A partire dal 2013, con la Legge 90, tutti gli scarichi dei fumi derivanti dalla combustione devono andare oltre il tetto. La normativa precisa che si deve superare, di 1 metro, il colmo “UNI 7129 2015”.
In passato, quando non venivano emanate continuamente nuove leggi, i produttori di caldaie non riservavano molta attenzione al tema degli scarichi dei fumi.
Grazie all’innovazione tecnologica, invece, oggi utilizziamo dei sistemi moderni che consentono di rispettare le norme in termini di smaltimento dei fumi delle caldaie a condensazione (GPL, metano, pellet) e altre tipologie di caldaie come quelle a gas, a legna e così via.
Quindi, è ormai chiaro come i vecchi sistemi siano ormai superati e non più a norma.
Sommario
A partire dal 2013, con la Legge 90, tutti gli scarichi dei fumi derivanti dalla combustione devono andare oltre il tetto. La normativa precisa che si deve superare, di 1 metro, il colmo “UNI 7129 2015”.
Il sistema che prevedeva un foro nel muro e l’inserimento di un tubo, quindi, non è più valido. Questo caso viene contemplato solamente se previsto in speciali deroghe inserite nella normativa.
Innanzitutto, questo procedimento è valido nel caso in cui si sostituisca una caldaia che precedentemente, ovvero prima della suddetta normativa, scaricava a parete.
In questo caso, però, bisogna fare una precisazione. Il vecchio scarico deve essere presente in planimetria o in qualsiasi altro documento che ne attesti la validità. Nel caso in cui questo foro non esista in nessuna documentazione non verrà considerato legittimo.
Un altro caso in cui è possibile utilizzare lo scarico a parete è la sostituzione di una caldaia a camera aperta a tiraggio naturale. La caldaia in questione, in questo caso, doveva scaricare in una canna fumaria del condomino.
Una terza possibilità è quella degli edifici storici in cui, per norma, non è possibile installare dei comignoli nel tetto.
Infine, un’ultima eventualità è quella dell’impossibilità di installare sul tetto lo scarico dei fumi. Questo può avvenire per problematiche tecniche che siano certificate da un tecnico qualificato nel settore.
Advertisement - PubblicitàA partire dal 2014, con il D.lgs 102, viene concesso di effettuare uno scarico a muro dei fumi nel caso in cui vengano installate delle caldaie a condensazione a sostituzione di impianti già esistenti in ambito condominiale. In questo caso, però, non devono essere presenti delle canne fumarie, camini o altre tipologie di soluzioni di sbocco poste sul tetto della struttura (che siano, naturalmente, idonee a essere utilizzate con il nuovo impianto).
Inoltre, un altro caso valido è quello dell’installazione di generatori ibridi che siano formati da una caldaia a condensazione (a gas) e da una pompa di calore.
In ogni caso, è bene ricordare di richiedere all’installatore la “Dichiarazione di conformità del nuovo impianto“.
Abbiamo visto, quindi, i casi in cui sia possibile scaricare a parete. Bisogna sottolineare, però, che oltre alle normative sopracitate bisognare stare attenti a controllare anche i regolamenti edilizi del proprio Comune, oltre che le direttive della Regione in cui si risiede che sono, solitamente, meno tolleranti.
Bisogna evidenziare che le caldaie a condensazione, nonostante appartengano alla categoria a camera stagna, non possono essere collegate alla stessa canna fumaria utilizzata da altre tipologie di generatori come quelli classici.
Questa limitazione è dovuta alle caratteristiche dei fumi propri di queste caldaie. Si tratta, infatti, di fumi acidi che devono, necessariamente, passare all’interno di condotti realizzati in materiali plastici e metallici. Questo serve ad evitare che si crei corrosione.
Advertisement - PubblicitàChi rientra tra le casistiche in cui è possibile scaricare a parete deve anche stare attento nel rispettare le distanze minime, imposte per legge, dalle finestre e i balconi degli edifici adiacenti.
Infatti, ci sono delle precise distanze da rispettare. Per quanto riguarda le caldaie autonome, che rientrano nella possibilità di scarico a parete, i terminali che consentono lo scarico dei fumi devono essere installati in modo da poter assicurare quelle che, in gergo, vengono chiamate aree di rispetto. Si tratta di distanze precise da finestre e balconi dei vicini.
Nel caso del bocchettone di sfiato questo deve essere posto a più di 60 centimetri dal davanzale della finestra più vicina. La stessa distanza va mantenuta dagli impianti di ventilazione di bagni e cucine. La distanza sale a 1 metro nel caso di balconi.
Advertisement - PubblicitàPer quanto riguarda i costi della canna fumaria, questi in media si aggirano intorno ai 70-90 euro per metro lineare.
Questo prezzo può cambiare a seconda del diametro che serve e alla necessità di utilizzare un numero maggiore di raccordi. Il costo, inoltre, può variare in base ai materiali scelti (plastica, acciaio, rame, conglomerato cementizio, etc.).
Per l’uscita a tetto prefabbricata, invece, si deve prevedere un costo che varia dai 100 euro ai 130 euro.
Dopo aver visto i prezzi, vediamo quindi le dimensioni, nello specifico il diametro delle canne fumarie. Le dimensioni sono fondamentali nel poter garantire il giusto funzionamento di un impianto. In particolare, contano le misure della sezione interna del condotto che servirà a far uscire i fumi.
Per poter scegliere il diametro esatto deve essere fatto, da una persona qualificata e competente in materia, un calcolo preciso che si collega ad alcune norme UNI.
Advertisement - PubblicitàCome abbiamo visto, i prodotti che si generano dalla combustione vanno espulsi tramite la canna fumaria.
Per far viaggiare i fumi all’interno dei condotti, bisogna che si generi una precisa differenza di pressione tra il punto di input e quello di output. Questa differenza viene detta, in gergo, tiraggio della canna fumaria.
Per far sì che questa caratteristica funzioni bene è necessario installare, in modo corretto, la canna fumaria.
Gli elementi che migliorano il tiraggio sono un’elevata differenza di temperatura tra interno ed esterno e un’altezza maggiore del camino.
Nonostante il percorso delle canna fumaria sia verticale, questa potrebbe anche non riuscire a far uscire i fumi. Questi, infatti, nel loro tragitto all’interno della canna fumaria, possono anche trovare delle resistenze.
Per evitare problematiche bisogna, quindi, progettare in modo corretto la canna fumaria e, in particolare, la sua sezione interna, che deve essere liscia e impermeabile per consentire in modo più semplice ed efficacie ai fumi di uscire senza chi si formi la condensa.
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