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Requisiti minimi per l’abitabilità: le modifiche del Decreto Salva Casa

Requisiti minimi per l’abitabilità: le modifiche del Decreto Salva CasaRequisiti minimi per l’abitabilità: le modifiche del Decreto Salva Casa
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La salute e il benessere di chi vive in un’abitazione dipendono in gran parte dalle condizioni igieniche e strutturali dell’edificio stesso. I requisiti igienico-sanitari sono stati introdotti proprio per assicurare che ogni casa risponda a criteri minimi che garantiscano una vita dignitosa e sicura.

Questi requisiti stabiliscono regole fondamentali che riguardano aspetti come l’altezza minima dei locali, la superficie abitabile per persona, la presenza di servizi igienici adeguati e una corretta ventilazione degli ambienti.

Negli anni, le normative in materia edilizia si sono evolute per rispondere alle nuove esigenze abitative, culminando recentemente nell’approvazione del Decreto Salva Casa 2024. Questo provvedimento ha introdotto significative modifiche ai requisiti igienico-sanitari, aggiornando quanto stabilito dal Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975.

In che modo queste nuove disposizioni influenzeranno il modo in cui vengono progettate e ristrutturate le abitazioni?

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La nascita dei requisiti igienico-sanitari: il D.M. 5 luglio 1975

Negli anni ‘70, l’Italia si trovava di fronte a una necessità impellente: aggiornare le norme igienico-sanitarie delle abitazioni per adeguarle alle moderne esigenze di salute pubblica e benessere. Fino a quel momento, le normative in vigore risalivano al lontano 1896, un periodo in cui le condizioni di vita, le strutture edilizie e le conoscenze in campo igienico erano ben diverse da quelle degli anni ’70.

In risposta a questa situazione, venne promulgato il Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975, che rappresentò una svolta epocale nel settore edilizio.

Questo decreto stabilì una serie di requisiti minimi da rispettare, come l’altezza minima dei locali (2,70 metri), la superficie abitabile per persona e la necessità di dotare gli ambienti di servizi igienici e di un’adeguata ventilazione naturale. L’introduzione di questi standard fu fondamentale per contrastare condizioni abitative spesso precarie e per garantire che ogni cittadino potesse vivere in una casa che rispettasse criteri minimi di salubrità e dignità.

Leggi anche: Requisiti abitazione: Superfici, altezze e dimensioni minime

Inoltre, il decreto contribuì a uniformare le regole su scala nazionale, ponendo un freno alla disomogeneità tra i vari comuni italiani, dove spesso le norme edilizie variavano notevolmente. Questo primo passo normativo ha rappresentato il punto di partenza di un lungo percorso di regolamentazione, che si è evoluto nel tempo fino ad arrivare alle recenti modifiche introdotte dal Decreto Salva Casa 2024.

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Requisiti igienico-sanitari delle abitazioni: i criteri del D.M. 5 luglio 1975

Il Decreto Ministeriale del 1975 ha fissato i requisiti minimi che ogni abitazione doveva rispettare per essere considerata salubre e abitabile. Questi criteri erano il frutto di una profonda riflessione sulle esigenze abitative e sulla qualità della vita all’interno degli edifici, e hanno influenzato la progettazione degli spazi residenziali per decenni. I principali requisiti stabiliti includevano:

  • Altezza minima dei locali: 2,70 metri per le stanze principali come soggiorni e camere da letto. Per ambienti come corridoi, bagni e ripostigli, l’altezza poteva essere ridotta a 2,40 metri.
  • Superficie minima per abitante: ogni abitazione doveva garantire almeno 14 m² per i primi quattro abitanti e 10 m² per ciascun abitante successivo.
  • Dimensioni minime delle stanze: ad esempio, la camera da letto doveva avere una superficie minima di 9 m² per una persona e 14 m² per due persone. Il soggiorno doveva misurare almeno 14 m².
  • Ventilazione naturale: le stanze principali (camere da letto, soggiorno e cucina) dovevano essere dotate di finestre apribili per garantire un ricambio d’aria adeguato e sufficiente illuminazione naturale.
  • Servizi igienici: era obbligatoria la presenza di almeno un bagno completo, dotato di vaso, bidet, lavabo e doccia o vasca.

Questi requisiti furono concepiti non solo per migliorare la qualità della vita nelle abitazioni, ma anche per prevenire malattie legate a cattive condizioni igieniche, umidità e scarsa ventilazione, problemi molto comuni in Italia fino alla metà del XX secolo.

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Le modifiche introdotte dal Decreto Salva Casa 2024

Con il passare degli anni, le esigenze abitative e le sfide urbanistiche sono cambiate. La crescente densità urbana, la scarsità di spazi e la necessità di riqualificare il patrimonio edilizio esistente hanno portato a una revisione delle normative igienico-sanitarie.

Il Decreto Salva Casa 2024, recentemente approvato, ha introdotto modifiche significative ai requisiti stabiliti dal Decreto Ministeriale del 1975, adattando le norme alle attuali necessità e alle condizioni socio-economiche.

Tra le principali modifiche troviamo:

  • Altezza minima ridotta: mentre il D.M. 1975 prevedeva un’altezza minima di 2,70 metri per le stanze principali, il Decreto Salva Casa consente una riduzione fino a 2,40 metri in particolari situazioni, come nel caso di interventi di recupero edilizio o ristrutturazioni in edifici esistenti. Questa flessibilità mira a facilitare il recupero di immobili storici e a migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
  • Riduzione della superficie minima abitabile: per gli alloggi di piccole dimensioni, come i monolocali, è ora possibile derogare ai limiti di superficie minima previsti dal D.M. 1975 (20 m² per una persona e 28 m² per due persone). Questa modifica è pensata per rispondere alle esigenze delle aree urbane ad alta densità, dove gli spazi abitativi sono spesso ridotti.

Queste deroghe rappresentano una risposta alla crescente domanda di spazi abitativi accessibili, specialmente nelle grandi città, pur mantenendo un livello accettabile di comfort e benessere per gli occupanti.

Leggi anche: Superficie minima monolocale: le modifiche del Decreto Salva Casa

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Asseverazione e adattabilità: un nuovo approccio ai requisiti igienico-sanitari

Una delle novità più rilevanti introdotte dal Decreto Salva Casa 2024 riguarda la figura del tecnico progettista, che ora ha un ruolo chiave nel processo di certificazione degli edifici. La legge consente infatti al tecnico di asseverare la conformità del progetto ai requisiti igienico-sanitari, anche in presenza di deroghe alle normative tradizionali, purché vengano rispettati determinati criteri di adattabilità.

L’adattabilità è un concetto centrale nel Decreto, richiamato dal Decreto Ministeriale 236/1989, e si riferisce alla capacità degli edifici di essere accessibili e fruibili da persone con disabilità. Questa attenzione all’accessibilità è fondamentale per garantire che le abitazioni siano utilizzabili da tutti, indipendentemente dalle condizioni fisiche degli occupanti. L’asseverazione può essere concessa solo se:

  • Gli interventi riguardano edifici sottoposti a recupero, migliorando le caratteristiche igienico-sanitarie degli spazi.
  • Viene presentato un progetto di ristrutturazione che includa il miglioramento della ventilazione e la qualità dell’aria negli ambienti.

Inoltre, è importante sottolineare che le tolleranze costruttive previste dal Decreto (scostamenti del 2%) si applicano anche ai requisiti igienico-sanitari, permettendo una certa flessibilità nelle misurazioni e garantendo un approccio più realistico alle situazioni concrete in fase di costruzione o ristrutturazione.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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