La recente approvazione del Decreto Salva-Casa ha introdotto importanti novità anche sull’annosa questione relativa alla regolamentazione dei dehors.
Nonostante il decreto si esprima in modo esplicito solo sulle strutture amovibili attigue a scuole, ospedali e centri assistenziali, nate a titolo temporaneo in epoca pandemica per favorire il distanziamento sociale fra i cittadini, grazie a un emendamento proposto da alcune forze politiche si è chiesto di renderlo applicabile anche ai dehors sorti, per analoghi motivi, all’esterno di bar e ristoranti.
Pur essendo terminata l’emergenza, infatti, tali strutture, non solo non sono state rimosse, come previsto dalle direttive ministeriali, ma sono rimaste in un limbo legislativo.
Sommario
I dehors sono proliferati, durante la pandemia, come strutture destinate a ospitare temporaneamente i cittadini, nel rispetto del distanziamento sociale, sulla base del Decreto Ristori (art. 9 del Decreto Legge 137/2020, convertito dalla Legge 176/2020), in vigore fino al 31 dicembre 2021, e in seguito tutelate da una serie di provvedimenti, come la Legge di bilancio 2022, il Milleproroghe 2022, il Decreto Concorrenza, etc.
Con l’approvazione del decreto-legge 69/2024, detto Salva-Casa, convertito in legge con un apposito provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore dal 28/07/2024, si è scelto di regolarizzarli attraverso un compromesso: da una parte, infatti, viene permesso di conservare tali strutture, sempre in modo non definitivo e a patto di metterle a norma secondo precise procedure, dall’altra viene riconosciuta ai Comuni la facoltà di richiederne in qualsiasi momento la rimozione dal suolo pubblico, attraverso un provvedimento motivato.
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Advertisement - PubblicitàRecentemente, il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Il disegno di legge prevede una proroga delle autorizzazioni e concessioni per i dehors fino al 31 dicembre 2025.
Questa proroga è in vigore fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto legislativo, che il Governo dovrà adottare entro 12 mesi.
Il nuovo decreto si concentrerà sul riordino delle norme emergenziali adottate durante la pandemia Covid-19, un aspetto cruciale per sostenere il settore della ristorazione che ha subito notevoli impatti durante la crisi sanitaria.
In questo contesto, la proroga rappresenta un’importante boccata d’ossigeno per i gestori di attività che fanno affidamento sugli spazi esterni per attrarre clienti e generare reddito.
Uno degli obiettivi principali del disegno di legge è la semplificazione del regime autorizzativo per l’installazione di elementi o strutture amovibili, come i dehors. Questo dovrebbe facilitare l’apertura e la gestione delle attività di ristorazione, riducendo la burocrazia e accelerando i processi di autorizzazione.
Advertisement - PubblicitàIn materia di regolamentazione di dehors, il Decreto Salva-Casa, con i successivi emendamenti, presenta alcuni vantaggi e alcune criticità.
Gli aspetti vantaggiosi di tale provvedimento riguardano:
Gli aspetti critici, invece, riguardano:
Leggi anche: Dehors: quando l’installazione richiede il Permesso di Costruire?
Advertisement - PubblicitàCon l’emendamento richiesto al Decreto Salva-Casa si richiede dunque di consentire anche ai gestori di bar e ristoranti di conservare i dehors creati durante il lockdown e ancora utilizzati attivamente, a patto che siano in regola dal punto di vista urbanistico, edilizio e paesaggistico.
Per regolarizzare tali strutture, però, è obbligatorio presentare una comunicazione di inizio lavori asseverata, indicando la data a cui risale l’installazione, che ricadrà certamente al momento dell’emergenza sanitaria nazionale e che deve essere supportata dalla documentazione specificata nell’articolo 9-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 380/2001.
Nel caso in cui non sia possibile risalire alla data di realizzazione di un dehors, il tecnico incaricato della messa a norma della struttura dovrà attestarla sotto la sua responsabilità, attraverso una dichiarazione firmata.
Inoltre, sempre attraverso la presentazione di una specifica documentazione, andrà dimostrato che tale struttura è sorta per rispondere alle necessità degli esercenti di continuare a lavorare durante il lockdown, e, aspetto decisamente più complicato da provare, il motivo per cui queste esigenze persistono a tutt’oggi.
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