Il cambio di destinazione d’uso è una pratica che principalmente avviene all’urbanistica, per cui è necessario richiedere l’apposita autorizzazione al Comune. Solo in seguito, le informazioni saranno registrate anche al Catasto.
Il cambio di destinazione d’uso consiste nel mutare la forma di utilizzo dell’immobile in una nuova categoria, rispetto a quella precedente. Ma è possibile farlo anche all’interno della stessa categoria.
In sostanza, esistono 5 categorie di destinazione d’uso, nelle quali un immobile può essere registrato. Il cambiamento della funzione può avvenire sia all’interno della stessa categoria, sia da una categoria all’altra.
Il cambio di destinazione d’uso è una pratica che principalmente avviene all’urbanistica, per cui è necessario richiedere l’apposita autorizzazione al Comune. Solo in seguito, le informazioni saranno registrate anche al Catasto.
Sommario
Le categorie di destinazione d’uso di un immobile sono 5. Ovvero:
Il cambio di destinazione d’uso può essere:
Nel cambio di destinazione d’uso rilevante dunque, è sempre necessario richiedere il Permesso di Costruire al Comune. La pratica viene sempre accettata, a patto che:
Il costo per effettuare un cambio di destinazione d’uso può variare ampiamente a seconda di diversi fattori, rendendo essenziale una pianificazione accurata prima di intraprendere tale procedura.
Tra gli elementi da considerare rientrano gli oneri di urbanizzazione, che sono pagamenti dovuti al Comune per coprire parte delle spese sostenute per le infrastrutture urbane. Questi costi dipendono dalla nuova destinazione d’uso dell’immobile, poiché ciascuna destinazione ha un differente “carico urbanistico” associato.
Inoltre, è necessario tenere conto delle spese per eventuali opere di ristrutturazione: modificare la struttura di un edificio per adattarla alla nuova destinazione può richiedere un investimento significativo, soprattutto se l’obiettivo è conformarsi alle normative in vigore o migliorare l’efficienza energetica.
A ciò si aggiungono le parcelle professionali per ingegneri, geometri o architetti, incaricati di gestire le pratiche urbanistiche e catastali, oltre alla preparazione di elaborati grafici e certificazioni energetiche. Data la complessità delle procedure e la varietà delle spese coinvolte, è consigliabile consultare un professionista per ottenere una stima precisa del costo totale del cambio di destinazione d’uso.
Advertisement - PubblicitàIl primo passo per richiedere un cambio di destinazione d’uso consiste nel presentare una pratica urbanistica al Comune di competenza, che può variare a seconda delle specifiche esigenze: per esempio, può trattarsi di una Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA), una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), o un Permesso di Costruire, nel caso in cui il cambio di destinazione preveda anche interventi strutturali.
Questo documento deve essere redatto e firmato da un tecnico abilitato, quale un ingegnere, un architetto o un geometra, che si assumerà la responsabilità tecnica degli interventi previsti.
Successivamente, una volta ottenuta l’approvazione comunale per il cambio di destinazione d’uso a livello urbanistico, è necessario procedere con l’aggiornamento della documentazione catastale.
Questo avviene attraverso la presentazione di una pratica DOCFA all’Agenzia delle Entrate per la variazione catastale, che deve includere la planimetria aggiornata dell’immobile e i nuovi dati relativi a categoria, classe e rendita catastale. L’intero processo richiede un’accurata pianificazione e una stretta collaborazione con professionisti del settore, per assicurarsi di rispettare tutte le normative applicabili e di evitare sanzioni.
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