In una recente sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha fornito importanti chiarimenti sulla restituzione degli oneri concessori in caso di rinuncia al condono edilizio.
In una recente sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha fornito importanti chiarimenti sulla restituzione degli oneri concessori in caso di rinuncia al condono edilizio.
Questa decisione deriva dall’analisi di un caso specifico, in cui una società immobiliare ha presentato un’istanza di condono per un cambio di destinazione d’uso di un immobile, per poi integrarlo in un progetto edilizio più ampio che prevedeva a sua volta un cambiamento di destinazione d’uso.
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Sommario
La questione ha preso avvio quando il Comune, nel quale si trova l’immobile oggetto dell’intervento, ha imposto come condizione per il rilascio del permesso di costruire per il nuovo progetto edilizio la rinuncia alla precedente istanza di condono da parte della società immobiliare.
In risposta, la società ha proceduto con il versamento degli oneri concessori necessari per l’ottenimento del permesso di costruire per il secondo intervento, rinunciando contestualmente all’istanza di condono edilizio originariamente presentata.
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Successivamente, ha richiesto al Comune la restituzione degli oneri concessori versati per la richiesta di condono, richiesta che però è stata respinta dall’amministrazione comunale. La motivazione addotta dal Comune si basava sull’utilizzo dell’immobile da parte della società nel periodo di attesa della definizione dell’istanza di condono.
Advertisement - PubblicitàDi fronte alla decisione del Comune di negare la restituzione degli oneri concessori, la società immobiliare ha deciso di portare la questione dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale, chiedendo l’annullamento del provvedimento comunale.
I giudici, con la sentenza n° 3614 del 2023, hanno affrontato il nocciolo della questione, evidenziando l’assenza di una regola univoca per la restituzione delle somme versate a titolo di oneri concessori in caso di rinuncia all’istanza di condono. La sentenza ha sottolineato come la decisione debba essere presa considerando le specificità di ogni caso, in questo particolare contesto, l’incorporazione dell’istanza di condono in un progetto edilizio più ampio che richiedeva un nuovo permesso di costruire.
Inoltre, i giudici hanno rilevato che gli oneri concessori versati per il secondo intervento includevano implicitamente anche quelli relativi al condono.
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Pertanto, se il Comune avesse trattenuto gli oneri concessori iniziali, la società si sarebbe trovata a pagare due volte per lo stesso intervento, una circostanza considerata ingiusta e priva di fondamento legale. Alla luce di queste considerazioni, il TAR ha accolto il ricorso della società, annullando il provvedimento del Comune e ordinando la restituzione degli oneri concessori versati per la domanda di condono.
Advertisement - PubblicitàLa sentenza del TAR ha implicazioni significative per il settore immobiliare e per le procedure amministrative relative alle pratiche edilizie.
Innanzitutto, stabilisce un precedente importante per casi simili, offrendo un punto di riferimento per la valutazione delle richieste di restituzione degli oneri concessori in situazioni di rinuncia al condono edilizio. In secondo luogo, sottolinea l’importanza di valutare ogni caso sulla base delle sue specificità, evitando applicazioni automatiche di regole che potrebbero non tenere conto delle complessità dei singoli casi.
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Questa decisione invita inoltre le amministrazioni comunali a esercitare un’attenta discrezionalità nelle loro valutazioni, promuovendo una gestione più equa e giustificata delle questioni legate ai permessi edilizi e ai condoni.
Per le società immobiliari e i proprietari di immobili, la sentenza offre una maggiore chiarezza sulle loro possibilità di ricorso in casi di decisioni amministrative percepite come ingiuste o penalizzanti.
In conclusione, la sentenza del TAR non solo risolve una disputa specifica ma fornisce anche una guida per la risoluzione di questioni simili in futuro, promuovendo una maggiore giustizia e trasparenza nelle pratiche amministrative legate al settore edilizio.
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