile che è quantificato intorno al 30% mediamente. Questo significa che un appartamento del valore di 200 mila euro di classe energetica G, dopo la riqualificazione avrà un valore di mercato almeno di 260 mila euro. C
‘è poi la questione del risparmio sui consumi energetici che permette di ammortizzare nel tempo le spese sostenute. Secondo alcuni calcoli il risparmio medio dovrebbe essere intorno al 60%.
Ultimo aspetto ma altrettanto importante e interessante riguarda le detrazioni fiscali e i vari incentivi che vengono messi a disposizione dallo Stato per chi procede alla riqualificazione. Ci sono detrazioni da poter sfruttare in tutte le fasi della ristrutturazione secondo modalità che potrebbero essere riviste a breve. Infatti il Parlamento Europeo, ma anche quello italiano, stanno prendendo in considerazione delle soluzioni per riformare il sistema di detrazione fiscale che attualmente è certamente complicato e articolato.
Molto probabilmente si andrà verso la scelta di un’aliquota da detrarre in sede di dichiarazione dei redditi in 10 anni con rate di uguale importo. Ci sono incentivi anche e soprattutto per chi investe nell’acquisto di case di classe energetica A oppure B. Per tutto l’anno 2023 si ha diritto a una detrazione in termini IRPEF del 50% dell’IVA per l’acquisto dell’immobile
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