Come sappiamo, l’ex Ponte Morandi di Genova è crollato rovinosamente il 14 agosto del 2018, portando con sé 43 vittime. Nel 2019 il viadotto è stato completamente abbattuto, per poi essere riprogettato dal più grande architetto italiano, Renzo Piano.
Come sappiamo, l’ex Ponte Morandi di Genova è crollato rovinosamente il 14 agosto del 2018, portando con sé 43 vittime. Nel 2019 il viadotto è stato completamente abbattuto, per poi essere riprogettato dal più grande architetto italiano, Renzo Piano.
In meno di un anno, il Ponte Morandi è stato praticamente concluso, derogando le regole ferree del Codice degli Appalti attualmente in vigore. Il nuovo viadotto sarà aperto ufficialmente al traffico tra circa un mese, e oggi tutti credono che il “modello Morandi” sia la strada giusta per rilanciare il mondo delle costruzioni.
L’ANCE Genova però non ci sta, e dichiara fermamente che agire in questo modo non sia la soluzione a tutto.
Advertisement - PubblicitàFilippo Delle Piane, presidente di ANCE Genova e vicepresidente dell’ANCE nazionale, ha espresso le sue ragioni con un discorso che, senza dubbi, non fa una piega.
Egli riconosce il grande lavoro del capoluogo ligure nella costruzione del nuovo ponte, che rinascerà col nome di “Viadotto Genova-San Giorgio”. E non è difficile comprendere come il procedimento conseguito per realizzare il ponte in tempi così brevi sia una pratica che non si vede tutti i giorni in Italia. E che, quindi, risulti ora d’esempio per molti.
Il mondo delle costruzioni nel nostro Paese infatti, a causa della burocrazia complessa e di un Codice degli Appalti tutt’altro che semplificante, si trova da tempo in uno stato di “blocco”, in cui si retrocede più che andare avanti.
Delle Piane ha affermato:
“Stiamo chiedendo alla Cassa edile le prime proiezioni per stimare quanto ha perso il settore delle costruzioni con l’impatto del Coronavirus, ma temiamo soprattutto la moria di imprese che non riusciranno a uscire da questa situazione. Gli scenari più pessimisti ipotizzano il 20% a livello nazionale. Io temo che si possa arrivare a -10%”.
Advertisement - PubblicitàCome ripartire allora? Come rilanciare il settore delle costruzioni? Derogare alle regole è la soluzione migliore?
Secondo Filippo Delle Piane non lo è, per un motivo semplicissimo. Egli afferma infatti che:
“Se per far funzionare le cose devi derogare a tutte le regole che hai imposto, forse devi pensare che quelle regole non vanno. Non sarebbe più logico avere regole che funzionano e quelle applicare, salvo che in situazioni di emergenza come il crollo del Morandi?”.
Tale ragionamento non può che trovare tutti d’accordo. E fa capire appunto che il “derogo tutto” non è una buona soluzione sulla quale ripartire. Servono grossi investimenti per il settore dell’edilizia e delle infrastrutture, e serve velocità. Ma, soprattutto, è necessaria una seria riforma del Codice degli Appalti.
Riguardo al Super Bonus Edilizia 110%, il Presidente di ANCE Genova dichiara: “Potenzialmente è un’opportunità enorme, ma il meccanismo deve essere veloce”.
Sulla grave situazione degli istituti scolastici invece, Delle Piane afferma con sicurezza: “La ristrutturazione delle scuole? Occasione persa. I fondi c’erano già. Il problema è di organizzazione”.
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