Il Reddito di cittadinanza ha subito modifiche restrittive a seguito della Legge di Bilancio 2023, così come del resto era stato preannunciato dal Governo. Vediamo quali.
Il Reddito di cittadinanza ha subito modifiche restrittive a seguito della Legge di Bilancio 2023, così come del resto era stato preannunciato dal Governo. Più nello specifico, è stata prevista una durata massima del sussidio economico pari a 7 mesi in favore delle persone che sono in condizioni di poter lavorare.
Le novità normative generano un risparmio di spesa per il 2023 pari a 950 milioni di euro, ma di contro sono stati comunque gli stanziamenti della Legge di Bilancio 2020 previsti per i periodi successivi.
Vediamo, qui di seguito, tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
Sommario
A partire dal 1° Gennaio 2023 il Reddito di cittadinanza verrà concesso agli aventi diritto per la durata massima di 7 mesi. Fanno eccezione i nuclei familiari in cui sono presenti minori, soggetti disabili e persone con età pari o superiori a 60 anni. In quest’ultimi casi infatti il sussidio sarà erogato per 18 mesi.
Le ultime modifiche legislative riguardano soprattutto gli occupabili con età compresa fra 18 e 59 anni e per i quali sono previsti determinati obblighi. A tal riguardo è previsto che tali soggetti devono frequentare un corso di formazione e/o di riqualificazione per un periodo di 6 mesi.
Nell’ipotesi di mancata frequenza al programma che verrà assegnato il beneficiario del sussidio non avrà più diritto alla prestazione. Chi non rispetta l’obbligo di frequenza sarà censito nell’apposita lista tenuta dall’Anpal previa segnalazione da parte delle regioni.
Per i percettori del Reddito di cittadinanza che non hanno ultimato l’obbligo scolastico e rientranti nella fascia di età dai 18 ai 29 anni, l’erogazione dell’aiuto economico resta subordinata alla frequenza dei percorsi formativi di primo livello. Bisogna inoltre considerare che allo stato attuale tutti gli aventi diritto al Reddito di cittadinanza sono chiamati a svolgere progetti utili alla collettività.
In situazioni del genere il maggior reddito percepito, purché non superi il tetto massimo di 3.000 euro lordi, non incide sull’ammontare del Reddito di cittadinanza. Di conseguenza occorre comunicare all’INPS solo le somme eccedenti la soglia consentita.
Viene infine definitivamente abolita l’offerta di lavoro congrua. Questo vuol dire che il Reddito di cittadinanza sarà sospeso qualora il percettore non dovesse accettare la prima assunzione disponibile.
Occorre infine far presente che il disegno di legge ha anche abrogato le norme relative al patto per il lavoro e quelle che riguardano l’inclusione sociale. Viene meno pertanto l’intervento dei servizi sociali e dei Centri per l’impiego sparsi nei vari comuni finalizzato a pianificare le misure di reinserimento lavorativo e sociale. Del resto tale progetto non era mai stato effettivamente attuato.
Advertisement - PubblicitàSecondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 313 della Legge di Bilancio 2022, il Reddito di cittadinanza verrà riconosciuto per 7 mensilità. Il tutto nell’attesa che venga approvata un’organica disciplina riguardante il sostegno alla povertà.
I 7 mesi in ogni caso spettano soltanto per i soggetti ritenuti occupabili, perché la durata ordinaria, prevista dall’articolo 3, del D.L. 4/2019, continuerà a essere applicata per tutti quei nuclei familiari con minori, disabili ai fini Isee e persone con almeno 60 anni di età.
Il limite delle 7 mensilità non trova applicazione nel caso di percettori che, prima di questa scadenza, sono stati assunti direttamente dai servizi sociali perché non attivabili al lavoro. In queste ipotesi saranno gli stessi servizi sociali a comunicare all’INPS l’avvenuta presa in carico, così da consentire agli interessati la percezione del sussidio fino al 31 Dicembre 2023.
Come anticipato inoltre, quando vengono stipulati contratti di lavoro stagionali o intermittenti il maggior reddito che viene percepito non concorre alla determinazione del sussidio, sempre che venga rispettato il tetto massimo di 3.000 euro lordi. Gli importi eccedenti questo limite vanno comunque comunicati all’INPS come avveniva in passato.
Da segnalare poi un’interessante agevolazione per i datori di lavoro privati che assumono nel corso del 2023 i percettori del Reddito di cittadinanza con contratti a tempo indeterminato. La normativa in vigore prevede l’esonero totale dei contributi previdenziali per un anno ed entro il massimale di 8.000 euro.
Lo sgravio è alternativo all’altro tipo di esonero previsto per quelle aziende che assumono i titolari del Reddito di cittadinanza ex articolo 8 del Decreto Legge 4/2019.
Per poter accedere a questi benefici i datori sono chiamati a inoltrare la domanda di ammissione all’INPS compilando l’apposito modulo presente sul sito ufficiale dell’ente previdenziale. L’ammontare dell’incentivo verrà riconosciuto in modo automatico dopo la definizione della procedura telematica.
Per quanto concerne le procedure di accesso, l’Isee, il conteggio degli importi e il pagamento, non risultano cambiamenti da evidenziare.
La Legge di Bilancio prescrive che la quota del Reddito di cittadinanza corrispondente al canone di locazione verrà elargita direttamente ai locatori degli immobili. In questo modo si evita non solo che il beneficiario dell’aiuto non versi la locazione periodica al proprietario dell’appartamento, ma vengono anche disincentivati i contratti in nero.
Le famiglie in affitto si vedranno pertanto decurtate in maniera automatica le somme riguardanti l’affitto, per cui avranno a disposizione un importo minore per affrontare le spese generali. La quota del Reddito di cittadinanza prevista per il contratto di locazione, per un massimo di 3.360 euro annui, verrà quindi accreditata al locatore con modalità demandate ad apposito Decreto ministeriale.
Advertisement - PubblicitàIl Reddito di cittadinanza, introdotto dal D. L. 4/2019, ha costituito la misura primaria di politica attiva in tema di lavoro. La Legge 197 del 2022 ha però introdotto tutta una serie di novità e stabilito la definitiva abolizione del sussidio a partire dal 1° Gennaio 2024. La cessazione del Reddito riguarderà tutti i beneficiari, ma le famiglie che versano in forti difficoltà economiche potranno comunque contare su altre tipologie di sostegni.
A tal proposito il Decreto Lavoro 48/2023 prevede una misura simile al Reddito di Cittadinanza e denominata Assegno di Inclusione. Questo sussidio verrà riconosciuto soltanto alle famiglie in cui sono presenti minori, over 60 e soggetti disabili. Restano fermi gli obblighi di lavoro e formazione per gli occupabili e l’erogazione di un sussidio economico variabile tenuto conto delle condizioni familiari.
Approfondisci qui: Assegno di inclusione: cos’è, a chi spetta, come funziona
A partire dal 1° settembre 2023 partirà un’altra interessante novità, ovvero il Supporto per la formazione e il lavoro che interessa i cittadini con un’età compresa fra 18 e 59 anni, facenti parte di nuclei familiari differenti da quelli sopra indicati e con ISEE non superiore a 6.000 euro lordi all’anno.
Questa misura di attivazione al lavoro prevede che gli interessati prendano parte ai vari progetti di formazione e qualificazione ai fini professionali. Tali corsi mirano inoltre all’orientamento e all’accompagnamento al lavoro, infatti includono il servizio civile universale e le occupazioni socialmente utili. Si prevede un importo fisso pari a 350 euro al mese per un anno al massimo.
Per poter accedere alle due misure occorre effettuare una richiesta in modalità telematica in cui si attesta l’immediata disponibilità al lavoro e la sottoscrizione del relativo patto. Si precisa che l’Assegno di inclusione e il Supporto formazione lavoro sono misure alternative non suscettibili di cumulo.
Advertisement - PubblicitàAlla luce di quanto spiegato nel corso del 2023 il Reddito di cittadinanza verrà comunque concesso, sebbene con molte limitazioni, prima fra tutte la durata. Il beneficio infatti resta attivo per 7 mesi e per 18 solo in caso di nuclei familiari con minori, persone disabili e di età pari o superiore a 60.
Le più importanti novità legislative interessano l’iscrizione a corsi di formazione o istruzione dei beneficiari, nonché la decadenza del diritto a percepire l’aiuto in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro.
Al fine di agevolare l’assunzione dei soggetti che percepiscono il Reddito di cittadinanza è stato stabilito lo sgravio totale dei contributi, entro la soglia massima di 8.00 euro, per i contratti a tempo indeterminato.
La quota del sussidio corrispondente al canone annuo di affitto verrà pagata direttamente al locatore dell’immobile. L’ammontare previsto è pari a 280 euro. Questo vuol dire che in un anno la somma totale può arrivare a 3.360 euro. La cifra non sarà più accreditata sulla card del percettore ma spetta al locatario, così da evitare ritardi nei pagamenti.
Tutto ciò comporta una riduzione per il percettore. In precedenza infatti alla cifra base del sussidio si aggiungeva comunque la ricarica della somma B anche per coloro che non erano in affitto. Oggi le cose stanno diversamente e per continuare a percepire il Reddito di cittadinanza occorre procedere con il rinnovo dell’Isee familiare entro la fine del mese di gennaio.
Advertisement - PubblicitàAllo stato attuale stiamo attraversando il regime transitorio che segna il definitivo passaggio dal Reddito di cittadinanza alle due misure alternative e non cumulabili fra loro, ovvero l’Assegno inclusione e il Supporto Formazione e lavoro.
La Legge di Bilancio già a far data dal 1° Settembre 2023 ha previsto la cessazione del sussidio per alcune famiglie. I nuclei che infatti vengono considerati bisognosi sono quelli con componenti minori, disabili, over 60 e con ISEE fino a 9.360 euro all’anno. Il beneficio viene inoltre riconosciuto ai soggetti occupabili con Isee fino a 6.000 euro e con un’età compresa fra 18 e 59 anni.
Nel primo caso l’erogazione del supporto verrà interrotta dal 1° gennaio 2024, data in cui sarà possibile presentare la domanda per ricevere l’Assegno inclusione. Nella seconda ipotesi, invece, il reddito cessa nel mese di agosto 2023, salvo che gli interessati non siano già stati presi in carico dai Servizi Sociali. Stavolta occorre richiedere il Supporto di formazione e lavoro che prevede una durata massima pari a 12 mesi.
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