La cassa di previdenza a cui sono iscritti ingegneri e architetti regolarmente iscritti all’Albo professionale porta il nome di Inarcassa. Vediamo più nel dettaglio come funziona!
La cassa di previdenza a cui sono iscritti ingegneri e architetti regolarmente iscritti all’Albo professionale porta il nome di Inarcassa. Vediamo più nel dettaglio come funziona, in che modo effettuare la registrazione, come cancellarsi e quando provvedere ai pagamenti periodici dei contributi per ottenere tutta una serie di servizi e prestazioni.
Sommario
Chi svolge la professione di ingegnere o architetto e in qualità di libero professionista sarà tenuto ad iscriversi all’Inarcassa, ovvero alla relativa cassa di previdenza che è stata fondata nel 1958, proprio al fine di assicurare la tutela pensionistica.
L’ente, nello specifico, vanta attualmente circa 174 mila iscritti e gestisce un patrimonio che sfiora quasi 13 miliardi di euro. I pensionati, invece, sono 41mila. La finalità è quella di garantire un trattamento previdenziale nei riguardi degli ingegneri e architetti iscritti all’Albo professionale e che non sono soggetti ad altro tipo di previdenza obbligatoria.
L’Inarcassa nel 1985 è stata privatizzata, questo vuol dire che opera in maniera indipendente, le azioni di controllo e monitoraggio che vengono esercitate dalle autorità pubbliche.
L’istituto provvede periodicamente alla raccolta dei contributi assistenziali e previdenziali che vengono versati dagli iscritti, ma non solo. Provvede infatti ad erogare tutta una serie di utili servizi ai professionisti, ovvero mette a disposizione pensioni, prestazioni di tipo assistenziali e convenzioni.
Per quanto concerne i trattamenti previdenziali, questi si risolvono nelle pensioni di vecchiaia, inabilità e invalidità, nonché nei trattamenti di reversibilità ai parenti e prestazioni ai superstiti.
Advertisement - PubblicitàL’iscrizione a Inarcassa non è rimessa alla discrezione degli ingegneri e architetti, ma rappresenta un obbligo di legge quando i soggetti interessati rispettano determinati requisiti, ovvero sono regolarmente iscritti all’Albo professionale di riferimento (CNAPPC o CNI), in possesso di Partita IVA e non essere soggetti ad altra forma di previdenza obbligatoria.
Una volta soddisfatti tutti i presupposti, l’ingegnere o l’architetto interessato dovrà presentare apposita domanda di iscrizione alla cassa di previdenza entro il 31 ottobre dell’anno successivo a quello in cui è stata avviata l’attività professionale. A questo riguardo basterà accedere sul sito ufficiale di Inarcassa e scaricare l’apposito modulo da compilare in ogni sua parte e inoltrare a mezzo PEC.
Nel modulo si dovranno specificare non solo i dati anagrafici, ma anche la data in cui è stata effettuata l’iscrizione all’Albo di appartenenza, il numero di Partita Iva, la data in cui è stata iniziata l’attività professionale e l’assenza di ulteriori rapporti previdenziali obbligatori.
Conclusa l’iscrizione il professionista potrà ottenere servizi previdenziali, pensionistici e assistenziali. Sono inoltre previsti anche tutta una serie di trattamenti e convenzioni mirati a sostenere l’esercizio della professione, come ad esempio le polizze RC per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
La contribuzione in ogni caso rappresenta lo strumento attraverso il quale garantire la tutela previdenziale. Gli iscritti sono quindi tenuti a versare dei contributi che vengono calcolati in misura percentuale in base al reddito prodotto annualmente. Sono comunque dovute anche delle quote in misura fissa che vengono conteggiati a prescindere dal volume d’affari e dal reddito percepito.
Advertisement - PubblicitàNel corso del 2012, dopo l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 201 del 2011, Inarcassa ha subito una profonda trasformazione e deliberato una riforma che ha interessato il sistema previdenziale. Più nel dettaglio, con questo intervento normativo, è stato segnato il passaggio al metodo del calcolo contributivo su base pro-rata.
Oggi le forme di previdenza e assistenza sono quindi ispirate al principio di equità e tengono conto dell’equilibrio economico e finanziario di Inarcassa. Tutto ciò, secondo le stime effettuate e l’entità del patrimonio gestito, composto da obbligazioni, azioni, investimenti reali e immobiliari, assicura una sostenibilità per i prossimi 50 anni.
Le ultime previsioni, inoltre, mettono in luce un flusso di entrate contributive che superano 1 miliardo di euro, mentre l’avanza economico è pari a circa 476 milioni. Inarcassa sembra quindi destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni e per questo potrà partecipare in maniera proficua allo sviluppo del nostro Paese.
Secondo le normative vigenti l’obbligo di pagare i contributi soggettivi e integrativi scatta per gli ingegneri e architetti che, nell’anno di riferimento della comunicazione dei redditi, sono iscritti alla cassa anche se per un breve periodo. Tenuti al pagamento sono anche i professionisti che si sono cancellati dalla cassa per l’anno di riferimento a quello della comunicazione dei redditi.
Ingegneri e architetti che non sono iscritti alla cassa, ma solo all’Albo professionale e in possesso di Partita IVA, sono tenuti a versare comunque il contributo integrativo nella misura del 4% da calcolare sul volume d’affari realizzato in maniera individuale oppure in forma associata con altri professionisti. Il versamento in questo caso deve essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 agosto di ogni anno e a questo riguardo si può utilizzare l’avviso Pago PA, da generare direttamente sul sito di Inarcassa accedendo alla propria area personale.
In seguito alla riforma, allo stato attuale gli iscritti possono beneficiare anche di una serie di convenzioni, grazie alle quali stipulare polizze professionali a condizioni molto agevolate. Ingegneri e architetti possono inoltre richiedere finanziamenti con interessi e modalità convenienti e accedere a diversi prodotti finanziari, anche per tutelare l’esercizio della professione.
Buona parte degli iscritti di Inarcassa ha già richiesto l’RC professionale, da sottoscrivere con specifiche compagnie convenzionate, grazie alle quali i professionisti possono ottenere ampia copertura in caso di cali del fatturato, errori professionali, perdita del patrimonio e altri sinistri che coinvolgono i collaboratori dello studio. Sono anche disponibili vari servizi finanziari come ad esempio carte di credito con la quale poter provvedere al versamento periodico dei contributi, richiedere prestiti, effettuare acquisti nei negozi fisi, online o ritirare denaro in contanti dagli sportelli ATM.
Advertisement - PubblicitàIngegneri e architetti che esercitano la libera professione hanno la possibilità di procedere alla cancellazione da Inarcassa. In questo caso occorre seguire non solo un preciso iter, ma anche tener conto di ogni possibile conseguenza.
Innanzitutto è bene sapere che la cancellazione può avvenire quando vengono meno, anche per un breve periodo di tempo, i requisiti necessari per l’iscrizione. Si pensi, quindi, alla chiusura della Partita IVA, alla sospensione del professionista dall’Albo professionale e all’assoggettamento ad altra forma di previdenza obbligatoria. Le conseguenze che derivano dalla cancellazione sono differenti, ma in ogni caso i contributi corrisposti non verranno persi.
Le somme accumulate, in base al caso specifico, potranno attribuire al professionista il diritto ad una pensione che verrà erogata una volta raggiunta l’età pensionabile. In alternativa potranno formare oggetto di ricongiunzione, totalizzazione o cumulo con diversi contributi maturati presso altre forme previdenziali.
Nel caso in cui l’ingegnere o l’architetto dovesse svolgere contemporaneamente all’attività di libero professionista anche mansioni da dipendente, sarà necessario procedere alla cancellazione da Inarcassa e versare i contributi alla Gestione Separata Inps.
La richiesta di cancellazione, anche per un breve periodo, deve essere comunicata a Inarcassa, affinché la posizione del professionista possa essere correttamente aggiornata. Il procedimento da seguire è molto semplice, in quanto basta accedere sul sito ufficiale della cassa e scaricare l’apposito modulo che bisogna compilare in ogni sua parte e inoltrare e mezzo PEC.
Nel modulo bisogna anche riportare la data di inizio del nuovo rapporto previdenziale, indicando anche la natura della gestione, quindi obbligatoria o separata. Il professionista sarà poi tenuto a specificare il giorno dell’eventuale chiusura della Partita IVA, nonché l’eventuale recesso dall’associazione professionale.
Advertisement - PubblicitàPer quanto riguarda i contributi minimi soggettivo, integrativo e di maternità, questi devono essere corrisposti in due rate di uguale importo il 30 giugno e il 30 settembre di ogni anno. I professionisti possono anche optare per il pagamento in sei rate con cadenza bimestrale e in questo caso potranno avvalersi solo del sistema SSD.
Gli iscritti e tutti i pensionati che intendono avvalersi della rateizzazione in sei tranche devono comunque inoltrare un’apposita richiesta in via telematica entro il 31 gennaio, accedendo all’apposita sezione presente sul portale ufficiale di Inarcassa. Accolta l’istanza, la prima rata dovrà essere pagata il 28 febbraio, mentre l’ultima non oltre il 31 dicembre.
Per quanto invece riguarda il conguaglio del contributo soggettivo, integrativo e facoltativo, questo viene determinato l’anno seguente a quello di riferimento e tramite una comunicazione telematica basata sul volume d’affari e del reddito percepito. L’importo dovrà poi essere versato entro il 31 dicembre dell’anno in cui si presenta la dichiarazione dei redditi. Questo vuol dire che il conguaglio relativo al 2021 verrà versato al 31 dicembre 2022.
I professionisti, tuttavia, possono anche scegliere di corrispondere il conguaglio in tre rate di uguale importo, rispettando tuttavia le scadenze di marzo, luglio e novembre dell’anno seguente a quello in cui viene presentata la dichiarazione dei redditi. In questo caso all’importo dovuto verrà applicato un tasso di interesse dell’1,5% ma senza acconto. Per poter accedere dalla rateizzazione del conguaglio occorre presentare un’istanza entro il 30 novembre ed effettuare i relativi pagamenti solo attraverso il sistema SSD.
Bisogna infine precisare che i pagamenti dei contributi, sia in un’unica soluzione così come in maniera rateale, devono avvenire sempre nel pieno rispetto delle prescritte scadenze, diversamente il professionista verrà sanzionato ai sensi dell’articolo 10 del Regolamento di Previdenza. Sarà quindi soggetto a versare delle maggiorazioni che vengono calcolate in base al numero dei giorni di ritardo.
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